Emergenza Ucraina – Comuni marsicani accolgono profughi: Avezzano non pervenuto

Angelo Venti
Angelo Venti
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Anche nella Marsica, già da diversi giorni, si registra un crescente afflusso di profughi in fuga dall’Ucraina.

Non è invece ancora chiara – da quando è stato dichiarato lo Stato di emergenza Ucraina – la Catena di comando e le procedure messe in campo dalle autorità per gestire anche qui nella Marsica un fenomeno che è destinato a crescere. Ma tant’é.

I primi arrivi di profughi ucraini nella Marsica, in maniera spontanea, sono avvenuti grazie alla rete di immigrati ucraini presenti sul territorio – ma anche famiglie italiane – che si sono attivati per ospitare parenti e amici.

In attesa di saperne di più diversi Comuni – ad esempio Tagliacozzo e Capistrello – hanno preso subito contatti con le prime famiglie ucraine ospitanti e si sono messi a disposizione per offrire il loro sostegno e organizzare al meglio l’accoglienza dei profughi, mobilitando anche le associazioni del posto.

A brillare – almeno fino al momento – è invece l’assenza di analoghe iniziative da parte del Comune più grande del comprensorio, Avezzano, dove la presenza di immigrati ucraini è abbastanza consistente ed è altamente probabile che qui sarà maggiore la richiesta di ospitalità di profughi in fuga.

Ma è successo di peggio.

Domenica scorsa si è diffusa la notizia dell’imminente arrivo, proprio ad Avezzano, di un gruppo di circa 50 profughi il cui arrivo era previsto nel giro di 48 ore. Sul punto, non si è ancora registrata nessuna comunicazione ufficiale di iniziative da parte dell’Amministrazione comunale per organizzare al meglio la loro accoglienza: sempre domenica sera, persino la Protezione civile comunale, che confermava l’imminente arrivo dei bambini, non aveva però ancora ricevuto nessuna indicazione operativa.

Eppure è una emergenza particolarmente delicata, trattandosi di minori non accompagnati la cui accoglienza richiede giustamente l’applicazione di protocolli particolarmente delicati. Sul punto, dall’Amministrazione di Avezzano, fino ad oggi si è udito un silenzio assordante.

E se Avezzano tace, a rispondere è Cerchio.

Proprio oggi – comunica il sindaco Gianfranco Tedeschi – a Cerchio arriva un primo gruppo di 45 bambini ucraini. Il sindaco lancia anche un appello: “Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti” e richiede “coperte, materassi, reti, lenzuola, abiti e giochi”.

Tale decisione – che stando al comunicato del Comune di Cerchio sarebbe stata presa “di concerto con la Prefettura” – prevede il coinvolgimento di molte famiglie e l’utilizzo degli spazi dell’ostello della locale Sezione Alpini e di 2 appartamenti destinati a Casa famiglia.

Resta da capire il perché della latitanza del Comune di Avezzano.

Eppure questa amministrazione, in merito alla manifestazione per la pace promossa dalle associazioni e tenutasi domenica scorsa a piazza Risorgimento, sul portale internet del comune si era vantata a sproposito con queste parole: “La chiamata delle associazioni parte dal comune di Avezzano”, con tanto di foto di assessori e consiglieri riuniti intorno alla bandiera ucraina.

I documenti, comunque, testimoniano che fino ad ora l’unica azione concreta sull’emergenza ucraina messa in campo dal Comune di Avezzano è una Delibera del 4 marzo scorso con cui si disponeva la chiusura delle strade intorno a piazza Risorgimento per consentire la manifestazione di domenica scorsa, oltre a stanziare 700 euro per un gazebo e l’amplificazione. Stop.

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