Famiglie nell’acqua e disputa per la supremazia della patata – Il Fucino allagato

Luisa Novorio
Luisa Novorio
5 Minuti di lettura

Una immagine che purtroppo rievoca quello che doveva essere il lago, il terzo per grandezza in Italia, prosciugato dal Principe Torlonia, una grandiosa opera idraulica che per molti è solo un fatto acquisito.

Le terre dell’immensa distesa fucense, destinate alla agricoltura, vengono sommerse dall’acqua ogni volta che si verifica un violento, preannunciato cambiamento climatico con terribili precipitazioni sia nevose che di pioggia. Il problema diventa ancor più serio allorché a essere invase dall’acqua sono le abitazioni delle famiglie, proprio come si è verificato ieri nella Strada 10 e nella Strada 11 del Fucino.
Molte le richieste d’aiuto degli abitanti per poter liberare le proprie case da quella situazione davvero difficile.

Ecco il vero grande problema, nessuno è in prima linea ad impedire che questo possa succedere ogni qual volta piove a dirotto. Di chi è il compito? Chi cura gli interessi del territorio agricolo: le Cooperative? Le Associazioni? I Consorzi? le Confederazioni del settore? Qualcuno deve pur scendere in prima linea a difesa di coloro che contribuiscono, con il proprio lavoro, ad elevare la percentuale del PIL in Abruzzo.

Si assiste a dispute sul diritto di acquisizione della patata, come se fosse un bene personale. Il Consorzio IGP ha ottenuto l’ufficiale riconoscimento delle funzioni e delle cariche con il Decreto Ministeriale del 17 febbraio 2017, tra gli obiettivi costitutivi del Consorzio di Tutela IGP Patata del Fucino sono da elencare la promozione e la valorizzazione del prodotto attraverso l’informazione e pertanto la divulgazione.
A personale memoria però, dalla sua costituzione, non ricordo grandi e periodici manifestazioni o convegni effettuati in zona, destinati alla proiezione del famoso tubero a livello nazionale. Ciò avrebbe voluto dire, attenendosi agli obiettivi, ottimizzare la conoscenza del territorio per la sua valorizzazione, effettuare una propaganda della coltivazione fucense apportando, con la partecipazione dei convenuti, un introito all’economia dei marsicani. Felice di essere smentita.

L’adesione della città di Avezzano al circuito nazionale “Città della Patata” porterebbe invece in evidenza la possibilità che l’intera zona sia protagonista, permettendo a tutto il contesto territoriale di beneficiarne. Invece di una attiva collaborazione si assiste a una querelle di prevaricazione con sottolineature legali fino a giungere a una diffida. Chi assiste, e ha davvero a cuore il territorio, non può evitare di biasimare queste condotte. Ovunque, specialmente nel sud Italia che piaccia o no, la dicitura nella vendita nei mercatini rionali è “patate di Avezzano”. Tanto tempo inutile dedicato ad una supremazia che sembra effimera per i comuni cittadini, in quanto nulla sembra venir tolto al Consorzio IGP della patata del Fucino, al contrario, l’intento dell’assessore promotore Pierluigi Di Stefano pare lapalissiano: portare solo vantaggi alla promozione, con una adeguata e innovativa organizzazione per la diffusione della comunicazione. Farebbe piacere vedere attivare quel vecchio sano concetto: l’unione fa la forza.

Intanto si assiste al drammatico disagio delle famiglie che vivono del Fucino. La situazione odierna si verifica ogni volta che le intemperie flagellano la Marsica.
Sia le acque bianche che le acque depurate di Avezzano vanno a riunirsi nel “fosso del mattatoio”, poi confluiscono nel “fosso 7” per raggiunge, in seguito, il collettore centrale. Va da sé che quando si manifestano fenomeni di pioggia intensa e prolungata, magari con la fusione della neve, il fosso non può contenere quella massa di acqua che straborda e allaga le vicine abitazioni. Possibile che in questi anni non sia stato attuato alcun provvedimento? Almeno è stato presentato un progetto che possa debellare le circostanze, altamente critiche, vissute dalle famiglie?

Le persone hanno la casa invasa dalle acque, le pagine dei quotidiani sono invase da polemiche, a conferma che gli uomini ambiscono al monopolio della patata.

Condividi questo articolo