CAM – Tedeschi condannato a restituire 600mila euro. Chi eseguirà il recupero?

Redazione
Redazione
6 Minuti di lettura

di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

L’avv. Gianfranco Tedeschi – ex dominus del CAM – è stato condannato dal Tribunale civile di Avezzano a restituire al Consorzio acquedottistico oltre 600mila euro indebitamente percepiti.

Secondo il Tribunale Tedeschi, per il periodo compreso tra il 2007 e il 2012, non poteva percepire i cospicui emolumenti del Consorzio acquedottistico marsicano, in quanto già destinatario dei compensi come sindaco di Cerchio, Comune socio del Cam. Da qui la condanna alla restituzione di oltre 600mila euro indebitamente incassati, oltre agli interessi e alle spese legali.

Ricordiamo che questa azione giudiziaria fu avviata nel luglio 2017 da Paola Attili, all’epoca Presidente del Consiglio di gestione del Cam. L’Attili, a seguito della seconda sentenza della Corte dei Conti che intimava al Cam di attivarsi per il recupero delle somme, assegnò tale mandato all’avv. Mario Limone, che si rivolse al Tribunale civile. Questo, per l’Attili, fu praticamente il suo ultimo atto da Presidente: subito dopo fu sostituita dalla nuova governance, voluta dall’allora sindaco di Avezzano Gabriele De Angelis e guidata da Manuela Morgante.

Disastro Cam e Grande Marsica

Il Sindaco Gianni Di Pangrazio, mentre tenta di orientare politica locale (e stampa) verso i nuovi e più esaltanti orizzonti delle Adunanze dei sindaci e della Grande Marsica, sulla questione Cam resta invece silente. Perché?

Eppure, gli oltre 100 milioni di debito accumulati dal Consorzio acquedottistico marsicano – il cui maggiore azionista è proprio il Comune di Avezzano – sono la vera Spada di Damocle che ciondola sulla testa dei 30 Comuni soci. Ma nessuno ne parla più.

Questa ultima sentenza di condanna di Gianfranco Tedeschi potrebbe rappresentare, quindi, la vera cartina di tornasole per scoprire le reali intenzioni non solo di Di Pangrazio, ma anche di tutti quei sindaci marsicani che sono alla guida di Comuni che del Cam sono soci. Oltre che della lunga schiera dei creditori del Consorzio acquedottistico marsicano.

Allora le domande che attendono risposta sono:

  • I novelli condottieri marsi – tra un’adunanza dei sindaci e le mobilitazioni per la Grande Marsica – tenteranno di incassare i soldi indebitamente percepiti da Tedeschi?
  • La nuova governance del Cam, cosa farà dopo l’ultima sentenza?
  • E come agirà la lunga schiera di creditori del Cam?

La sentenza del Tribunale di Avezzano

La sentenza n. 267/2020, pubblicata il 24 dicembre scorso, è stata emessa dalla dott.ssa Roberta Mastropietro, giudice monocratico della sezione civile del Tribunale di Avezzano.

Questo il dispositivo di condanna:

“Accertata l’indebita percezione degli emolumenti erogati in suo favore dal Cam nel periodo luglio 2007 al 2012, condanna il sig. Gianfranco Tedeschi alla restituzione del complessivo importo indebitamente percepito a tale titolo di euro 600.711,44, oltre a interessi legali (…) Condanna il convenuto alla refusione delle spese di lite soste nute dall’attore, che liquida in euro 27.852,00 per compensi ed euro 1.713,00 per esborsi, oltre il rimoborso forfettario per spese generali al 15%, c.p.a. Ed i.v.a. Come per legge”.

Ricordiamo che questa sentenza del tribunale civile va ad integrare e completa due precedenti sentenze, entrambi di condanna di Tedeschi, già emesse dalla Corte dei conti. La sentenza di primo grado è la n. 38 dell’aprile 2017, quella di secondo grado è la n. 397 del novembre 2019.

Tedeschi, uno e trino

Il compito principale, sia dei giudici contabili che di quelli civili, è stato quello di chiarire se Tedeschi aveva percepito gli emolumenti dal Cam in qualità di Presidente del CdA, di Amministratore delegato oppure di Direttore generale del Cam. Una questione che non è di lana caprina

Il punto è che l’ex dominus del Cam, nel periodo 2007-2012, ricopriva anche la carica di Sindaco del Comune di Cerchio, a sua volta socio del Cam.

E qui sta il problema. La legge 296/2006 e il DL n. 78/2010 stabiliscono che chi riveste contemporaneamente la carica di amministratore di un ente locale (nel caso, sindaco del comune di Cerchio) e di componente degli organi di amministrazione di società di capitale partecipate dallo stesso Ente (nel caso, Consorzio acquedottistico marsicano), “non può cumulare gli emolumenti riconosciuti per ciascuna carica, spettandogli solo quelli previsti per la carica elettiva”.

Sia per i giudici contabili della Corte dei Conti che per il giudice civile del Tribunale di Avezzano, quindi, Gianfranco Tedeschi per quegli anni doveva percepire solo i compensi come sindaco di Cerchio e deve invece restituire gli emolumenti, ben più cospicui, percepiti dal Cam.

VAI ALL’INCHIESTA COMPLETA:

CAM, IL BUCO CON L’ACQUA INTORNO

Condividi questo articolo