Una “Frattura pluriframmentaria scomposta chiusa terzo distale del perone e della tibia sx – con intervento chirurgico di – Riduzione e osteosintesi con placca e viti alla tibia sx. Prognosi 60 giorni”.
La brutta frattura è la conseguenza di un incidente avvenuto alle 23.30 di venerdì 14 settembre in pieno centro di Avezzano, nell’isola pedonale di piazza Risorgimento. A causarlo sarebbe stato uno dei cordoli della nuova pista ciclabile che corre su uno dei lati della piazza, in via Marconi.
Un incidente grave, destinato a rinfocolare la polemica che imperversa in città contro la realizzazione della pista ciclabile, anche se questa volta sotto accusa sono solo i cordoli utilizzati per delimitarla.
In Italia le separazioni delle piste ciclabili sono realizzate con tante tecniche: strisce disegnate a terra, cordoli (di vario tipo), gradini che separano i livelli delle corsie. Su ognuna di queste soluzioni si registrano però dei pro e dei contro.
Eppure in Europa le soluzioni migliori per le infrastrutture ciclabili sono sostanzialmente vecchie di un secolo e sono semplici, funzionali ed economiche. In Danimarca – ad esempio – le caratteristiche delle piste ciclabili vengono definite in base alla velocità delle auto nella strada attigua.



- 10-30 km/h: nessuna separazione
- 40 km/h: separata con una striscia dipinta
- 50-60 km/h: separata con un gradino di 2 cm
- 70-130 km/h: completamente in sede separata
- La pista/corsia ciclabile è posizionata a destra dei parcheggi
- Piste bi-direzionali solo se la pista è in sede separata
Se Avezzano fosse in Danimarca, quindi, basterebbe destinare alcune strade a piste ciclabili, istallando dei semplici ed economici cartelli con limite di velocità per le auto. E magari anche qualche albero…