L’Aquila trema. Resoconto della seconda giornata

Redazione
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di Pietro Orsatti in diretta da L’Aquila

Tutti gli edifici pubblici a L’Aquila sono crollati. La denuncia per disastro colposo si inserisce in un quadro tipicamente italiota di edifci inaugurati da poco in conformità di rigorose leggi anti-sismiche; questi edifici sono stati i primi a crollare a differenza degli edifici privati nuovi che non sono andati giù. Il crollo è limitato alle case vecchie del centro storico. Mentre gli edifici pubblici coetanei di quelli privati completamente distrutti. Chiedersi se l’inchiesta per disastro e omicidio colposo sia solo un atto dovuto è più che legittimo.

Ci sono scene di panico in seguito a SMS di persone che si spacciano per funzionari della Protezione Civile. L’autostrada è stata riaperta. Non è riaperta, invece, la strada verso Assergi che conduce verso il GranSasso. I soccorsi sono poco coordinati, spesso sono ammucchiati tutti in uno stesso sito, creando nervosismo tra i soccorritori stessi. Manca, insomma, un coordinamento.

Berlusconi ha fatto aspettare almeno un’ora e mezza i giornalisti della conferenza. Per l’arrivo del premier sono stati utilizzati 500 uomini per la parata e la scorta. Il premier arriva in pompa magna in un momento tragico, con reparti di finanzieri schierati sotto il sole in un piazzale ad attenderlo, vestiti di zaino, piccone, corde, moschettoni e carriola, tutto nuovo di magazzino. Sono rimasti in piedi per ore ad aspettarlo; quando è arrivato ha passato “in rassegna” i reparti ed è corso alla rassegna stampa. I giornalisti si sono concentrati per la conferenza incentrando l’informazione sulle dichiarazioni del premier, distogliendo l’attenzione sulla mancanza di acqua, benzina, tende, etc.. Non tutte le tende sono state montate, molte persone dormiranno ancora all’addiaccio. Ci sono, di contro, molte persone che non vogliono abbandonare le case per paura degli sciacalli.

Preoccupa la mancanza di organizzazione tra i corpi che si sono dovuti coordinare al momento, grazie allo spirito di reattività delle forze dell’ordine. Manca una “centrale” che guidi gli aiuti. Ieri appena giunta la notizia della distruzione di Onna le forze dell’ordine si sono riversate lì lasciando “scoperti” altri luoghi.

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