
Prima del prosciugamento del lago, sui pendii del Fucino, si produceva della buona uva che dava un ottimo vino. In mancanza delle acque che temperavano il clima rendendolo mite, nonostante i 700 metri di altitudine, la zona fucense fu soggetta a perenni gelate invernali che rinsecchirono le viti e gli olivi. Si fece ricorso alla “vite francese” che resisteva ai gelidi e lunghi mesi invernali, ma dava un’uva dai piccoli chicchi e con pochissima gradazione zuccherina che maturava in autunno inoltrato, nelle parti più fredde addirittura si vendemmiava a novembre. Il vino che se ne ricavava divenne subito proverbiale e andò nominato nei paesi del circondario come “acetella”, era per palati forti talmente era acido che poteva essere utilizzato come condimento delle insalate. Nelle foto sono raccontate le varie fasi della lavorazione dell’uva: una volta raccolta e arrivata in cantina, la pigiatura veniva fatta con i piedi in vasche di legno o cemento, le vinacce poi venivano pressate al torchio, si lasciava fermentare per qualche giorno, si aggiungeva del mosto cotto e si versava nelle botti grandi. Dopo 40 giorni il vino novello era pronto per la “spillatura”, in genere seguiva l’imbottigliamento per farlo conservare e maturare al meglio.

VLUU L210 / Samsung L210
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