Il cespuglio brucia, ma si continua a litigare, con livore più acceso…

Redazione
Redazione
5 Minuti di lettura

«Il cespuglio brucia, ma si continua a litigare, con livore più acceso», così Silone descrive, in Fontamara, la irredimibile tendenza dei protagonisti corali del suo romanzo, usi ad accapigliarsi per decenni per una fratta di spini o su una linea di confine, mentre gli Impresari di turno coltivano la propria personale America spremendo il territorio sino all’esaurimento e, insieme a questo, i cafoni che lo popolano.
e-bot-590.jpgIl passaggio ci è tornato alla mente quando nel BURA (Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo) del 23 aprile 2010 si è visto pubblicato l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per il progetto di megadiscarica ACIAM di “Valle dei fiori” (Gioia dei Marsi).

L’associazione è presto spiegata: il provvedimento (la determina della “Direzione Protezione Civile – Ambiente” della Regione Abruzzo) reca infatti la data del 4 febbraio 2010, quando solo pochi giorni prima avevamo ricevuto una risposta del sottoposto dirigente del “Servizio Gestione Rifiuti” (competente sulla pratica) che ci rassicurava non solo del fatto che tale provvedimento non fosse stato ancora emanato ma che nemmeno l’atto propedeutico al rilascio – la famigerata attestazione di indispensabilità e di non delocalizzabilità dell’intervento di discarica – fosse stato firmato.

e-bot-gerardini.jpgOggi sappiamo che appena partita la risposta per il Martello, con agilità e destrezza (forse degne di miglior causa) si sono siglati e firmati i due fogli. E sin qui, ad essere stati portati in canzone siamo stati noi. Pazienza. Ma cosa dire dei partiti della zona, i cui candidati alle provinciali del 28-29 marzo 2010 si sono confrontati sull’argomento, dando per certo che tale AIA non fosse stata rilasciata? Forse c’è stato qualche don Circostanza che pur sapendo ha taciuto, sicuramente diversi sono stati i don Abbacchio che hanno chiuso i boccaporti sensoriali e della questione hanno preferito ignorare ogni risvolto, attendendo che il destino alfin si compiesse, nella speranza di potersi chiamare fuori dalle responsabilità o di riscuotere un’elemosina in suffragio delle povere anime (contaminate) dei fontamaresi.
La vicenda presenta molti aspetti che richiamano la siloniana beffa della divisione in “tre quarti e tre quarti” dell’acqua del fiume, e testimonia a quale livello infimo sia scesa la politica nella Marsica orientale, che ha delegato ad ACIAM qualsiasi decisione al riguardo dei rifiuti, accettando pedissequamente la vergognosa imposizione di “Valle dei fiori”. Ci si permetta: se i partiti hanno taciuto sull’avvenuto rilascio, la questione è grave; se del rilascio non sapevano, la questione è seria, per quanto decisamente poco seria. A chi proferirà di non aver saputo, chiediamo sin da adesso un atto dignitoso: di ritirarsi a vita privata, ché la politica evidentemente non fa per loro.
Alligna, in questa beffarda vicenda, il sentore della turlupinatura dei “dieci lustri” del romanzo di Silone, ed in qualche modo la periodizzazione si attaglia perfettamente alla durata dell’incubo che la realizzazione della discarica ingenererà, per via della durata dell’impianto come per il monitoraggio necessario negli anni successivi. I nostri eredi ci stramalediranno, per aver creato quel mostro a mille metri di altezza, sull’acqua potabile.
D’altra parte, per usmare la solenne rifregatura ammannitaci è sufficiente consultare le cronache regionali, dove si rinvengono roboanti proclami in ordine a protocolli per la riduzione dei rifiuti onde «sperimentare forme concrete di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti e [per] operare congiuntamente per sviluppare strategie generali condivise per la diffusione di informazioni, per l’educazione e la sensibilizzazione dei cittadini o lo scambio di esperienze e di buone pratiche tra gli Enti, le associazioni ed altri soggetti competenti e/o interessati» (che significa?). Oppure, sul rischio idrogeologico, con i milioni di euro che dovrebbero derivare dai POR FESR 2007-2013 per combatterlo, in oltre duecento Comuni abruzzesi (ci sarà un problema?).
L’intervento di “Valle dei fiori” suona come una totale smentita di tutti questi buoni propositi, e costituisce la messa in marcia in una direzione ostinata e contraria. Il sentiero, pare, sarà lastricato di buone intenzioni ma soprattutto di inceneritori (dei soliti noti).
Il Martello del Fucino – Pescina

Condividi questo articolo