CHIETI: Esposto di Giardinelli contro DECO – La nota di LIBERA Abruzzo –

Redazione
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Chieti, 14 marzo 2014

La presenza odierna di Libera-Abruzzo a questa conferenza-stampa, nell’ottica dei fini perseguiti e delle battaglie sostenute da LIBERA, Associazioni nomi e numeri contro le mafie, trova la sua ragion d’essere principalmente in due ordini di motivi, che qui di seguito illustro brevemente.

a)     L’agibilità della Politica – con la «P» maiuscola – è un campo prezioso, da proteggere. In presenza di vicende-argomenti-legittimi dubbi attinenti la sfera pubblica, ovvero riguardanti le “cose della città”, tale sfera deve essere intangibile. Il più largo dispiegamento dell’attività dei membri dei consessi elettivi – come d’altronde quella propria di tutti gli altri cittadini – deve essere la prima casamatta della Politica, intesa come amministrazione dei Territori.

Sempre più spesso invece, negli Abruzzi, si assiste a tentativi di compressione di tale sfera di agibilità e di azione, e molte altre volte il pericolo che ciò possa verificarsi o estrinsecarsi nelle più svariate forme, talvolta subdole, sta fortemente limitando, quando non inquinando, il dibattito pubblico, spesso soffocandolo addirittura sul nascere.

b)    La situazione della gestione integrata dei rifiuti urbani nella Regione Abruzzo è da tempo fonte di preoccupazione per Libera-Abruzzo. Fatte salve alcune vicende giudiziarie in corso di accertamento, sulle quali decideranno i Giudici, si assiste da tempo al consolidamento di posizioni rilevanti, se non dominanti, in tale “mercato”, ed alla particolare corsa a realizzare nuovi impianti, soprattutto di trattamento, corsa che non pare esattamente coerente con le esigenze della popolazione e della domanda “locale”, entrambe attestate ad un livello di richiesta molto più basso. Recenti vicende sia aquilane che teramane e chietine hanno ingenerato un dibattito, purtroppo subito abortito, sulla inutilità della destinazione di molte risorse per come decise attraverso il «Programma PAR FAS 2013 Obiettivo 3 “Rifiuti” – Sistema impiantistico di trattamento / riuso / recupero». Polemiche che hanno attestato la frammentarietà di una gestione complessiva che in passato sembrava vòlta soprattutto per mantenere tutto il sistema in una situazione di pre-emergenza, e che ad oggi pare smentire ad ogni passo il “rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità per la gestione integrata dei rifiuti urbani, nonché di separazione delle relative funzioni amministrative di organizzazione e di controllo da quelle di erogazione dei servizi” invocati dalla norma nazionale e regionale.

La recente riforma adottata, al termine della Legislatura, dalla giunta Chiodi in tema di rifiuti (L.R. 21 ottobre 2013, n. 36) pare in effetti inidonea a spezzare dei meccanismi ormai sedimentati. In particolare, c’è molto scetticismo su come e quando la struttura appena costituita, l’AGIR (acronimo che sta per “Autorità per la gestione integrata dei rifiuti urbani”) riuscirà ad entrare in funzione, gestendo i rifiuti dell’ATO ABRUZZO, ovvero l’ambito territoriale che va ricomprendere tutti i comuni della Regione. Molto complessa appare in particolare la “fusione fredda” che si imporrà tra i vari enti gestori del servizio dei rifiuti sul territorio, che hanno peraltro realtà (pubblico-private), dimensioni e situazioni locali molto differenti e difficilmente conciliabili. Come per l’Acqua, con l’omologo ente ERSI (che è in via di costituzione da oltre due anni), anche il ciclo dei rifiuti è finito in mano ad un Commissario Unico Straordinario, individuato egualmente in un dirigente regionale, a perpetuare, di fatto, le figure e le strutture che per anni hanno incarnato e prodotto l’attuale sistema, i cui esiti sul territorio regionale, e per l’ambiente, sono sin troppo noti perché vi si debba accennare in questa sede. Sotto questo profilo, forte è il timore che il livello della politica sia subordinato a quello delle strutture burocratiche regionali (che da anni, singolarmente, non vedono alcun turnover, di nessun tipo), burocrazia a sua volta facile preda dei cosiddetti “poteri forti”. A dire e intendere, con tale locuzione, “poteri forti“, senza demonizzare alcuno, quegli operatori privati che per il fatto di avere realizzato gli impianti di trattamento meccanico-biologico e in grado, comunque, di chiudere la filiera del trattamento (anche con il CDR), hanno un indubbio potere di convincimento da spendere ed esercitare sia verso i comuni che verso i responsabili delle strutture regionali, per il solo fatto che lo smaltimento dei rifiuti è attività che deve essere garantita senza soluzione di continuità.

A ciò si aggiunga la circostanza che la sopravvenienza della recente riforma regionale, unita alla disattivazione referendaria del D.L 138/2011 in tema di realizzabilità e di gestione concorrenziale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica – che avrebbe comportato, oltre che una verifica puntuale delle condizioni di un affidamento del servizio, la necessità di una scelta con gara, da parte del contraente pubblico, della parte privata con la quale eventualmente unirsi per fare affari -, ci ha precipitati in un sistema ingessato di affidamenti del servizio che ripercorrono una logica “vecchia”. E’ del mese scorso la notizia che  Ambiente S.p.A., la società pubblica dei comuni pescaresi per la gestione del ciclo dei rifiuti, ha firmato il contratto con Deco S.p.A. per la prosecuzione dei servizi di trasbordo, trasporto, trattamento e smaltimenti dei rifiuti urbani dei Comuni soci di Ambiente S.p.A. fino al 31 dicembre 2014. La qual cosa, legittima, ove non si scorgessero ancora gli effetti della chiusura della discarica di Colle Cese e, inoltre, non si evidenziassero le solite stigmate dell’eterna emergenza che regna in materia, non sarebbe così disdicevole. Ma se si effettuassero le gare per gli affidamenti sarebbe meglio…. fermo rimanendo l’assunto che il risultato darebbe probabilmente lo stesso esito al quale oggi assistiamo… giacché  l’impianto di Casoni è di capienza enorme.

Qualche appunto…

1)     Negli anni scorsi, soprattutto su “Il Martello del Fucino” (giornale del quale sono direttore), si è trattato molte volte dell’argomento rifiuti, con particolare riferimento all’Abruzzo interno. In occasione di una lunga vertenza che ha visto detto giornale affiancare il WWF ITALIA in un ricorso al Tar Abruzzo – rivelatosi poi vittorioso – contro il progetto di discarica di Valle dei fiori di Gioia dei Marsi, venne in rilievo una questione sulla viabilità e delle relative infrastrutture molto simile a quella oggetto dell’intervento del consigliere comunale Giardinelli, la qual cosa mi conferma nell’opinione che qualcosa non è esattamente tarato nei meccanismi autorizzatori…

2)     Sul sito www.site.it, ci siamo poi occupati più volte del bizzarro (non saprei in quale altro modo definirlo) accordo della primavera 2013 intervenuto tra la Regione Lazio e la Regione Abruzzo per ovviare, in minima parte – e, si saprà, dopo, per pochissimi giorni (la questione venne poi trattata anche dalla stampa nazionale, ricordo a proposito Trocchia su “il Fatto Quotidiano”) – all’emergenza nel territorio di Roma Capitale. Destinatario di quella minima quota di rifiuto urbano da trattare proveniente dal Lazio era proprio Casoni… A prescindere dall’episodio in sé, io rifletterei sul dubbio se per gli Abruzzi sia in piedi una via romana allo sviluppo tramite…. l’immondizia. Tale sospetto è invero avvalorato anche dalla proposta di realizzazione di altri insediamenti sovrastimati, guarda caso sulla dorsale autostradale, nella Marsica (non c’è più bisogno di importare il rifiuto urbano indifferenziato, ormai il business è sui tanti prodotti collaterali, derivati e accessori). Una subalternità che risale a tempi passati, e che già dagli anni Ottanta vede reiterare quell’idea dei cosiddetti termovalorizzatori (erano tre già nell’idea originaria di Snam…) che le nostre esigenze interne, abruzzesi, non giustificherebbero economicamente, e che non avrebbero dignità di esistere se non in funzione della “produzione” di grandi metropoli a noi geograficamente vicine.

Angelo Venti

Coordinatore LIBERA Abruzzo

 abruzzo@libera.it

 

Primadanoi.it:

Rifiuti. Giardinelli: «no all’accordo Comune-Deco per Casoni» 

 

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