Covid 19 – Polizia denuncia avezzanese per falsa autocertificazione

Redazione
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COMUNICATO STAMPA

POLIZIA DI STATO: DENUNCIATO ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA UN AVEZZANESE CHE PER ELUDERE I CONTROLLI DI POLIZIA DICHIARAVA IL FALSO NELL’AUTOCERTIFICAZIONE PREVISTA PER L’EMERGENZA “COVID 19”.

Come noto in questa delicata fase di “emergenza sanitaria” tutti gli spostamenti devono corrispondere a criteri di necessità, limitandosi alle sole esigenze lavorative ai motivi di salute o agli stati di necessità e comunque in tutti questi casi devono essere autocertificati e di questo ne sono ben consapevoli gli Agenti del Commissariato di P.S. di Avezzano che operano quotidianamente per il rispetto delle prescrizioni di cui all’ultimo D.P.C.M. del 03 novembre 2020 e della Ordinanza del Presidente della Regione Abruzzo nr. 102 del 16 novembre 2020, che hanno accertato la falsità in autocertificazione presentata dal marsicano N.T. di anni 38.

L’uomo, fermato ad Avezzano ed aveva dichiarato in autocertificazione che stava recandosi presso una struttura sanitaria pubblica per una visita medica programmata, ma così non era. Infatti già da una prima verifica telefonica gli operatori di Polizia avevano constatato che in realtà non vi era alcuna prenotazione per quel giorno da parte di N.T., tanto che lo stesso per la sua mendace dichiarazione è stato sanzionato ai sensi dell’art. 4 del D.L. 19/2020 per aver violato le disposizioni di cui all’art. 2 del DPCM del 03 novembre, poiché aveva lasciato il proprio domicilio recandosi in altro Comune senza una valida giustificazione.

Anche le successive indagini svolte presso la ASL 1 Abruzzo hanno permesso di verificare che la visita medica dichiarata dall’uomo non era prenotata per quel giorno ma per un altro giorno.

Quest’ultimo accertamento ha permesso di denunciare N.T. alla Procura della Repubblica di Avezzano contestandogli il reato di cui all’art. 495 del Codice Penale per aver dichiarato il falso nell’autocertificazione esibita agli agenti al momento del controllo.

La pena prevista per tale violazione è la reclusione da uno a sei anni.

QUESTURA DI L’AQUILAUfficio Stampa

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