Di Pangrazio e il fantasma del CRUA. L’insistenza del sindaco preoccupa Avezzano

Angelo Venti
Angelo Venti
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Crua-Crab, un centro di ricerca dal glorioso passato che annega in un mare di debiti. Progetti di rilancio tanto ambiziosi quanto poco credibili si susseguono a ritmo incalzante tra annunci roboanti e inconcludenza. Ma dei soci originari – Regione, Università, Arssa, Provincia, Comunità montana, Comune di Avezzano – secondo la Camera di commercio sono rimasti solo due: Regione e Comune.

E mentre il consorzio è sull’orlo del baratro e sta affogando in un mare debiti, il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, annuncia il reingresso del Comune tra i soci del consorzio.

Eppure, malgrado il recesso deliberato dal Commissario Passerotti, il Comune sarebbe in realtà ancora membro del Consorzio stesso: una situazione ambigua che è consigliabile chiarire prima possibile.

Non è da escludere infatti questo scenario: il Comune di Avezzano potrebbe essere ancora socio di CRUA poiché la deliberazione del Commissario prefettizio, dal 2020 ad oggi, forse non è mai stata tradotta in un atto notarile registrato alla CCIA. Se cosi fosse, oltre al danno vi sarebbe anche la beffa: il Comune di Avezzano è ancora socio, senza bisogno di rientrarvi, come vorrebbe  Di Pangrazio.

Se le cose stanno realmente così come ipotizzato, sarebbe urgente che il Comune si affretti a registrare in sede notarile e di CCIA la fuoriuscita dal CRUA deliberata a suo tempo da Passerotti. Così come andrebbe accertata la reale convenienza per il Comune di Avezzano a rimanere nella compagine societaria del Consorzio Ricerche Unico d’Abruzzo, come invece auspica Di Pangrazio con la sua ipotesi “di rientro“.

E se il Comune è realmente ancora socio del consorzio, sarebbe il caso che accerti anche se il Laboratorio Dante Lab è in regola con il pagamento dell’affitto della sede di via Pertini.

CRUA, splendori e ombre

Grazie alle competenze del suo personale e alle attrezzature a disposizione, nel corso della sua attività il Crua (ex Crab) ha ottenuto, dal punto di vista della ricerca scientifica, ottimi risultati soprattutto nel settore delle biotecnologie avanzate, agricole, alimentari e ambientali. Ma è tutto oro quello che luccica?

Infatti, a fronte dei successi tecnici del centro di ricerca, non si può invece dire altrettanto della gestione amministrativa e finanziaria del CRUA. Sostenuto prevalentemente dai contribuiti pubblici, il consorzio comincia ad avere problemi economici quando la Regione, a partire dal 2011, inizia a ridurre progressivamente le contribuzioni annuali: un lungo e lento calvario che porta il consorzio ad accumulare sempre più debiti, avvicinandolo passo dopo passo sul baratro del fallimento.

Tecnicamente, oggi il CRUA è da considerarsi in sala rianimazione, ma mancando la terapia intensiva che la grave situazione richiede, è al momento pressoché impossibile che esca dallo stato comatoso a cui è stato ridotto. Oggi il consorzio non ha più un laboratorio e nemmeno tecnici e ricercatori in attività: i dipendenti sono praticamente tutti in cassa integrazione, al punto che persino il sito web istituzionale è di fatto inattivo, perché manca anche un responsabile che aggiorni la sezione trasparenza. Di fatto nel CRUA è rimasto un solo socio solvibile e in grado, se solo ci fosse una seria strategia di rilancio, di iniettare l’enorme liquidità di cui ha bisogno: la Regione.

Consorzio sull’orlo del fallimento

Ad ammettere che il CRUA è un consorzio pubblico ormai decotto sono in tanti: Corte dei Conti, Commissione di vigilanza del Consiglio regionale, il Vice presidente della giunta regionale Emanuele Imprudente, la Lega Abruzzo e persino lo stesso amministratore del consorzio Rocco Micucci. Tutti sono quindi consapevoli che il CRUA è sull’orlo del fallimento. Tutti tranne uno: il sindaco di Avezzano.

Iniziamo con la Corte dei Conti. E’ lo stesso Presidente della Sezione di controllo che nella sua relazione del gennaio 2021, basata sul rendiconto 2019, a proposito del Crua scrive impietosamente:

continuano a registrarsi risultati di esercizio fortemente negativi con una significativa riduzione del fondo consortile, nonostante nel 2017 il socio Regione Abruzzo abbia conferito un immobile sede del Consorzio, per l’importo di 4.024.505 di euro“.

Commissione di Vigilanza del conisglio regionale. La posizione disastrosa del CRUA è finita anche sotto la sua lente di ingrandimento: è lo stesso Amministratore del CRUA Rocco Micucci che, audito dalla Commissione nel gennaio scorso, ha dichiarato che il totale dei debiti accumulati dal consorzio ammonterebbe a circa 2 milioni e 600mila euro e che:

l’approvazione del bilancio 2019 è stata dilazionata per evitare la messa in liquidazione, attraverso l’individuazione del nuovo partner, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, cui cedere parte delle quote del Consorzio”.

Emanuele Imprudente. La stessa consapevolezza la mostra anche il vice presidente della giunta con delega all’Agricoltura, quando nel febbraio scorso, annunciando trattative per l’ingresso tra i soci del CRUA dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise e commentando il progetto di rilancio messo in campo dalla Giunta Marsilio, così ne descrive lo stato:

un ente che era stato assolutamente abbandonato al suo destino a causa della grave situazione debitoria e, dunque, sostanzialmente fermo da anni”.

Lega Abruzzo. Imprudente annuncia un Progetto di rilancio del CRUA per gli anni a venire che, negli stessi giorni, con una buona dose di paraculàggine così viene descritto dalla dirigenza abruzzese del Carroccio in un suo comunicato stampa:

“…intervento della Regione per apportare un contributo straordinario per il risanamento di 500 mila euro nel 2021, di 390 mila euro nelle annualità 2021 e 2022 e l’importo residuo di 876.360 euro da erogare nel 2024 e 2025 per completare il processo. Il piano fara sì che nel 2025 il Crua potrà considerarsi a regime e camminare con le proprie gambe. Finanziamento che verrà attivato appena saranno disponibili nuove risorse“. [ndr: il grassetto è nostro]

Creditori del CRUA: pignoramenti impossibili

A confermare che il consorzio di ricerca è sull’orlo del baratro non sono solo le fonti istituzionali e le dichiarazioni ufficiali, ma anche la lista dei creditori che ricorrono al Tribunale per recuperare i crediti vantati nei confronti del CRUA. E che non riescono nemmeno a notificare i pignoramenti.

Lista di creditori che si allunga sempre di più e che hanno ben poche speranze di poter recuperare i loro soldi: pare infatti che per i loro legali risulti quasi impossibile persino notificare gli atti di pignoramento, poiché anche gli ufficiali giudiziari trovano la sede legale del consorzio puntualmente chiusa. Stessa situazione, sembra, per chi tenta la notifica tramite posta elettronica: l’indirizzo PEC del CRUA – persino quello indicato sul Registro imprese della camera di commercio – risulta inattivo o comunque non funzionante. Leggenda vuole che una notifica giudiziaria sia però andata a bersaglio, ma solo perché è stata inviata direttamente a Rocco Micucci che per fortuna del creditore, oltre ad essere l’amministratore unico del CRUA, è anche sindaco di Rapino.

Le entrate del CRUA

A fronte dei debiti milionari, ad oggi l’unica entrata economica del Crua di cui si ha notizia, sembrerebbe essere l’affitto della sede di Avezzano al Laboratorio Dante Lab.

La multinazionale aquilana dal novembre scorso ha infatti installato un drive-through nello stabile di via Pertini ad Avezzano. Si tratta del famoso punto per effettuare Tamponi molecolari nella sede di via Pertini, “fortemente voluto” dal sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio. Forse non è un caso che a dare il via alla realizzazione di questo drive-through è stato proprio il primo atto deliberato dalla nuova Giunta Di Pangrazio: Atto Nr. 1 del 27/10/2020.

Fonti attendibili garantiscono però che il contratto tra Laboratorio Dante Lab e Crua sia attualmente scaduto e pare che il Consorzio non riceva da mesi i compensi per l’affitto dell’area riservata alla somministrazione dei tamponi. Si tratterebbe, in questo caso, di un danno economico per una società a partecipazione pubblica che coinvolgerebbe anche il Comune di Avezzano, che secondo la Camera di commercio risulta ancora socio del consorzio. Nella delibera sopra citata, infatti, è espressamente specificato:

Sarà cura del CRUA stipulare il contratto di locazione con il predetto soggetto, da individuarsi previo accertamento, da parte del competente ufficio del Comune di Avezzano”.

Il sindaco Di Pangrazio contromano

E’ evidente che la situazione debitoria del CRUA è disperata e che nessuno – se si escludono gli annunci che rinviano a risorse future dalla dubbia disponibilità – si sente di scommettere su un reale rilancio del consorzio. Nessuno tranne uno: Gianni Di Pangrazio, sindaco di Avezzano.

E’ infatti proprio il funambolico Sindaco della Marsica che, a fronte di un finanziamento regionale di appena 200mila euro, così esulta in un comunicato stampa ufficiale diffuso dal Comune il 30 aprile scorso attraverso il suo pletorico staff:

 “Scatta l’operazione rilancio per il Crua fondata su ricerca, sviluppo e progresso: principi cardine del nuovo piano di risanamento del Centro in via Pertini. […] ‘Visto che la giunta regionale ha messo a disposizione la prima tranche di 200 mila euro, ora, come promesso al vice presidente, Emanuele Imprudente – afferma il sindaco Di Pangrazio – siamo pronti a portare la delibera di rientro tra i soci del Crua in consiglio comunale per rilanciare il Centro di ricerca abruzzese, una struttura fondamentale per il progresso del nostro territorio, in sinergia con la Regione’. L’uscita del Comune di Avezzano dal centro di ricerca è stata decretata dal commissario prefettizio, Mauro Passerotti.”

Non resta quindi che aspettare cosa verrà deliberato in merito nella prossima seduta del consiglio comunale. Sempre che, a quasi due mesi dal clamoroso annuncio, il frizzante sindaco Di Pangrazio non venga indotto da Giunta e Consiglio comunale a più miti consigli e a tornare sui suoi passi.

Storia del Crab-Crua

La parabola di questo consorzio di ricerca è dannatamente simile a quella di tanti altri fallimenti pubblici: nasce come Centro di eccellenza e finisce per diventare il solito carrozzone mangiasoldi.

La realizzazione del centro ricerche di Avezzano fu finanziata con i fondi del 2° Programma Intervento P.S.35 /Ricerca, approvato nel 1983 dal Ministero per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, d’intesa con il Ministero per la Ricerca Scientifica e Tecnologica e sentito il Comitato di presidenza delle regioni meridionali.

Nel giugno 1984 si costituisce il CRAB (Consorzio Ricerche Applicate alla Biotecnologia), che nell’estate del 2017 cambia la sua denominazione in CRUA (Consorzio di Ricerca Unico d’Abruzzo)

Nel 1989 una delibera CIPE approva il Progetto speciale ricerca scientifica e, al fine di potenziare la rete scientifica pubblica nel Mezzogiorno, viene demandato alla AgenSud (Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno) il compito di realizzare e/o potenziare i centri di ricerca scientifica e applicata. Nello stesso anno, viene stipulata una convenzione tra la AgenSud, la Regione e il CRAB, con cui si regolano i rapporti tra le parti per la realizzazione del centro di ricerca e la sua gestione, che viene affidata al CRAB.

Soci del Crab-Crua secondo la Camera di commercio

Nasce con soci Regione, Università, Arssa, Provincia, Comunità montana, Comune di Avezzano. Ma a rimanere – insieme a un mare di debitisono solo Regione e Comune.

I soci originari del consorzio CRAB erano: Università degli Studi dell’Aquila, ARSSA, Provincia dell’Aquila, Comunità Montana Marsica 1, Comune di Avezzano. Nel 2010 la Comunità montana esce dal consorzio, seguita nel 2011 dall’Università dell’Aquila. Nel 2020 è invece il Commissario prefettizio Mauro Passerotti che delibera l’uscita del Comune di Avezzano da socio del consorzio Crab, nel frattempo diventato CRUA.

Non è pero chiaro se l’uscita dal consorzio deliberata dal Commissario Passerotti è stata poi realmente eseguita perché, in una visura alla Camera di commercio del maggio 2021, risultano nel CRUA due soli soci: Regione Abruzzo e Comune di Avezzano. Nella visura è però specificato che l’elenco dei consorziati è aggiornato solo al 19 ottobre 2017: resta quindi il mistero sulla posizione attuale del Comune di Avezzano all’interno del consorzio stesso.

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