La Riforma Agraria diede un notevole impulso all’edilizia, sia pubblica che privata, creando opportunità di lavoro anche ai falegnami; c’erano da realizzare infissi interni ed esterni, mobili per la casa, le attività di ogni genere e i magazzini. Per questo motivo l’Ente Fucino istituì in vari paesi della Marsica corsi professionali artigianali tra i quali la falegnameria.
Il falegname è un artigiano che lavora il legno per fabbricare o riparare mobili e infissi. Bisogna distinguere tra le tecniche tradizionali, nelle quali si usano attrezzi manuali, e la falegnameria moderna, intesa come lavorazione del legno per la produzione industriale di manufatti, grazie alle macchine e a moderne attrezzature meccaniche. Oggi le tecniche della falegnameria tradizionale non sono più utilizzate per la produzione di mobili e infissi di uso comune, essendo state largamente sostituite dalla produzione a macchina. Tuttavia le tecniche tradizionali vengono ancora usate, sopravvivendo in alcuni campi specialistici quali, ad esempio, l’ebanisteria, la produzione di strumenti musicali, il restauro. San Giuseppe è il patrono dei papà ma anche dei falegnami, ebanisti e carpentieri. Si festeggia il 19 marzo, anche se Pio XII nel 1955 volle ricordare il patrono di artigiani e operai nel giorno della festa dei lavoratori. Nel Vangelo Gesù è chiamato “il figlio del carpentiere” e ricordare il Santo in questo giorno significa per la Chiesa riconoscere la dignità del lavoro umano come dovere dell’uomo e prolungamento dell’opera del Creatore.