Avezzano – Sindaco Di Pangrazio condannato a 16 mesi: lo sostituisce Di Berardino?

Redazione
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Avezzano perde la testa. Il sindaco Gianni Di Pangrazio condannato in primo grado a 16 mesi, pena sospesa. Per la legge Severino, il sindaco dovrebbe essere sospeso dalla carica: a sostituirlo potrebbe essere chiamato il vicesindaco, Di Berardino, sembra per un periodo di 6 mesi.

La sentenza è stata pronunciata nella tarda serata di lunedì 5 luglio. Di Pangrazio sarebbe stato condannato solo per 3 dei 7 viaggi in auto blu: si parla di un danno erariale per l’Ente di circa 600 (seicento) euro. Assolto invece per alcuni degli altri capi d’imputazione contestati.

L’inchiesta si trascina dal 2016 ed è relativa anche a presunti reati consumati a partire dal 2013. Insieme al Sindaco di Avezzano erano imputati anche la Dirigente Paola Contestabile e i tre autisti Anna Maceroni, Maria Pia Zazzara e Mario Scimia, che rischiano però pene di poco più lievi: per loro le richieste dei pm sono comprese tra 3 anni e otto mesi e 1 anno. Un altro autista Ercole Bianchini, coinvolto inizialmente nella stessa inchiesta, ha già patteggiato una pena a 2 anni.

Prescritto il reato più grave

Non solo auto blu. I Pm Gallo e D’Avolio – che avevano chiesto per Di Pangrazio una condanna a 4 anni e 6 mesi – avevano infatti contestato all’imputato anche il reato di Falso e Abuso, relativamente a un episodio di un suo presunto coinvolgimento per cifre più consistenti: 18mila euro l’anno.

Secondo i Pm, si tratterebbe di un episodio di cui Di Pangrazio si sarebbe reso protagonista in merito alla regolarità tecnica della riorganizzazione della Provincia, ente di cui era dirigente. Si tratterebbe, in particolare, di una Delibera del 2011 con la quale la Provincia dell’Aquila istituiva un Dipartimento speciale.

Secondo la pubblica accusa Di Pangrazio – nella sua veste di Dirigente della Provincia – avrebbe omesso di astenersi dalla partecipazione alla formazione di quell’atto nonostante la sussistenza di un suo presunto interesse personale, in quanto:

perfettamente a conoscenza che il giorno successivo sarebbe stato nominato Direttore dell’istituendo Dipartimento speciale, nomina frutto di composizione che lo vedeva interessato, procurandosi così l’ingiusto profitto di 18mila euro annui quale retribuzione accessoria”.

Su questo reato, a seguito dell’intervenuta prescrizione, non sarà possibile accertare la verità. A meno che Gianni Di Pangrazio non rinunci alla prescrizione, chiedendo la prosecuzione del processo.

IL COMMENTO DEL SINDACO ALLA SENTENZA DI CONDANNA:

Nella mia vita, ho sempre sostenuto che le sentenze non si commentano, ma si rispettano. Ci tengo a precisare, tuttavia, di non condividere assolutamente il verdetto odierno; questa pronuncia distorce la realtà dei fatti e offusca l’immagine di un uomo, di un padre, di un funzionario pubblico e di un sindaco che ha dedicato tutta la vita al servizio dello Stato. Pertanto, continuerò a battermi nel giudizio di appello, per provare la mia totale estraneità ai fatti, senza alimentare inutili polemiche. Posso constatare, in ogni caso, che la quasi totalità delle accuse a me rivolte sono cadute nel vuoto. Essenzialmente, infatti, sarei responsabile di una presunta spesa di circa 250 euro, a fronte di oltre 60.000 euro di indennità personali lasciati nelle casse comunali. Sono certo che nel processo di appello, che si terrà tra pochi mesi, riuscirò a dimostrare la mia innocenza, anche rispetto all’accusa residua, così come già avvenuto per molte delle contestazioni avanzate in primo grado. Infine, voglio ringraziare di cuore i tanti cittadini che non hanno mancato di farmi sentire la propria vicinanza; a tutti loro, prometto di spendermi ancora di più per il bene di Avezzano“.

Dichiarazione del sindaco Di Pangrazio, diffusa dall’Addetto stampa del Comune di Avezzano

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