Dal ciclostile al copyprinter

Redazione
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f-v-peppe-illu1.jpgIl ciclostile (oppure duplicatore stencil, mimeografo o poligrafo) fu brevettato nel 1876 e veniva utilizzato per stampare a basso costo o in condizioni precarie. In passato ha legato il suo nome a suffragismo, lotta clandestina, parrocchie, sezioni di partito, contestazione studentesca e alle prime fanzine musicali.
Il principio di funzionamento si basa sul trasferimento dell’inchiostro sul foglio attraverso una matrice di carta incerata, bucata con una macchina da scrivere o una penna. Negli anni ‘70 arrivano i ciclostili elettrici e poi gli incisori elettronici, infine compare il copyprinter che li ha fusi insieme.
Il copyprinter si basa sempre sul principio del vecchio ciclostile, ha uno scanner che scansiona l’originale e la matrice è incisa elettronicamente, oppure è possibile inviare i dati direttamente dal computer.

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Una volta avviato, stampa 120 copie al minuto (formato A3, risoluzione 600 dpi), con più rulli è possibile usare diversi colori e la stampa è economica: carta e inchiostro. Anche i costi di gestione sono bassi e può produrre milioni di copie con una manutenzione minima. Ingombra come una fotocopiatrice da ufficio e può essere utilizzato anche in cantina o nel sottoscala.
Cosa aspetti a stampare il tuo foglio volante?

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