Insediato il nuovo Consiglio di amministrazione di Banca del Fucino, il prestigioso istituto bancario fondato nel 1923 dal principe Giovanni Torlonia e ora divenuta la capogruppo del Gruppo Bancario Igea Banca.
Come rende noto la stessa banca in un comunicato, questi i nuovi componenti del CdA nominati nell’Assemblea dei soci svoltasi il 4 luglio scorso: Presidente Mauro Masi (riconfermato nell’incarico), Amministratore delegato Francesco Maiolini (già Vicepresidente), mentre gli altri membri sono Luigi Alio, Marco Bertini, Gabriella Covino, Bernardino Lattarulo, Francesco Orlandi, Fabio Scaccia. Sono stati inoltre nominati nel CdA – quali Consiglieri indipendenti – anche Susanna Levantesi, Manuela Morgante e Salvatore Paterna. Nel corso dello stesso consiglio, costituiti anche due organismi endoconsiliari: il Comitato Rischi, composto da Presidente e Consiglieri indipendenti, e il Comitato degli Amministratori indipendenti.
Manuela Morgante nel CdA di Banca del Fucino
Scorrendo l’elenco dei componenti del nuovo CdA della banca, a balzare agli occhi di noi marsicani è soprattutto il nome di uno dei tre Consiglieri indipendenti: Manuela Morgante.
A meno che non si tratti di un caso di omonimia, potrebbe trattarsi dell’attuale Presidente del Consiglio di gestione di CAM spa, nominata ai vertici del Consorzio acquedottistico marsicano il 1 agosto 2017 e dove dovrebbe rimanere in carica fino all’approvazione del bilancio 2022.
Nel caso si tratti della stessa Manuela Morgante, la nostra redazione esprime i più sentiti auguri alla Presidente del Cam per la recentissima nomina anche nel CdA di Banca del Fucino, se invece dovesse trattarsi di semplice omonimia, saremo ben lieti di pubblicare eventuali smentite o precisazioni.
Affaire CAM e Banca del Fucino
Al netto della verifica su questo ulteriore link della Morgante, esistono altri collegamenti curiosi tra Cam e Banca del Fucino. Si tratta di due nomi: il prof. Alberto Dello Strologo e la società Kpmg.
Al Cam – Presidente del Consiglio di gestione Manuela Morgante – i due lavorano in tandem al Concordato preventivo, approvato dal Tribunale di Avezzano. Il primo come Professionista attestatore, il secondo con gli incarichi di Advisor finanziario e di Supporto contabile attività attestatore. Due ruoli di rilievo e dalle parcelle pesanti:totalizzano finora 331mila euro il prof. Dello Strologo, 190mila euro la Kpmg Advisor spa (una controllata della Kpmg spa, appartenente al network Kpmg).
Lo stesso tandem al lavoro nel Cam lo ritroviamo anche dentro Igea Banca spa, l’istituto di credito che con una tanto audace quanto complicata operazione detta di “fusione inversa”, ha acquisito il controllo della Banca del Fucino.
Il professor Alberto Dello Strologo è seduto tra i membri del Consiglio di amministrazione di Igea Banca con il ruolo di Amministratore indipendente non esecutivo.
La Kpmg, invece, per questa banca svolge la revisione legale dei bilanci e, soprattutto, ha curato anche la due diligence nell’acquisizione di Banca del Fucino, cioè tutte le investigazioni e gli approfondimenti necessari per valutare la convenienza dell’operazione. Non solo. Tra gli Enti pubblici oggetto di revisione legale da parte di Kpmg, figura anche Banca Nuova spa: questo ulteriore link, però, lo approfondiremo più avanti, in fondo all’articolo.
Sui link curiosi tra Cam e Banca del Fucino avevamo comunque già scritto nel febbraio 2020 un articolo, per il quale abbiamo subìto da una società specializzata sulla ripulitura dal web di notizie sgradite, pressanti richieste per la sua cancellazione. Ad ogni buon conto, l’articolo in questione è consultabile a QUESTO LINK
Le performance finanziarie di Banca del Fucino
Insieme alla nomina del nuovo CdA, sono stati diffusi in una nota anche i numeri positivi della incredibile performance della Banca del Fucino dopo il passaggio di mano dalla famiglia Torlonia.
Nel primo semestre di quest’anno la raccolta diretta da clientela è in crescita del 37% rispetto al dicembre scorso, mentre gli impieghi segnano un +20 %. Al 31 marzo scorso Banca Fucino registrava un Cet1 ratio del 13,2% (+47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Lo scorso anno, il primo dopo l’integrazione nel gruppo Igea, si era chiuso con una crescita di tutti gli aggregati e un utile ante imposte di 1,2 milioni, conseguente alla scelta gestionale di effettuare un ulteriore rafforzamento del coverage sui crediti, peraltro a fronte di una forte riduzione dello stock di Npl.
Una banca da 1.200 euro
I numeri estremamente positivi che Banca del Fucino registra oggi stridono fragorosamente con quelli fortemente negativi di ieri, prima cioè che la famiglia Torlonia la cedesse. Un fatto che meriterebbe, da solo, un approfondimento più serio.
Come riferisce il “Quotidiano del sud” in un articolo del 16 gennaio 2020, i Torlonia nel dicembre 2018 firmarono un patto che prevedeva la cessione di Banca del Fucino “valutata nel 2016 circa 390 milioni di euro, per la cifra simbolica di 1200 euro, alla Igea Spa, che da parte sua si impegna a non sollevare questioni di responsabilità in caso di anomalie delle gestioni precedenti”. Insomma: azzeramento del valore della banca romana in cambio dell’immunità per i vecchi amministratori.
Confessiamo di essere completamente digiuni del funzionamento del sistema bancario e finanziario, ma pensiamo che l’esaltante prestazione finanziaria registra da Banca del Fucino negli ultimi due anni – e soprattutto le modalità con cui è finita nel Gruppo Igea Banca – non sono state sufficientemente indagate dalla stampa nazionale, tantomeno dalle testate specializzate in economia e finanza.
L’Affaire Banca del Fucino
La vera storia della perdita del controllo della banca di famiglia da parte dei Torlonia, probabilmente, è ancora tutta da scrivere.
Certo è che questa resistibile scalata a una prestigiosa banca capitolina, radicata nella curia e nei salotti dell’aristocrazia romana e con agganci storici con lo Ior e la finanza vaticana è, oggettivamente, molto strana.
La vulgata generale, rilanciata negli scorsi anni anche dalla stampa nazionale, vuole che questo è solo il risultato di una volgare lite di famiglia per l’eredità, con tanto di denunce e sequestri cautelari per decine di milioni di euro. Sarà.
Pesce piccolo mangia pesce grande
Sul passaggio di mano della banca dei Torlonia, un approfondimento lo meriterebbe anche l’autore del colpaccio: Igea Banca. Infatti questo sarebbe il primo caso in cui un istituto di credito siciliano fa shopping di banche fuori dall’isola.
Ma a rendere questa operazione più unica che rara è anche un altro motivo: ci troviamo di fronte, almeno in apparenza, a un pesce piccolo che mangia il pesce grosso. Infatti Igea Banca (4 sportelli, appena 4 anni di vita e 81 dipendenti), assorbe per fusione inversa Banca del Fucino (30 sportelli, quasi cento anni di storia sulle spalle e 331 dipendenti). E Igea ha ereditato, dalla Banca del Fucino, non solo il marchio ma anche una ramificata rete di solide e preziose relazioni.
Due banche, stessi dirigenti
Ma al di là delle facili dietrologie, nella primavera 2020 la situazione nelle due banche è questa. In Banca del Fucino il Presidente del Cda è Mauro Masi, il Vice Presidente Francesco Maiolini. Invece a Igea Banca troviamo quest’altro schema: il Presidente del Cda è Mauro Masi e il Direttore generale Francesco Maiolini. Trovate voi le differenze.
Nascita e miracoli di Igea Banca
La sede legale di Igea Banca è a Roma ma le radici sono in Sicilia.
Igea Banca nasce nel novembre 2015, dopo il via libera di Banca d’Italia alla fusione di Igea finanziaria con la Banca popolare dell’Etna, società cooperativa catanese in amministrazione straordinaria dall’aprile 2014 e con la dirigenza coinvolta in una serie di indagini giudiziarie.
Le cronache giornalistiche siciliane dei primi mesi del 2016 salutano la nascita del nuovo istituto di credito elencando i nomi e i curriculum di soci e membri del Cda. Si tratta di noti imprenditori catanesi, docenti universitari e primari palermitani, commercialisti messinesi e famiglie ragusane note per gli investimenti nel settore petrolifero. E la stampa isolana segnala anche che: “L’Istituto è guidato da un drappello di ex dirigenti di Banca nuova, da Gaspare Cacciatore a Giacomo Vitale, da Michelangelo Minnella a Nicola Colabella”. E soprattutto, indicandolo come il Patron della neonata banca, fanno notare che alla guida c’è il rampante Direttore generale Francesco Maiolini: “l’ex manager e fondatore di Banca Nuova, tornato nella scena bancaria dell’Isola dopo il divorzio con la Popolare di Vicenza e il suo fondatore Zonin”.
Banca Nuova e le “Barbe finte”
Il link principale tra Banca del Fucino, Igea banca e Banca nuova è il manager Francesco Maiolini che, in tutti e tre gli istituti bancari ritroviamo sempre in posizioni di vertice.
Banca Nuova Spa nasce a Palermo come controllata della Banca popolare di Vicenza di Zonin. Nel 2018, a seguito del crac finanziario, insieme alla sua capogruppo è stata fusa per incorporazione in Intesa Sanpaolo.
E’ finita al centro di due clamorose inchieste di Report curate da Paolo Mondani: “L’apostolo dell’antimafia” del 12 novembre 2018 e “Codice Montante” del 24 aprile 2019.
Molto interessante questo video con la sintesi video dell’inchiesta di Mondani su Report, in cui un ex funzionario di Banca Nuova racconta la genesi della banca siciliana e i rapporti con il sistema Montante e i servizi segreti.
PER GUARDARE LA SINTESI DI REPORT CLICCA QUI
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