Chiude lo zuccherificio di Celano. Cancellati cento anni di bietola

Redazione
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f-x-trattori-scipero1.jpgIl ministro Alemanno ha deciso di abbandonare il settore bieticolo-saccarifero in cambio di un ampio indennizzo.
Per i lavoratori del settore il risultato ottenuto è quanto di peggio ci si potesse aspettare.
Taglio del 50% della quota attuale, 13 stabilimenti da chiudere, cancellazione della bieticoltura al Sud e al Centro dell’Italia.
Il taglio al prezzo dello zucchero è stato del 36% e il prezzo della bietola verrà sostenuto per 5 anni con aiuti nazionali, inseriti ogni anno in finanziaria al termine dei quali sarà difficile continuare la coltivazione della bietola anche nelle poche aree rimaste.
Una debacle totale, impostata sulla volontà del ministro Alemanno di farsi pagare lo smantellamento del settore.
L’impatto occupazionale sarà pesantissimo. La tanto minacciata minoranza di blocco si è subito sfaldata, con la complicità dell’Italia che ha scelto una strategia negoziale ben lontana dagli otto punti del documento presentato e dal Piano di settore nazionale.
Insieme al sindacato, gli unici ad opporsi sono state le associazioni dei bieticoltori ANB e CNB, ma evidentemente la strada imboccata era ormai senza ritorno. Ora non resta che lavorare sulle alternative produttive.
Il Ministro ha affermato che con parte degli indennizzi disponibili a fronte della chiusura dei 13 stabilimenti, saranno garantite alternative certe in grado di rispondere al grave impatto occupazionale.
Di certo oggi perdiamo migliaia di posti di lavoro per averne qualche centinaio forse dopodomani. Le alternative indicate nella produzione delle energie rinnovabili sono tutte da costruire e soprattutto da sostenere con scelte governative di lunga prospettiva.
Basteranno le promesse di Alemanno in questo scorcio di legislatura?
Va da subito definita la crisi di settore e l’accordo quadro per gestire le ricadute sociali ed entro due mesi il Governo deve assumere provvedimenti definitivi sulle riconversioni. La nostra azione, sostenuta dalla mobilitazione dei lavoratori dovrà cogliere questi risultati.
Sul versante industriale, le aziende saccarifere hanno scelto i quattrini alla produzione dello zucchero, e questo cambia le nostre strategie negoziali.
Anche i lavoratori sceglieranno di non perdere salario.
Tutti affermano di avere progetti di riconversione pronti. Sarà bene ci sia una forte accelerazione se si vuole il governo del settore.

(L’articolo è frutto di una sintesi di un duro comunicato
emesso il 25 novembre dalla Fai Cisl)

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