Coronavirus – a Pescara strade semideserte e prime denunce

Redazione
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CARABINIERI

Il decreto del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sortisce i primi effetti anche in Abruzzo. A Pescara nelle ore di punta non si registra il solito traffico, gli autobus urbani sono semivuoti. Nel centro cittadino i pochi pedoni si tengono a distanza gli uni dagli altri. Nei locali aperti il personale indossa guanti e mascherine ed invita i clienti a rispettare le prescrizioni del Dpcm relative al metro di distanza tra le persone. Si registrano file nei supermercati, non perche’ sono presi d’assalto, come avvenuto subito dopo la diffusione del decreto, ma perche’ l’ingresso e’ contingentato: per garantire il rispetto della distanza di un metro possono entrare solo pochi clienti alla volta. Anche davanti ad alcune edicole si registrano file, questo probabilmente per avere quotidiani e riviste da leggere durante il tempo da trascorrere in casa. Uffici pubblici semideserti, anche perche’, dove possibile, e’ stato attivato lo smart working.

Non manca pero’ chi ha violato le nuove direttive contenute nel decreto: a Pescara citta’ e nell’area metropolitana si contano gia’ le prime denunce. In particolare, si registrano casi di persone che hanno violato l‘articolo 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’autorita’), non rispettando le regole relative alla limitazione degli spostamenti. E’ possibile muoversi solo per lavoro, per visite mediche o per bisogni primari.

Denunce che però potrebbero cozzare con quanto prevede la norma, che in realtà parla solo di evitare ogni spostamento delle persone fisiche“. Ed “Evitare” è cosa diversa da “Vietare“. A tal proposito LEGGI QUI.

Intanto, la Guardia di Finanza a Collecorvino (Pescara) ha disposto la sospensione dell’attivita’ di una sala scommesse sportive ancora aperta al pubblico, nonostante il divieto previsto nel Dpcm. All’interno del locale, oltre ad una dipendente, c’erano sette clienti intenti ad effettuare le giocate. Stessa violazione riscontrata anche a Pescara, dove all’interno di un Internet Point, oltre al titolare, c’erano anche alcuni clienti. In entrambi i casi i titolari delle due attivita’ sono stati denunciati per la violazione dell’articolo 650 del codice penale.

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