Avezzano: due pezzi facili

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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Racconto un paio di fatterelli per far meglio comprendere in giro le costumanze dei «discendenti dei valorosi Marsi». A metà giugno, ho seguito una polemica politica riguardante il supposto «degrado» della copertura in piazza del Risorgimento. Ho registrato la solita reticenza – anche omertà – da parte di maggioranza e opposizione ma non solo la loro. La nota positiva nella vicenda è stata – alcuni giorni dopo – la notizia che Tekneko non farà più penetrare i suoi camion per la pulizia nel catino di detta piazza (22 giugno). (Non ricorderò certo la stessa resipiscenza da parte degli ambulanti, eppure siamo longevi in famiglia).

Ho poi letto una nota pubblicata dal presidente del Consiglio di sorveglianza Cam, Alfredo Chiantini (MarsicaLive, 21 giugno 2022); essa era rivolta a tutti gli utenti, come minimo. Secondo me era inutile e lo spiego subito. All’utente preme avere l’acqua dentro casa, laboratorio o locale accaventiquattro e a un basso canone; inoltre, considerando l’altissimo consumo di acqua in bottiglia è facile immaginare anche lo scarsissimo interesse dello stesso nei confronti della purezza e della durezza (°F) del liquido. (Io bevo normalmente acqua di rubinetto). Vale lo stesso discorso per altri generi di fornitura (gas, elettricità, telefonia) ed è difficile negarlo. È stato probabilmente inevitabile sconfinare nella politica, nel nostro caso. (Figure del genere sono di nomina politica, com’è noto).

«Oggi tutti si interessano di acqua». Le cose non sono messe in questo modo; è risicato il numero delle persone che da noi seguono la questione e la maggioranza di queste, lo fa in modo strumentale e perciò banale. Proseguo. «In realtà siamo di fronte all’incapacità di adattarci ad un nuovo contesto ambientale»; è questo un falso problema perché la specie Homo, come gli altri animali – soprattutto di una certa taglia –, di fronte a simili situazioni, va via, emigra, cerca un nuovo territorio; più che una questione di capacità, c’entra di mezzo la scarsa volontà politica di risolvere il problema. Vengo al sodo. «Il problema non sta nella quantità assoluta di acqua che cade sul territorio, ma nel modo in cui attraversa il paesaggio e nell’intensità idrica della nostra economia.». Può starci la prima parte, soprattutto negli ultimi sedici anni ho accennato più volte, nel web, alle catastrofi innescate dall’impermeabilizzazione del suolo, ho lodato la riduzione, da parte di alcune amministrazioni locali – soprattutto Oltralpe, Oltreoceano –, dell’asfalto, del cemento inutile presente nelle città; anche del recupero dell’acqua piovana: ne tratteniamo poca in Italia – bisognerebbe almeno quadruplicare la quantità. A questo punto: perché non premere sul proprio sindaco (maggioranza, opposizione) per ridurre la quantità di asfalto o di cemento inutile? Ad Avezzano, perché non estendere altrove, in numerose aree, il virtuoso modello del parcheggio di Poste italiane (centrale)? Nel capoluogo marsicano una colata di cemento troverà sfogo addirittura nell’area del futuro cosiddetto parco periurbano: «Un campo da volley e uno da basket, campi da bocce, un pump truck per biciclette e skate-board con tanto di spogliatoi e bagni.», in «Il Centro» 19 febbraio 2022. In breve: complessivamente mille metri quadrati di cemento? di più? Era accennato qualcosa che prevedesse il recupero dell’acqua piovana nei candidati sindaco alle ultime Amministrative? (È una domanda retorica, ok). Qualcosa sulle produzioni, sulle nuove tecniche di coltivazione nel Fucino, anche considerando i mutamenti climatici in corso? Nebbia fitta. (Non solo). Quando si registra che da anni vi è meno innevamento, perché non imbestialirsi se un qualsiasi comune montano delle nostre parti chiede quattrini per nuovi impianti di risalita? Tutti zitti e mosca i «discendenti dei valorosi Marsi»: è la specialità della casa. Non la prendo solo con Chiantini, se finora non sono stato chiaro. Non mi sarei allargato, al suo posto, per citare fenomeni di siccità: sarebbe bastata la cronaca regionale con il recente caso dei 341 giorni asciutti, «di secca» su 365 a Pescara.

Riassumo: producono che cosa quei due racconti? Nel primo caso, sono state (nuovamente) nascoste le cause e i protagonisti dei danneggiamenti in piazza del Risorgimento: nessun colpevole, non saranno perciò sostituite le numerose lastre di marmo danneggiate dal passaggio dei mezzi pesanti negli ultimi anni per evitare che siano nuovamente distrutte durante il primo mercoledì disponibile o una fiera; al contrario, noi siamo tutti ugualmente responsabili, peccatori nel secondo: non si muoverà foglia allo stesso modo.

P.S. Ringrazio, a titolo personale, l’amministrazione Di Pangrazio per avermi risparmiato – spero prosegua fino al 2025 –, sia la «frequentatissima» isola-non isola pedonale sul monte Salviano nel mese dedicato a Maria sia la Giornata mondiale dell’ambiente e quella della Bicicletta, entrambe diluite – generosamente – in una manifestazione cinematografica.

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.