2 – CAM-LUCO-SEGEN: Tutti i dubbi sull’accordo

Angelo Venti
Angelo Venti
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Le acque dell’Affaire Cam invece di chiarirsi s’intorbidano sempre di più. L’unico fatto certo è che per la prima volta il consorzio di rifiuti Segen spa diventa creditore del consorzio acquedottistico Cam, che continua a navigare …in brutte acque.

Dalla documentazione in possesso di site.it, dell’accordo Cam-Comune di Luco-Segen emerge una ricostruzione molto diversa da quella propalata finora attraverso la stampa. Ricostruzione che apre nuovi scenari e ci costringe a una domanda diretta e ficcante: Perché il Cam ha accettato di dare a Segen – per un credito più alto – quelle garanzie che invece, per un credito sensibilmente più basso, aveva negato al Comune di Luco?Una domanda intrigante che rivolgiamo ai dirigenti passati e a quelli attuali del Cam, ai dirigenti e soci di Segen, e a tutti quegli attori, sindaci compresi, che tanto si sono adoperati per costringere il Comune di Luco a questo accordo che non esitiamo a definire singolare.

L’intera vicenda non è certo cristallina. Sul Consorzio acquedottistico marsicano, per quasi un mese, nella stampa locale si è letto di tutto: fallimento imminente del Cam, sospensione del servizio idrico, licenziamento dei dipendenti, ospedali senz’acqua, comuni soci a rischio fallimento e via dicendo. Il “mostro sbattuto in prima pagina” è stato il Comune di Luco, reo di aver chiesto e ottenuto dal Cam il pagamento di un legittimo credito. Una vera e propria operazione di depistaggio dell’opinione pubblica – un classico caso di “Emergenza indotta” – finita come d’incanto con la nomina di nuovi dirigenti al Cam. Ma soprattutto grazie alla firma in extremis dell’accordo Cam-Comune di Luco-Segen, per il quale molto si è speso il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio.

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Le acque dell’Affaire Cam invece di chiarirsi s’intorbidano sempre di più. L’unico fatto certo è che per la prima volta il consorzio di rifiuti Segen spa diventa creditore del consorzio acquedottistico Cam, che continua a navigare …in brutte acque.Dalla documentazione in possesso di site.it, dell’accordo Cam-Comune di Luco-Segen emerge una ricostruzione molto diversa da quella propalata finora attraverso la stampa. Ricostruzione che apre nuovi scenari e ci costringe a una domanda diretta e ficcante: “Perché il Cam ha accettato di dare a Segen – per un credito più alto – quelle garanzie che invece, per un credito sensibilmente più basso, aveva negato al Comune di Luco?” Una domanda intrigante che rivolgiamo ai dirigenti passati e a quelli attuali del Cam, ai dirigenti e soci di Segen, e a tutti quegli attori, sindaci compresi, che tanto si sono adoperati per costringere il Comune di Luco a questo accordo che non esitiamo a definire singolare.Una storia intricata che coinvolge molti attori e tanti interessi, non sempre palesi o coincidenti. Una matassa che iniziamo a dipanare partendo con questa ricostruzione cronologica dei fatti salienti. E qualche documento che ci aiuta a capire più di tante dichiarazioni.Con il pignoramento dei conti del Cam scoppia il caos. E parte la campagna stampa che descrive scenari apocalittici con la diffusione di notizie false e allarmistiche, con l’amministrazione comunale di Luco che viene sottoposta a pressioni inaudite. Il sindaco mantiene il punto. Una data importante è il 21 luglio, quando con un colpo di teatro il sindaco di Tagliacozzo convoca nel suo municipio soci Segen, dirigenti Cam, sindaco di Luco e stampa. La manovra a tenaglia su Luco si conclude con Segen – che pur aveva già definito un piano di rientro con il Comune di Luco – che si dichiara invece disponibile ad accettare la conversione del debito vantato nei confronti di Luco con la cessione dei crediti che questi a sua volta vantava dal Cam. Sembra una semplice partita di giro, ma non lo è: la novità è che così Segen diventa per la prima volta creditore diretto del consorzio acquedottistico.Il coinvolgimento di Segen è palesemente illogico. A Luco mangiano la foglia e – a riprova dei sospetti – provano a verificare alzando la posta: il Comune chiede al Cam il pagamento non solo dei crediti fino al 2013, ma di tutti quelli maturati fino al giugno 2017. E succede che il Cam, che aveva rifiutato di dare garanzie su un debito più basso, stranamente accetta di pagare tutto il debito. Si stipula così l’accordo a tre: Luco, Cam, Segen. [ Per scaricare il pdf dell’accordo Luco-Cam-Segen CLICCA QUI ]Ma le sorprese non finiscono. Alla fine della giostra, spunta anche un accordo in cui il Cam concede a Segen, a garanzia dei pagamenti, la cessione di credito sulle bollette delle utenze industriali della società LFoundry. Anche qui un’altra operazione inspiegabile: il Cam concede a Segen quelle stesse garanzie che – per una cifra di gran lunga inferiore – aveva invece sempre negato al Comune di Luco.  [ Per scaricare il pdf delle garanzie tra Cam-Segen CLICCA QUI ] Ci si trova insomma di fronte a una trattativa dai molti risvolti opachi, con una serie di scelte apparentemente illogiche che una spiegazione devono pure avere. Spiegazione che ancora non arriva dal Cam, da Segen e nemmeno da parte di tutti quei soggetti che tanto si sono pubblicamente battuti per arrivare alla sigla dell’accordo: anzi, per dirla tutta, non risulta che sia ancora stata richiesta da nessuno dei soci, sia di Segen che di Cam.

Una storia intricata che coinvolge molti attori e tanti interessi, non sempre palesi o coincidenti. Una matassa che iniziamo a dipanare partendo con questa ricostruzione cronologica dei fatti salienti. E qualche documento che ci aiuta a capire più di tante dichiarazioni.

marivera webA giugno, quando a Luco si insedia il sindaco Marivera De Rosa, trova le casse comunali sull’orlo della bancarotta: debiti non pagati per milioni per raccolta rifiuti, pubblica illuminazione e fornitori vari. Ma trova anche crediti consistenti del Cam non riscossi da 5 anni.

Il sindaco decide così di mettere subito mano ai conti, e lo fa in tre mosse:

  • La prima è la ricognizione dei contenziosi giudiziari aperti. Ne trova diversi incrociati tra Comune, Segen e Cam e tenta una strategia di coordinamento, anche per ridurre le ingenti spese legali. Il primo ostacolo, a sorpresa, lo trova proprio nei suoi legali: il 26 giugno questi – con una iniziativa senza precedenti nella storia dell’avvocatura – danno in pasto alla stampa una lettera firmata da 9 “Avvocati di Luco” in cui, di fatto, contestano pubblicamente le scelte del proprio cliente [ per leggere l’articolo de Il Centro CLICCA QUI ]. La De Rosa incassa e tira comunque avanti.
  • Come seconda mossa affronta il problema dei debiti per i rifiuti e inizia la trattativa con Segen. L’11 luglio viene definito un Piano di rientro in cui le parti stabiliscono il pagamento a rate e anche l’annullamento di tutti i contenziosi legali aperti. Segen accetta il piano. [ per scaricare il pdf del Piano di rientro CLICCA QUI ]
  • La terza mossa è sui crediti del Cam, non riscossi da 5 anni. Il 12 luglio il Comune esegue il pignoramento dei conti del Cam per le rate non pagate fino al 2013. Iniziano le trattative ma è subito stallo: il Cam rifiuta, in cambio dello sblocco dei conti pignorati, di dare garanzie reali sul pagamento di circa 600mila euro con rate da 35mila euro mensili.

Con il pignoramento dei conti del Cam scoppia il caos. E parte la campagna stampa che descrive scenari apocalittici con la diffusione di notizie false e allarmistiche, con l’amministrazione comunale di Luco che viene sottoposta a pressioni inaudite. Il sindaco mantiene il punto. Una data importante è il 21 luglio, quando con un colpo di teatro il sindaco di Tagliacozzo convoca nel suo municipio soci Segen, dirigenti Cam, sindaco di Luco e stampa. La manovra a tenaglia su Luco si conclude con Segen – che pur aveva già definito un piano di rientro con il Comune di Luco – che si dichiara invece disponibile ad accettare la conversione del debito vantato nei confronti di Luco con la cessione dei crediti che questi a sua volta vantava dal Cam. Sembra una semplice partita di giro, ma non lo è: la novità è che così Segen diventa per la prima volta creditore diretto del consorzio acquedottistico.

Il coinvolgimento di Segen è palesemente illogico. A Luco mangiano la foglia e – a riprova dei sospetti – provano a verificare alzando la posta: il Comune chiede al Cam il pagamento non solo dei crediti fino al 2013, ma di tutti quelli maturati fino al giugno 2017. E succede che il Cam, che aveva rifiutato di dare garanzie su un debito più basso, stranamente accetta di pagare tutto il debito. Si stipula così l’accordo a tre: Luco, Cam, Segen. [ Per scaricare il pdf dell’accordo Luco-Cam-Segen CLICCA QUI ]

Ma le sorprese non finiscono. Alla fine della giostra, spunta anche un accordo in cui il Cam concede a Segen, a garanzia dei pagamenti, la cessione di credito sulle bollette delle utenze industriali della società LFoundry. Anche qui un’altra operazione inspiegabile: il Cam concede a Segen quelle stesse garanzie che – per una cifra di gran lunga inferiore – aveva invece sempre negato al Comune di Luco.  [ Per scaricare il pdf delle garanzie tra Cam-Segen CLICCA QUI

Ci si trova insomma di fronte a una trattativa dai molti risvolti opachi, con una serie di scelte apparentemente illogiche che una spiegazione devono pure avere. Spiegazione che ancora non arriva dal Cam, da Segen e nemmeno da parte di tutti quei soggetti che tanto si sono pubblicamente battuti per arrivare alla sigla dell’accordo: anzi, per dirla tutta, non risulta che sia ancora stata richiesta da nessuno dei soci, sia di Segen che di Cam.

 


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