Avezzano – Aggredito in piena notte finisce al Pronto Soccorso; 40enne avezzanese presenta denuncia contro ignoti in Procura

Luisa Novorio
Luisa Novorio
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Succede sabato notte. Dopo una simpatica serata con amici, si accompagna uno di loro per un tratto di strada e poi si continua da solo la passeggiata, giusto il tempo di estrarre del tabacco dal pacchetto e farsi una sigaretta. E’ da poco trascorsa mezzanotte.

Non si ode nessun rintocco, non si perde nessuna scarpetta invece compare, da dietro un furgone bianco parcheggiato, nascosta dal buio, un ombra che aggredisce il nostro protagonista. Una vigliaccata maggiore considerando che Massimo (nome per ora di fantasia) il suo percorso lo compie appoggiato a un bastone, per una recente operazione subita alla caviglia.
Via Catania è l’unica testimone di questa aggressione. L’uomo dà un calcio all’unico sostegno di equilibrio di Massimo che, destabilizzato, cade a terra battendo sia la testa, sul muretto di recinsione del campetto di gioco quello adiacente il “palestrone”, sia l’anca in seguito allo spintone ricevuto.
Il pacchetto porta tabacco finisce a terra e l’aggressore, ritenendo fosse un portafoglio si china per prenderlo. Massimo non si perde d’animo, anche perché al suo attivo ha un trascorso di studio di karate e di formazione di difesa personale, si aggrappa con forza al braccio dell’uomo e lo sbatte a terra bloccandogli la spalla che, con quella repentina manovra, percepisce di avergliela se non fratturata di certo lussata. In quella posizione di vantaggio gli assesta dei pugni e anche una gomitata alla mascella, ma il dolore alla caviglia a quel punto diventa insopportabile. Massimo si chiude a riccio e l’aggressore lo spintona, gli dà un calcio e scappa giù per via Catania, salta una recensione e scompare nei campi. Impossibile inseguirlo.
Massimo chiama un amico che, saputo quanto successo, lo raggiunge e lo accompagna al pronto soccorso.
Al pre-triage un operatore sanitario gli consiglia di chiamare il 112.
Ecco, qui inizia la vera inconcepibile storia.
Per chi leggendo si è preoccupato della salute di Massimo si può dire, considerando quanto gli è accaduto, che sta bene. Dopo gli accertamenti: tac cranica, radiografia al bacino e alla caviglia, fortunatamente non ha riportato lesioni ma traumi contusivi.
Dunque, Massimo telefona al numero unico di emergenza 112 (necessita ricordare che è un numero valido all’interno della Unione europea, attivo in tutti gli Stati dell’UE in caso di emergenza. n.d.r.). Dopo pochi minuti di attesa gli viene comunicato di chiamare il 113- numero referente la Polizia di Stato. Risponde una voce maschile che, dopo aver ascoltato l’accaduto e venendo a conoscenza che chi gli parla è al pronto soccorso, gli fornisce la seguente indicazione: “Lei si faccia refertare e lunedì venga a sporgere denuncia”. Sono ormai le 00,45.
Può un agente di polizia apprendere con tanta superficialità una aggressione di quel tipo? Far trascorre più di 24 ore per presentare una denuncia? Massimo lo ha raccontato, l’uomo nel frattempo potrebbe presentarsi anche lui al pronto soccorso in seguito alla probabile frattura alla spalla e al pugno ben assestato alla mascella. Ma se nessuno sa che quel paziente in realtà è un aggressore della peggiore specie? Lunedì mattina non sarebbe troppo tardi? Quindi, per essere presi in considerazione bisogna subire lesioni gravissime, giungere in fin di vita al pronto soccorso per essere considerati un “caso”. Meglio se l’aggressore fosse stato armato? E se fosse capitato a una donna?
L’aggressore è un uomo straniero sicuramente di colore, indossava un giubbino nero con due barre laterali verticali gialle.
La denuncia è stata presentata direttamente alla Procura della Repubblica.

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