Avezzano, gli altri alberi che «mancano»

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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Di recente, durante una visita a un vecchio amico ho ricevuto una dritta: contare tutti gli alberi «mancanti» nelle piazzuole della città. Una ricerca più ampia della mia che si è sempre svolta nella parte interna (alla mezzeria) del Quadrilatero; ci ho pensato per una settimana e poi ho cominciato.

È stato un giro interessante perché mi ha ricordato com’era organizzata la nuova città fino al termine degli anni Sessanta. Era alberato il nuovo centro direzionale proposto dal Prg nel 1916, l’interno del vecchio, la stazione ferroviaria, la fascia nord-est fino alla ferrovia dello zuccherificio e le arterie. I filari, come nel Quadrilatero, mostrano ai nostri giorni – non di rado – delle interruzioni. Ce ne accorgiamo percorrendo che so, via XX Settembre per ciò che riguarda le vie di comunicazione (parte interna della Tiburtina Valeria: SR 5). (Vi è più di un caso in cui un gruppetto isolato di tre piazzuole contiene due o un albero – non si può definire filare: non sono rientrati nel mio conteggio, nonostante la loro notorietà). Vi sono delle piante ormai andate.

Ecco il risultato; solita premessa: potrebbero esserci degli errori per difetto. Colonna (via M.): 5; Corradini (via C.): 2; Jatosti (via B.): 4; Garibaldi (via G.): 9; Lolli (via E.): 5; Mattei (via O.): 1; Matteotti (piazza G.): 9; Monte Nero (via): 2; Monte Velino (via): 1; Pace (via della): 2; Palanza (via U.M.): 3; Roma (via): 2; Sabotino (via): 21; San Francesco (via): 2; Valerii (via mons. D.): 5; Vezzia (via): 6; Vidimari (via L.): 18; XX Settembre (via) 3. Il totale è 100. A questo numero vanno aggiunti i 257 del conteggio precedente – ne avevo saltato un paio intorno ai giardini pubblici. Si raggiunge così quota 357; si sfonda il tetto dei quattrocento, considerando gli alberi abbattuti nelle due pinete dalle ventate negli ultimi inverni. (A proposito: quanti dovrebbe contenerne il futuro cosiddetto «parco urbano più grande d’Abruzzo»?).

Ho scoperto, semplicemente contando, perché via Sabotino mi attrae meno di prima in tempo di fioritura; anche perché via della Pace è rimasta uguale, negli anni: nessun albero fatto fuori. È deprimente un simile numero: come metterci una pezza? Impossibile durante quest’Amministrazione, considerando il disinteresse sull’argomento dei partecipanti al ballottaggio delle Amministrative 2020; non era nei programmi elettorali più votati dai cittadini: il contenuto di quei foglietti di carta è da rispettare – d’accordo, il voto ad Avezzano è una questione essenzialmente clientelare. Ne occorre almeno un paio di Amministrazioni – che ne abbiano l’intenzione – per riparare un danno tanto corposo, dovuto a diversi decenni d’incuria. (Pur trattandosi di ordinaria amministrazione). Tutto questo, in un periodo in cui numerose organizzazioni mondiali, comunitarie e nazionali raccomandano di piantare alberi per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici ma, com’è noto, «Avezzano è Avezzano».

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.