A24 e A25, per il Consiglio di Stato, Strada dei Parchi non può garantire la manutenzione. La gestione resta all’Anas

Alfio Di Battista
Alfio Di Battista
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Avezzanola quinta sezione del Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, ha stabilito che l’Anas potrà continuare a gestire le autostrade A24 e A25, in attesa che il Tar del Lazio, il prossimo 20 settembre, si pronunci sulla revoca anticipata della concessione a Strada dei Parchi, decisa dal Consiglio dei Ministri a luglio.

Nell’ordinanza emessa il 25 agosto, si legge che la società del gruppo Toto non sarebbe in grado di assicurare la regolare prosecuzione delle attività di manutenzione ordinaria. Questa la motivazione che ha portato alla conferma dell’attribuzione delle competenze all’Anas, quale soggetto deputato alla manutenzione delle infrastrutture autostradali.

La stessa quinta sezione dello Consiglio di Stato, presieduta da Diego Sabatino, nel mese di luglio, aveva ribaltato il pronunciamento del Tar del Lazio, che invece aveva sospeso il decreto legge del Governo, poiché, secondo l’organo della giustizia amministrativa, in attesa di conoscere l’esito del giudizio di merito a settembre, la gestione sarebbe dovuta restare in capo a Strada dei Parchi.

La revoca della concessione, disposta il 7 luglio dal Consiglio dei Ministri, era stata motivata da presunti gravi inadempimenti da parte di Strada dei Parchi, la quale però, respingendo le accuse, aveva impugnando il provvedimento il cui merito verrà discusso davanti al Tar del Lazio il prossimo 20 settembre, tuttavia, lo scorso 11 agosto, con la conversione in legge del decreto, è stata sancita la risoluzione del contratto di concessione in via definitiva.

Ciò che resta è il pronunciamento del Consiglio di Stato che parrebbe suonare come la campana a morto su una querelle che non è detto riservi ulteriori colpi di scena. In effetti, leggere che Strada dei Parchi, ora non sarebbe più in grado di assicurare la regolare prosecuzione delle attività di manutenzione ordinaria, determinando con ciò, il progressivo deterioramento delle infrastrutture, lascia più di qualche perplessità.

Sarebbe interessante capire quali siano stati i criteri di valutazione del concedente circa la qualità delle manutenzioni apportate dal concessionario negli anni scorsi, dal momento che a quest’ultimo era sempre stata rinnovata la fiducia, fin dal 2000, anno in cui il gruppo Toto ottenne la concessione.

Nell’ordinanza è scritto che il deterioramento dell’infrastruttura imporrebbe la crescente assunzione di misure limitative nella fruizione della stessa, ciò a scapito degli utenti automobilisti e della loro sicurezza, con lo spauracchio di ulteriori aumenti dei pedaggi affatto proporzionati al servizio offerto. Non resta che aspettare per vedere se il caro pedaggi tornerà ad essere un tema all’ordine del giorno, magari dopo il 25 settembre.      

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