I media non ti piacciono? Non odiarli, diventa tu il media

Redazione
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f-x-peppe1.jpgUna volta il dissenso verso lo status quo si esprimeva con comizi, cortei, manifesti o volantini: oggi i singoli e i movimenti sociali si servono di Internet per comunicare direttamente con una platea virtuale che, teoricamente, sembra illimitata.

La rete è diventata lo strumento privilegiato con cui giovani e militanti tradizionali si scambiano informazioni e organizzano e supportano le proteste di piazza (Bbs, Mail, Siti web, Mail list, Newsgroup…). Ma Internet è anche il campo di battaglia per le proteste virtuali dei NetAttivisti (Netstrike, Defacements…) e dei gruppi di hacker (che costruiscono strumenti di comunicazione impermeabili a filtri e censure dei governi) e rappresenta l’humus vitale per l’azione dei movimenti di software libero, p2p, file sharing, Wiki ecc.
Riconosciuta l’informazione come terreno di conflitto, i NetAttivisti usano la rete per sabotare i flussi comunicativi dei potenti del mondo, ma anche per autoprodurre informazione indipendente e dal basso.
In Italia, per far conoscere le potenzialità di questo nuovo mezzo anche al grande pubblico, bisogna attendere il 2001.
Durante il G8 di Genova, i no-global utilizzano Internet a fini logistici, organizzativi e luogo di dibattito. Ma la rete diventa subito mezzo formidabile di denuncia e controinformazione: forse non è un caso che il bersaglio privilegiato della repressione è proprio il Media center.
A rovesciare la percezione dei fatti di Genova è soprattutto la presenza di migliaia di mediattivisti che – armati di fotocamere, telecamere, palmari, portatili e cellulari – autoproducono e diffondono in rete un’enorme massa di materiale informativo: filmati, suoni, foto, testimonianze, interviste. Materiale messo a disposizione dell’opinione pubblica sia in tempo reale (siti web e radio libere) sia nelle settimane e nei mesi successivi grazie ai film realizzati dai registi presenti.
E’ un punto di svolta che testimonia come Internet possa non solo competere con i media tradizionali, ma rappresenta anche un archivio dinamico indifferente a censura, palinsesti, tempi e spazi tipici dell’informazione radiotelevisiva e stampata.
Oggi, la saturazione dell’etere e l’accentramento dei media tradizionali, favoriscono la convergenza digitale su Internet di molti contenuti prima veicolati attraverso telefono, carta stampata, radio e televisione: sbocciano non solo giornali online e blog, ma anche web radio e web tv.
Ma la consapevolezza che la popolazione che può e quella che vuole accedere a Internet è ancora minoritaria, spinge molti ad utilizzare la rete per sperimentare nuove sinergie con singoli soggetti, gruppi sparsi, riviste, tv e radio indipendenti.
Grazie alla rete, combinazioni originali tra vecchi e nuovi media nascono e si diffondono con la velocità di chi li immagina.

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