60. LA RIFORMA AGRARIA NEL FUCINO – I magazzini agricoli, stalle e stabilimenti vari

Antonino Petrucci
Antonino Petrucci
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L’Ente Fucino ripristinò, ristrutturò e adeguò tutti i fabbricati destinati a magazzini e stalle espropriati all’Amministrazione Torlonia e ne costruì di nuovi in quasi tutti i paesi fucensi fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso.

Magazzini di Strada 30 a ORTUCCHIO

Per chi ha una certa età questi luoghi evocano tante vicende: a Strada 30 c’era una delle due Aziende che Torlonia aveva mantenuto a gestione diretta, l’altra era ad Avezzano tra Strada 1 e Strada 46. Da qui nell’autunno del 1944 – la nostra zona era stata liberata a giugno dall’occupazione nazifascista con il nord dell’Italia ancora in piena guerra – partì la lotta dei contadini del Fucino per vedere assegnata finalmente la “terra a chi la lavora”. Proprio in quell’anno disgraziato  nella vicina Strada 31 ci fu la prima vittima delle lotte contadine, Domenico Spera. Tra le tante iniziative di lotta, politica e sindacale, fu organizzato lo “sciopero a rovescio” che portò il governo all’esproprio dei terreni di Torlonia con la legge Stralcio del 1951, in forza della legge di Riforma Agraria del 1950. Sempre qui c’era una delle bascule dove si pesavano e consegnavano le barbabietole da zucchero con file interminabili di carretti, trattori e camion durante la stagione bieticola autunnale. Oggi sono rimasti i magazzini, in parte rilevati da privati e ristrutturati e in parte abbandonati, e la casa del fattore in pieno disfacimento.

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LA CASA DEL FATTORE A STRADA 30 a ORTUCCHIO

La casa del fattore a Strada 30 di Ortucchio, era parte importante dell’Azienda Torlonia, l’ultimo fattore è stato Mario Petrella morto nel 1947. Durante la Riforma fu utilizzato come ufficio al primo piano e al piano terra come locali per l’adiacente bascula, ove avvenivano le operazioni di pesatura delle derrate agricole. L’edificio versa in pessime condizioni di conservazione, in pratica sono rimaste le sole murature perimetrali come si evince dalla planimetria satellitare cerchiata in rosso.  

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LA PESA di Strada 30 a ORTUCCHIO

La struttura è sita all’angolo di Strada 28 con Strada 30, restano solo la casetta dei pesatori e le bascule; consentitemi una nota di carattere personale, mio nonno di cui mi onoro di portare il nome, Antonino Petrucci detto Lupone, era il capo bascula. Durante la campagna bieticola le file dei traini (carretti), carri, camion, trattori per la pesatura delle barbabietole era infinita, le discussioni avvenivano tutti i giorni e spesso finivano in risse… I taratori delle due organizzazioni ANB (Associazione Nazionale Bieticoltori) e CBF (Consorzio dei bieticoltori del Fucino)  prendevano, con dei sacchi di iuta, un campione con i forconi a punte arrotondate per stabilire la tara, appunto, e per le analisi zuccherine; anche qui accese discussioni e inevitabili polemiche … e poi venne il RUPRO (quello della foto forse l’unico rimasto è sito a Strada 46): era una macchina con un tubone, simile ad una proboscide di elefante, che aspirava barbabietole in tre punti diversi del carico per stabilire meccanicamente la tara e il prelievo per le analisi zuccherine. All’inizio dava valori oltre il 50%, lontanissime da quelle ad occhio dei taratori che al massimo erano valutate intorno al 5-6% poco più o poco meno, insomma erano sempre discussioni e litigate a non finire, i carabinieri stazionavano quotidianamente nella pesa!!!! 

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IL RUPRO DI STRADA 46

MAGAZZINI DI VIA NUOVA ad AVEZZANO

Belle strutture costruite ai tempi di Torlonia e altre più recenti, in parte ristrutturate anche di recente dal servizio tecnico dell’ARSSA; oggi purtroppo una parte è andata completamente distrutta, gli edifici sono parzialmente utilizzati, anche in questo caso qualche privato ha acquistato e ristrutturato.

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LA CAVALLERECCIA DI AVEZZANO

“La Cavallereccia” è una località posta a cavallo di Strada Tre, ai margini dell’ex alveo del lago Fucino, lungo Via Nuova, l’Amministrazione del Principe Torlonia vi gestiva direttamente un’azienda zootecnica ricca di equini, ovini e altri animali. La scuderia, come si evince dalle foto versa in pessime condizioni di conservazione, inoltre la presenza di amianto nei manti di copertura dell’edificio, di pozzi incustoditi e la recinzione fatiscente dell’intera area, rendono l’intero complesso pericoloso per l’incolumità generale. La struttura, di proprietà della Regione Abruzzo e tutelata dalla soprintendenza per i beni ambientali e architettonici, è stata sottoposta in più occasioni a verifiche e sopralluoghi, andrebbe messa in sicurezza ristrutturata e riqualificata. Solo un edificio è utilizzato a maneggio, per altro parzialmente. Nel passato ma anche di recente, studi e tesi di laurea hanno proposto il restauro della scuderia per gli usi più disparati: un centro culturale polivalente aperto alla cittadinanza, con spazi per i giovani, gli anziani e i disabili; un’area perfetta per attività ‘verdi’ come l’ippoterapia e l’educazione ambientale. La speranza è che venga restituita ai cittadini una zona così vasta e bella, ricca di storia, da troppi anni dimenticata e abbandonata dalle Istituzioni.

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MAGAZZINI a Strada 36 TRASACCO

I magazzini si trovano nella zona Est del centro abitato di Trasacco, a ridosso del Fucino su Strada 36 di fronte al Borgo, sono stati ristrutturati e riutilizzati.

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MAGAZZINI a SAN BENEDETTO DEI MARSI

I magazzini si trovano nella zona Nord del centro abitato su Corso Vittorio Veneto, sono in buon stato di conservazione, in passato furono utilizzati dal consorzio agricolo.

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STABILIMENTO GAMMATOM a SAN BENEDETTO DEI MARSI

Agli inizi degli anni ’70 l’Ente Fucino, per risolvere le ricorrenti crisi dovute al basso prezzo delle patate alla raccolta e poterle ammassare senza la germogliazione in attesa di tempi migliori per il mercato, realizzò a San Benedetto dei Marsi uno stabilimento per il trattamento ai raggi gamma del prezioso tubero. (I raggi gamma, generati da Cobalto 60 o più raramente da Cesio 137, possono penetrare in profondità e trattare anche alimenti confezionati. Gli isotopi radioattivi che producono le radiazioni devono essere scrupolosamente protetti e conservati.) Seguirono polemiche a non finire perché quelle tecniche di conservazione erano all’epoca poco conosciute, polemiche che andarono avanti per diversi anni fino all’incidente di Chernobyl del 26 aprile del 1986,  quando un’improvvida dichiarazione di uno dei dirigenti allarmò oltremodo la già scossa opinione pubblica e lo stabilimento non entrò mai in funzione. L’impianto si trova nella zona Nord del paese, è utilizzato dall’Associazione Marsicana Produttori di Patate (A.M.P.P.) consociata del COVALPA (Consorzio Valorizzazione Produzione Agricole Abruzzo).

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Le foto sono state scattate nel mese di aprile 2017.

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Laureatosi in architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, ha esercitato la professione di architetto per circa trent’anni, oggi insegna alla Scuola Secondaria di Primo Grado presso l’Istituto Comprensivo GIOVANNI XXIII-VIVENZA di Avezzano. Appassionato di storia recente e di politica, è autore di uno studio sulla Riforma Agraria del Fucino, che si articola in 167 tra capitoli e sottocapitoli, pubblicata sui gruppi Facebook “Ortucchio in parole e immagini” e “Luco, ieri e oggi”.