94. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – la carota del Fucino

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
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Gli effetti positivi della Riforma si riscontrarono in un primo raffronto tra il triennio pre-riforma 1948-1951 e il triennio post-riforma 1955-1958, calcolato tra i risultati produttivi delle colture fondamentali. La produzione del grano passò da 23 a 36 quintali per ettaro; quella della bietola da 260 a 388 quintali; quella della patata da 140 a 230 quintali. Il valore complessivo della produzione lorda aumentò del 69% e il reddito netto del 77%. E’ in questo clima di grande crescita che il servizio di assistenza tecnica dell’Ente Fucino sperimenta la coltivazione della carota che dà subito sorprendenti risultati. Agli inizi degli anni ’60 sorsero i primi lavaggi delle carote che confezionavano, in cassette di legno di pioppo e sacchetti di plastica, la preziosa radice per i mercati generali italiani.

Piantagioni

Attualmente sono impiegati nella coltivazione della carota, in regime di rotazione colturale classica della zona, circa 2.500 ettari sui 14.000 coltivabili della piana fucense. La produzione media annua è di oltre 1 milione 600 mila quintali di prodotto, che corrisponde all’incirca al 30% della produzione italiana.

Minestre e Creme

La quantità molto ampia e la realizzazione di impianti di trasformazione della carota, permettono la lavorazione dell’ortaggio anche in cubetti e succhi.

Insalate

La carota del Fucino si fregia dal 2007 del riconoscimento europeo IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Tabella Nutrizionale

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Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.