Celano, operazione Acqua Fresca – Interrogatori di garanzia, Santilli e Piccone non rispondono

Redazione
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Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, Maria Proia, si avvalgono della facoltà di non rispondere Settimio Santilli, sindaco di Celano, in provincia de L’Aquila, e il vicesindaco Filippo Piccone, arrestati nell’ambito dell’inchiesta Acqua fresca.

Sono 56 le persone indagate dai ministeri Roberto Savelli e Lara Seccacini, coordinati dal procuratore Andrea Padalino Morichini. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale dell’Aquila, oltre all’esecuzione di 25 misure interdittive, hanno arrestato il 22 febbraio 8 persone, tra tecnici, imprenditori e professionisti legati al comune marsicano.

Il primo cittadino di Celano è agli arresti domiciliari mentre l’ex parlamentare Piccone è finito in carcere a Vasto (Chieti). Su consiglio dell’avvocato Antonio Milo i due non hanno risposto oggi alle domande. “Piccone per evidenti ragioni di salute” ha sottolineato il legale che il 23 febbraio ha presentato una istanza urgente degli arresti domiciliari per il vicesindaco supportata, a quanto pare, da un certificato datato 22 febbraio. Anche al primo cittadino Santilli lo stesso legale ha consigliato di presentare una successiva richiesta ai magistrati, data la complessità delle carte da esaminare, sarebbero migliaia di pagine. Nei prossimi giorni dunque i due chiederanno di essere sentiti.

Il sistema Celano potrebbe essere collegato ad altri comuni marsicani, risulterebbe dalle carte del corposo fascicolo d’inchiesta, l’avvocato Milo è tuttavia convinto che, sulla vicenda, tutto sia stato fatto sempre per consentire al Comune marsicano di ottenere un risparmio, un utile.

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