Disvelamenti 1 – Avezzano: «La “battaglia” di piazza del Mercato»

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
11 Minuti di lettura

Venerdì 4 marzo 2022, sono (quasi) terminati i lavori per il restyling di piazza del Mercato. Ne scrissi per reazione, al suo tempo; rispondevo, a qualche «contestatore» di allora, che lì non c’era più la piazza, da anni: potevano farci quello che volevano in quell’enorme buco – compresa piazza B. Corbi. È una lacuna a dirla tutta. («Un portale di pietra risalente agli anni precedenti il terremoto del 1915, è inglobato malamente nelle trasformazioni edilizie successive [via XX Settembre]; io rifletto come esso abbia resistito più del mercato coperto abbattuto nei primi anni Ottanta e conseguente sventramento della piazza omonima, quando questa città non raggiungeva 34mila abitanti. Fu solo tracotanza? Mancò allora, come oggi, la capacità collettiva d’orientarsi nella città ottocentesca da parte dei residenti – vecchi e nuovi.»). Si è trattato di una vicenda insolitamente – si fa tanto per dire – lunga: mi ha insegnato che cosa? Oltre a mostrarmi meglio le costumanze locali, il contestato abbattimento, la mancanza di quei sette alberi ha svelato, almeno a me, che quel posto vale poco a livello spaziale, architettonico; c’entrano almeno gli ultimi 50-60 anni di vita amministrativa locale. (Le amministrazioni dovevano – soprattutto tra gli anni 60 e 70 – vigilare sulla qualità architettonica di quel posto anziché lasciare briglia sciolta ai costruttori). Ho scelto di pubblicare una mia plaquette nel web con l’aggiunta di qualche scatto che rende meglio lo scritto. È materiale che sembra uscito in questi giorni (Disvelamenti, Aleph editrice, dicembre 2019); non entra tanto in ballo la mia perspicacia, la mia capacità analitica quanto una città in cui il dibattito pubblico si muove alla velocità del bradipo – la recente disputa su corso della Libertà (Il Centro, 8, 9, 10, 12, 14 e 15 marzo) ha invece a che vedere con il passo del gambero.

***

Da piccolo, mi capitava di ascoltare qualcuno fantasticare davanti a uno dei terreni incolti rimasti nel centro d’Avezzano: «Ci escono due, addirittura tre piani!». Si ripeteva lo stesso copione quando l’argomento era la campagna fucense: molti, pur non essendo contadini, proponevano una coltura più redditizia. Altri tempi. Oggi è raro incontrare qualcuno che se n’esca con un: «Qui, ci farei i ‘soldi neri’ con una pizzeria, altro che vestiti…».

La recente vicenda di piazza del Mercato è stata raccontata, da chi ha partecipato alla «battaglia» per non far abbattere i sette alberi, seguendo in qualche maniera un copione populista: «popolo» vs «élite». (Il tema ambientale era il cavallo di Troia per respingere il restyling di quel posto). Era stato abbandonato proprio da tutti per via di quel progetto, Gabriele De Angelis – uno che aveva ribaltato il risultato sfavorevole nel primo turno delle scorse Amministrative? Non piaceva davvero a nessuno che so, la copertura di vetro in mezzo alla piazza? (Una soluzione sperimentata altrove da decenni). No, la realtà era più varia della rappresentazione che è stata proposta da diversi soggetti: si sono registrati favorevoli, contrari e indifferenti, come sempre succede nella vita sociale.

Si sono mossi a tenaglia sull’ex sindaco, da una parte il Pd, dall’altra M5s insieme a un’assortita compagnia.

Inizia il Partito Democratico. Roberto Verdecchia parla, a proposito del progetto, di «erosione di ben 32-36 posti auto che consentirebbe soltanto il transito e non la sosta su i due lati», 3 agosto 2019. Gli fa eco la locale sezione. «“Se si devono togliere parcheggi da una zona”, continua Ceglie, “se ne devono trovare contemporaneamente altrettanti nelle adiacenze […]», 5 agosto 2019. (Il commissario prefettizio dichiarerà il 16 dello stesso mese, che la circolazione rimarrà immutata). Aveva tutt’altra idea quel partito, quando era coinvolto in un’altra amministrazione. «“A breve incontrerò anche i responsabili di settore”, conclude [Giovanni Di Pangrazio, ndr], “per discutere della possibilità di chiudere al traffico il quadrilatero intorno alla piazza [del Mercato, ndr], in modo da renderla godibile, fino alle 14, come mercato e poi come punto di ritrovo, per i giovani e per le famiglie […]”», in Direttore, Avezzano, la nuova piazza Mercato, in «IlCapoluogo» 19 settembre 2013. Io pubblicai: «Per costruire il “salotto” di piazza del Mercato, saranno tagliati tre (begli) alberi lungo via Cesare Battisti e almeno due (altrettanto belli) lungo via del Mercato», 20 settembre 2013. Era necessaria una tale operazione, per ricavare un parcheggio riducendo la superficie pedonale. (Nessuno protestò o ebbe da ridire). Non si mosse foglia per un po’, fin quando apparve un comunicato che annunciava nel municipio «una Conferenza Stampa di presentazione del progetto di valorizzazione di Piazza del Mercato», 6 giugno 2017. (Si votò per le Amministrative, cinque giorni dopo e finì come sappiamo). Sfrutta quel partito, anche il cosiddetto effetto Greta. «Se Avezzano vuole combattere il cambiamento del clima ed essere la città verde nel polmone d’Italia allora deve puntare sul verde, possibilmente aumentandolo e non tagliando alberi in buona salute”», cit., 5 agosto 2019. Mauro Passerotti aveva ribattuto a un interrogativo posto dal Pd, riguardante la salute di quelle piante: «C’è stato il tempo sufficiente per effettuare le verifiche sullo stato degli alberi, da più parti richieste. Probabilmente qualcosa si salverà e qualcosa no. Lo diranno i risultati, che quanto prima avremo la premura di comunicare», in K. Santucci, Avezzano, tempi di commissariamento: cosa va avanti e cosa no, in «IlCapoluogo» 25 luglio 2019. Durante la campagna elettorale 2017, l’amministrazione Di Pangrazio aveva fatto abbattere – senza spiegare in giro il motivo – il più grosso dei platani, posto all’angolo tra le vie B. Croce e del Mercato; il rimanente straccetto di terreno fu ricoperto d’asfalto in fretta e furia per evitare che a qualcuno saltasse in mente di piantarci qualcosa, in futuro. Era un albero sicuramente malato, con il senno del 25 ottobre 2019. Non si levò allora nessun lamento, né qualcuno raccontò di aver osservato una strana colorazione nelle sezioni della pianta recisa: fu disattenzione, approvazione, omertà? Non aveva mai notato, in precedenza, i sintomi di qualche malattia sul fusto o nella chioma, chi risiede stabilmente in quella zona? I campioni di quell’albero andavano inviati a un laboratorio specializzato, com’è successo mesi fa: la storia degli altri platani avrebbe avuto un altro corso. Il Centro del 25 ottobre riportava, infatti, una dichiarazione della dirigente del dipartimento regionale Agricoltura (Elena Sico): quelle piante erano affette da Ceratocystis fimbriata; il giorno seguente, Roberto Verdecchia parlava ancora di «presunto cancro colorato». (È saggio monitorare anche gli altri platani nelle vicinanze dopo gli abbattimenti nel giro di un paio d’anni). Nonostante l’evocazione di Greta Thunberg – anche di papa Francesco –, è nota la contrarietà di quel partito alla pista ciclabile nel Quadrilatero – quella che è stata ricavata lungo un asse principale d’Avezzano, che ha perciò più senso dell’altra. (È opportuno intervenire alla fonte, per abbassare l’inquinamento gassoso: conviene, al momento, ridurre le automobili in circolazione, più che piantare gli alberelli o il prato all’inglese, dopo). Il locale Pd non ha speso nemmeno mezza parola sulla revoca della Dgc 180 dell’8 giugno 2009, che avrebbe permesso di riaprire, in qualche modo, la partita dell’isola pedonale. Il nuovo segretario regionale del partito (Michele Fina) aveva affermato: «Le direzioni di marcia del nuovo Pd abruzzese dicono partito verde, di una transizione ecologica dell’economia», in «NewsTown» 20 luglio 2019. (È stato osservato un diplomatico silenzio su questi due temi anche nel secondo schieramento).

L’altro braccio della tenaglia è rappresentato dal Movimento 5 Stelle e raccoglie altre sigle (Auser, CasaPound, Comitato di piazza del Mercato, Cisl, Centro di servizio per il volontariato, Lega, Potere al Popolo!, Verdi per l’Europa); esso avvia anche una raccolta di firme. È successa una cosa che rimanda all’epica dei millenni passati: qualche remota divinità fornisce le armi per combattere a un eroe o a un semi-dio – l’identitarismo e purtroppo, anche il catastrofismo. «La memoria storica, conservata in questi esemplari, sarà cancellata e ci si sentirà più spaesati, sradicati, privi di certezze», Co.N.Al.Pa., 7 agosto 2019. (La stessa associazione definisce «forno a microonde» l’effetto della copertura progettata da Studio Tonelli Ingegneria; essa è ripetuta tuttora a pappagallo da molti avezzanesi). M5s s’incammina sul sentiero appena tracciato, «“Preservare e valorizzare il nostro patrimonio” continuano “non è solo un atto necessario, è un atto d’amore verso la propria comunità. E’ una dichiarazione di appartenenza a qualcosa di più grande, a qualcosa che abbiamo ereditato dagli sforzi di chi ci ha preceduto e che dobbiamo restituire, a chi seguirà, migliorato», 9 agosto 2019. Alberto Colazilli (Co.N.Al.Pa.), a IlCapoluogo: «Piazza del Mercato va tutelata come paesaggio culturale e identitario», 13 agosto. Ancora Co.N.Al.Pa.: «Questo passaggio non deve diventare il tabula rasa di una parte del paesaggio che comunque è identitario dell’Abruzzo stesso», in «IlCapoluogo» 14 agosto 2019. (Con buona pace di chi pensa diversamente: «L’Aquila e la Marsica sono Roma, la costa è cosa a parte. […] L’Abruzzo vero resta quello di Sulmona e della Majella, è quello del Sangro e delle montagne», a detta dello storico aquilano Raffaele Colapietra intervistato da IlCapoluogo, 17 maggio 2016).

(1/3) – Continua

TRATTO DA:

Condividi questo articolo
Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.