76. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – bilance bilancioni e bascule

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
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Questi strumenti di misura sono stati parte integrante della vita contadina, soprattutto nel dopo guerra e durante la riforma, non che non lo fossero prima o dopo, ma in quel periodo ebbero un’importanza rilevante. Non c’era negozio di alimentari che non fosse caratterizzato da quelle belle bilance dai colori più vivaci ove si pesavano per pochi grammi, avvolte in carta oleata o carta paglia: le conserve, le marmellate, la cioccolata, la pasta, gli affettati; mentre per pesare la frutta si usava la stadera piccola, le ricordo in ferro e di ottone, i fruttivendoli le utilizzavano con una maestria che mi ha sempre stupito. I bilancioni (stadere grandi) erano utilizzati per pesare gli oggetti più pesanti o gli animali vivi, più spesso morti, per esempio i maiali, operazione che coinvolgeva più persone. Con le bascule venivano pesati i sacchi di patate e di grano, ma anche la legna. E’ proprio su una bascula che da ragazzino misurai per la prima volta il mio peso. In quegli anni fecero la prima comparsa le bilance per neonati.

BILANCIA

La bilancia è utilizzata per la misura della massa di un oggetto. Nella sua accezione standard, questo tipo di strumento di misura confronta l’oggetto, posizionato in uno dei piatti di misura, e sospeso tramite una leva, con una massa di riferimento o combinazione di masse nel piatto opposto (peso di riferimento). Per pesare un oggetto nel piatto di misura, una serie di pesi standard viene aggiunta al piatto di riferimento finché il braccio si trova il più possibile vicino alla sua posizione di equilibrio meccanico. A questo punto un cursore (normalmente presente) è mosso lungo il braccio o parallelamente a questo, fino al raggiungimento di un equilibrio ancora più preciso. Tale cursore consente la correzione della massa di riferimento in modo molto più preciso.

STADERA

La stadera è uno strumento per pesare basato sul principio della leva. Già usata all’epoca dei “romani” il suo utilizzo è arrivato fino a noi grazie alla sua versatilità e comodità che la rende adattabile alle diverse circostanze ed esigenze della vita contadina. Si compone di un’asta (sulla quale sono segnati i chili) detta stilo e su cui si fa scorrere un peso detto romano, un piatto dentro cui sono poste le merci da pesare. Il piatto è collegato, mediante catenelle, a un gancio a sua volta fissato a un’estremità dello stilo. E’ presente inoltre un altro gancio di sospensione che serve a impugnare la bilancia o ad appenderla durante la pesatura. Si usava per pesare pollame, conigli, ortaggi, formaggi, piccole quantità di farina ecc.

BILANCIONE O STADERA GRANDE

In ogni casa contadina erano sempre presenti i due tipi di stadere, una per i pesi piccoli e una per i pesi maggiori, funzionavano con lo stesso principio. Nelle “stadere” grandi chiamate bilancioni, il piatto è sostituito da grosse catene alle quali si appendono i materiali da pesare. Per pesare una merce si fa scorrere il “romano” (peso) lungo lo stilo fino a quando si ottiene la posizione orizzontale dell’asta. Era dotata di ganci e catene dove si appendevano le merci da pesare. Quando il contadino doveva pesare un vitello da vendere in presenza dell’acquirente (di solito si trattava di un commerciante di bestiame), si legavano con una corda le quattro zampe dell’animale unendole in corrispondenza degli zoccoli e creando in questo punto un robusto anello di corda. Si appendeva la corda al gancio della bilancia destinato al peso da determinare mentre una robusta stanga era infilata nel gancio di sospensione (ovvero il fulcro), due uomini si ponevano a ciascuna estremità della stanga e se la issavano su una spalla in modo tale che il vitello era completamente sollevato da terra (per pesare in maniera precisa non doveva toccare il suolo). Una terza persona spostava il peso (chiamato romano) sull’asta segna chili della bilancia fino a quando questa raggiungeva la posizione di perfetto equilibrio orizzontale che determinava il peso esatto. Si pesavano così anche i sacchi del grano, della crusca, della farina, delle patate e ogni altro prodotto di peso rilevante. Per esempio si pesavano i sacchi del grano al momento della trebbiatura per due motivi: sapere quanto il frumento aveva reso in quell’annata rispetto agli anni precedenti e rispetto alla vastità seminata (dalle nostre parti l’unità di misura era il quintale per ettaro) e per stabilire la quantità che spettava al proprietario in caso di poderi condotti a mezzadria. L’asta di ferro è lunga circa 80 centimetri, sostenuta da un gancio incernierato a circa 15 centimetri da un’estremità dove viene appeso l’oggetto da pesare, mentre sulla parte lunga dell’asta, che porta incise delle tacche, che segnano il peso, è fatto scorrere un cursore “peso” fino al punto in cui si ha equilibrio con l’oggetto da pesare. Il nome deriva da un’antica unità di misura adottata nei paesi del mediterraneo orientale, variabile da luogo a luogo, in media 50 kg.

BILANCIA A DINAMOMETRO

Una bilancia a dinamometro può misurare la forza peso da qualunque direzione, ideale per pesare carichi sospesi. Chiamata anche Jolly (il cui nome deriva da Philipp von Jolly, inventore della bilancia nel 1874) utilizzano una molla avente una costante elastica nota e misurano l’allungamento della molla stessa causato dalla forza che le viene impressa. La forza, che può provenire da qualunque direzione e meccanismo, fornisce una stima della equivalente forza di gravità applicata dall’oggetto. L’oggetto della misura è fissato alla molla usando un gancio e questo sistema viene spesso utilizzato per convertire un movimento lineare in una equivalente lettura numerica. I dinamometri non hanno un utilizzo su scala commerciale dato che le molle devono avere una compensazione in temperatura oppure devono essere utilizzate a temperatura costante. I dinamometri destinati all’uso commerciale sono calibrati per fornire una misura estremamente precisa solamente nell’ambiente in cui saranno usati.

BASCULA

La bascula è una particolare bilancia a bilico diffusamente impiegata per i pesi notevoli, per rispondere ad esempio alle esigenze di grandi negozi, magazzini e aziende agricole. Le bascule hanno, infatti, una grande portata e sono create appositamente per ospitare merci voluminose sulle loro piattaforme resistenti. Questa particolare bilancia a bracci è formata da una pedana sulla quale va collocato l’oggetto da pesare la quale è in equilibrio con un contrappeso dove si trova la barra graduata che porta incise le misure e accoglie i pesetti. La piattaforma sulla quale viene sistemato il corpo da pesare trasmette in questo modo la pressione ricevuta al giogo e, attraverso un complesso sistema di leve, si arriva a quantificarne il peso con grande precisione. La misurazione tramite la bascula richiede, in particolare, lo spostamento dei piccoli pesi posizionati sull’apposita barra di misurazione i quali sono mossi lievemente per creare l’equilibrio indispensabile ad ottenere la massima precisione. Questi piccoli movimenti oscillatori consentono di determinare in maniera precisa il peso ripetendo gesti che sono accompagnati da pazienza e perizia oramai da secoli, poiché la bascula è una bilancia molto antica che tuttavia resiste alla concorrenza delle modernissime bilance digitali.

BILANCE PER NEONATI

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Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.