70. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – la meccanizzazione

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
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Nel 1950 il parco trattrici del Fucino era costituito da 47 unità, per lo più antiquate, soltanto 25 erano utilizzabili per le lavorazioni di allora, tanto che si faceva ricorso a mezzi provenienti anche da città distanti più di 100 km. Urgeva incentivare la meccanizzazione del Fucino; nel 1958 grazie all’azione dell’Ente il parco macchine del comprensorio crebbe a 398 unità, da una trattrice per 570 ettari si passò a 67.

Nel Parco di Villa Torlonia sono esposte alcune di quelle macchine che meccanizzarono il Fucino.

Ulteriore sviluppo della meccanizzazione del Fucino si ebbe negli anni ’60; gli agricoltori incentivati dalla Legge Agraria con i cosiddetti “Piani Verde”, ebbero la possibilità di acquistare il proprio trattore e i relativi attrezzi con prestiti a tassi agevolati, il pacchetto comprendeva anche la fornitura di carburanti (benzina e gasolio agricoli).

C’era però bisogno di acquisire la patente di guida. Diverse Scuole Guida di Avezzano si attrezzarono per organizzare corsi in tutti i paesi fucensi. Ricordo che a Ortucchio, le lezioni teoriche si tenevano in un ufficio ricavato in un’abitazione privata in Via Madonna del Pozzo attrezzato alla bisogna. Le lezioni di guida si praticavano nella vicina Via del Campo Sportivo. Nelle estati del 1967 e 1968 quella strada era un via vai di gente; c’era una Fiat 600 con doppi comandi, su cui si alternavano gli aspiranti autisti per le lezioni pratiche al fine di conseguire la patente B, e un trattore per la patente A “Agricola”. Nel giro di poco tempo parecchi asini, muli, cavalli, vacche e buoi, furono sostituiti da nuovi fiammeggianti trattori: quelli della Fiat e OM di colore arancio, quelli della Landini di colore celeste, quelli della Same color rosso, quelli della Ford di colore azzurro, si chiamavano “La Piccola” “211”, “415”, “615”, “80”, “Toro”, Minotauro”. Pier Paolo Pasolini lo chiamò “il genocidio degli animali”. Quel pezzetto di cartoncino, tanto agognato, recava sull’intestazione di prima pagina la scritta in francese “Permis de conduire”, probabilmente retaggio della “noblesse francaise” inventori di automobili e primi a rilasciare patenti. Dopo pochi anni ogni famiglia aveva il suo “trattore” a volte anche due, uno piccolo e uno più grande a seconda delle lavorazioni e ovviamente l’autovettura.  Da un resoconto della seduta al Senato del del 23 marzo 1965 si può leggere:<<… l’ex alveo del Fucino è diventata la zona più meccanizzata d’Italia, c’era un trattore ogni 15 ettari.>> . Agli inizi degli anni ’80 si calcolava che a Fucino c’erano tanti HP (cavalli vapore) in grado di coltivare tutto il suolo agricolo italiano, oggi le cose sono un po’ cambiate.

Le foto a colori sono state scattate nel mese di aprile 2017.

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Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.