«IL MIO SILONE»: oggi, ore 16:30, Conferenza di Mauro Canali

Redazione
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La conferenza «IL MIO SILONE» nel quarantennale della morte dello storico Mauro Canali si terrà domenica 9 settembre alle ore 16.30 al Circolo ippico marsicano, Luco dei Marsi località Petogna. Rientra nell’ambito della tre giorni organizzata per il ventennale della registrazione della nostra testata. Per il programma completo CLICCA QUI


Silone cartolinaStiamo per varcare la notevole soglia di tempo di una generazione – ovvero del quarto di secolo – da quando emergenze ed evidenze di archivio hanno disvelato l’attività di fiduciario svolta da Secondino Tranquilli in favore della polizia del Regno d’Italia, nel corso del terzo decennio dello scorso secolo. Da allora, lungi dall’elaborare il lutto e dar vita ad un rinnovato studio delle opere e della figura di Ignazio Silone, negli Abruzzi si è registrato un ingravescente processo di rimozione della questione, attuato attraverso la riproposizione di letture e analisi che, già consunte cinquant’anni or sono (si pensi all’inquadramento sostanzialmente ‘verista’ dell’opera di Silone, che è invece profondamente venata dalle suggestioni surrealiste ed espressionistiche della cultura europea, da egli conosciuta in Svizzera nell’emigrazione), sono giunte, ai nostri giorni, totalmente prive di ogni seppur minimo valore ermeneutico di conoscenza. Molto probabilmente la produzione ‘innocentista’ abruzzese (e abruzzese di complemento) di questi anni sarà compulsata non tanto per quello che ha sostenuto (parzialissime ammissioni condite con chiamate in causa e correità di soggetti del tutto estranei; sulfurei sospetti di complotto; interpretazioni capziose e persino paradossali di carte di polizia insufficientemente o per nulla conosciute; benaltrismo; ecc.) ma per tentare di comprendere quale riflesso-meccanismo collettivo abbia potuto ingenerare un simile ritorno di fiamma della più avvilente agiografia su Silone.

A pagare il fio di questo scollamento e di questa ingessatura – innescata in massima da considerazioni moralistiche e personali e persino parentali che poco dovrebbero influire sulle attività di studio e di ricerca – è stata proprio la figura di Silone, precipitata in un limbo provinciale dove si è continuato e si continua a fare, sostanzialmente, del terrapiattismo. Limbo che è del tutto alieno agli ambienti più avveduti della cultura e della ricerca italiani, che da tempo hanno metabolizzato la circostanza della collaborazione di Silone con il noto commissario Bellone e mostrato di comprendere quel che le ricerche nel tempo hanno confermato quali fatti incontrovertibili. Ma è un limbo che continua ad autoriprodurre premi e scritti, in massima parte sotto l’egida di istituzioni pubbliche, e a tenere un personaggio terribilmente pop e postmoderno come Silone confinato tra i cimeli impolverati del Novecento.

Tra i massimi protagonisti degli studi che hanno rivelato questo rapporto oscuro di Silone con la polizia vi è il professor Mauro Canali, uno dei maggiori studiosi al mondo (dicesi: m-o-n-d-o) del fascismo e dei suoi apparati repressivi, che negli anni scorsi è stato assimilato, da alcuni degli studiosi improvvisati e interessati di cui sopra e dalla claque acritica che li segue, ad un individuo che su Silone avrebbe fatto carriera. Inutile dire che costoro ignorano, o mostrano di ignorare, le opere fondamentali prodotte da Mauro Canali giustappunto sulla polizia politica fascista come sul delitto Matteotti o sul dissidio di Antonio Gramsci con il partito comunista d’Italia. E molto altro.

Dopo molti anni, il professor Canali torna a parlare di Silone nella Marsica, e per chi è interessato alla Storia – quella fatta con i documenti, con l’analisi del contesto e con il rigore e la competenza derivati da decine di anni passati negli archivi – l’appuntamento in calendario è semplicemente imperdibile.

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