Emergenza Abruzzo – Marsilio e il blitz di Pasquetta: assalto alla sanità regionale

Angelo Venti
Angelo Venti
7 Minuti di lettura

Quando si realizza una nuova struttura sanitaria di solito è una buona notizia. Eppure sul Covid Hospital di Pescara si sono scatenate furiose polemiche prima ancora del fulmineo avvio dei lavori.

Si inizia con le critiche feroci sul ricorso alle procedure lampo permesse dalle norme emergenziali e si finisce con le perplessità sulla ditta aggiudicataria. In mezzo, tanti dubbi pesanti come macigni che finiscono a far aumentare le domande. Due in particolare:

E’ necessaria una simile struttura?

E perchè localizzarla a Pescara?

Domande lecite, visto che tutte le esperienze mediche e scientifiche maturate in questi due mesi di emergenza coronavirus consigliano invece di rafforzare i presidi medici sul territorio.

Tra le tante voci citiamo l’Appello di centomila medici italiani, che in una lettera indirizzata al Ministro della salute e a tutti i Presidenti di regione dettano le priorità:

“Oltre ai Dispositivi di Protezione e ai Tamponi, chiediamo di Rafforzare il Territorio, vero punto debole del Servizio Sanitario Nazionale, con la possibilità per squadre speciali, nel decreto ministeriale del 10 Marzo, definite USCA, di essere attivate immediatamente in tutte le Regioni”

Soluzioni ancora più necessarie per l’Abruzzo, visto anche il calo dei ricoveri in rianimazione. A descrivere chiaramente la situazione nella nostra regione è Lilli Mandara che, in un suo articolo che consigliamo di leggere QUI, scrive:

Ora, in questa regione dove mancano ancora le mascherine e i dispositivi di protezione per i medici, dove si registra la più alta percentuale di contagi del Centro-sud, dove i parenti delle vittime del Coronavirus aspettano da tre settimane i risultati dei test, dove non si fanno i test, si realizza un altro ospedale Covid a Pescara, dopo quello del G8 dell’Aquila“.

I vertici della Regione Abruzzo hanno invece deciso di andare nella direzione diametralmente opposta a quella consigliata dai medici e dall’esperienza di questi mesi. Vediamo perché.

Il Covid Hospital di Pescara

Nascerà nella palazzina rossa ex Ivap di proprietà della Asl, accanto alla direzione generale: 214 posti letto, di cui 174 per la degenza e 40 di terapia intensiva. Spesa prevista, per il momento, 11 milioni di euro.

Alla consegna del cantiere erano presenti il Presidente del consiglio regionale Sospiri, il sindaco di Pescara Masci e il direttore generale facente funzioni della Asl Caponetti. Ad aggiudicarsi l’appalto lampo con un ribasso del 30% è la Omnia Servitia. La ditta è riconducibile alla galassia societaria della Colasante holding del patron Antonio Colasante, già arrestato in passato per inchieste su appalti della sanità regionale ma poi prosciolto da tutte le accuse. Gara d’appalto che suscita comunque molti dubbi e su cui già si annuncia un ricorso della seconda ditta classificata: una situazione paradossale in cui vediamo che ad invocare il rispetto della White list è una ditta aquilana.

Sospiri, Marsilio e il blitz di Pasquetta

Quello messo a segno dal tandem Sospiri-Marsilio – Presidente del consiglio regionale il primo, Presidente di Regione il secondo – è un vero e proprio BLITZ:

“BLITZ: Azione rapida e improvvisa volta ad ottenere un risultato favorevole o colpire un obiettivo, mediante l’impiego limitato di uomini e mezzi e sfruttando il fattore sorpresa. A differenza del raid un blitz prevede l’occupazione del terreno dove si è svolta l’azione”.

Un termine militare e una definizione perfetta per spiegare cosa è successo al vertice della Regione Abruzzo durante le festività pasquali. Queste le tappe dell’operazione: la sera di Sabato Santo Marsilio firma il decreto (pare ancora in attesa di pubblicazione), a Pasquetta annuncia sulla sua bacheca facebook l’apertura della gara, mercoledì il termine per la presentazione delle offerte e infine la consegna del cantiere. Una operazione completamente illegale in tempo di pace, resa invece possibile dalle deroghe alle leggi ordinarie introdotte con le norme emergenziali e, aggiungiamo noi, dall’abuso di esse.

Assalto al sistema sanitario abruzzese

La scelta di realizzare il nuovo Covid Ospital può sembrare a prima vista un semplice raid per accaparrarsi gli 11 milioni di euro in palio, un riprorevole scippo con destrezza che, purtroppo, nelle emergenze è molto più frequente di quello che si pensi. In realtà quello accaduto a Pescara è qualcosa di più: il vero obiettivo di questo blitz è occupare il territorio creando i capisaldi per condizionare il futuro del sistema sanitario regionale. Vediamo perché.

Se si guarda all’operazione Covid Hospital di Pescara, insieme a quelle aquilane dell’Edificio G8 e della Centrale operativa del 118 o anche all’Accordo Regione-Cliniche private, quella che traspare in filigrana è invece una raffinata strategia: creare solidi capisaldi in grado di condizionare, per i prossimi anni, l’assetto dell’intera sanità abruzzese.

Una strategia portata avanti con una logica spartitoria che vede l’accentramento delle strutture su L’Aquila e Pescara, a danno di tutti gli altri territori che assistono, senza mezzi per poter reagire, alla chiusura e all’abbandono dei presidi sanitari minori.

Timide e scoordinate voci di protesta cominciano a levarsi da varie zone dell’Abruzzo, tra di esse quella dei sindaci marsicani che lamentano l’abbandono in cui sono stati lasciati, anche in questa fase, diversi presidi sanitari locali. Aliti di vento da stroncare prima che diventino tempesta: per tentare di spegnere sul nascere le contestazioni sono scesi in campo l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì e il consigliere regionale marsicano Mario Quaglieri, nell’improbabile ruolo da pompiere.

Quello che si sta ridisegnando in questi giorni, approfittando dell’emergenza coronavirus, è il riassetto futuro del sistema sanitario abruzzese con l’accentramento delle strutture sugli ospedali di Pescara e L’Aquila. Con buona pace per il resto della regione.

E con gli organismi elettivi che non si riuniscono, una politica assente, la complicità di alcuni consiglieri regionali dei vari territori danneggiati e con la popolazione chiusa dentro casa, è un disegno scellerato destinato, purtroppo, ad avere successo.

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