Ventidue

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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Mi è capitato negli ultimi mesi di ricordare le scarse idee circolanti dieci, venti, trent’anni fa in città, provenienti dalle persone più impensate, è però impietoso il confronto con il deserto odierno. Il massimo dell’elaborazione nelle Amministrative 2012 fu scopiazzare il nuovo ponte di Pescara da costruire sulla stazione ferroviaria da parte dell’Unione dei Marsi e poi ripreso da Forza Italia. Lo attaccai con veemenza perché il canale tra la zona nord e il Quadrilatero già esisteva (il sottopassaggio ferroviario): si trattava piuttosto di ampliarlo e addolcire la sua pendenza – non è spettacolare né è una bazzecola, perciò non «funziona» in campagna elettorale. (A proposito: non si è per niente discusso di un’infrastruttura strategica come la linea ferroviaria Roma-Pescara). Gli unici programmi elettorali in circolazione sono di De Angelis (anche cartaceo) e D’Andrea.

Non è invece sortito nulla di rilevante in questa competizione, a un mese dal voto – ho spiegato abbondantemente che i programmi elettorali non servono per vincere, da noi. È stata rispolverata l’idea di mettere mano alla scuola Corradini e sembra mettere d’accordo tutti o quasi i contendenti; dopo il ballottaggio qualcuno dovrà però raccontare le sue intenzioni alla Soprintendenza… (Recintare per chiudere piazza A. Torlonia dal tramonto all’alba? Tanto per dirne una e nemmeno originale: è già successo dietro Castello Orsini).

Di cosa si è parlato in giro mentre io copiavo tanti articoli dal web e scribacchiavo tutte queste cosucce? Ztl, biblioteche pubbliche che scompaiono in Abruzzo, l’agonia del mercato settimanale di Sulmona, riduzione delle auto circolanti (Parigi), il Passante ferroviario (Torino), sosta per i residenti in Ztl in alcune grandi città, il riutilizzo degli scali ferroviari abbandonati (Milano). Ve lo consiglio caldamente, informatevi sul dibattito riguardante l’ultima vicenda.

(Chiudo definitivamente). Chi detiene il potere reale in città si risparmia in simili occasioni. Non mi è piaciuto nessuno dei candidati a livello di comunicazione. Il sindaco ha proposto una narrazione à la Renzi (Gli altri non hanno prodotto niente durante il loro mandato mentre io vi elenco le ‘cose fatte’), mentre gli altri hanno finora recitato lo stesso spartito – anche i giovani e i «nuovi». (Molti ingenui giovinastri mi hanno chiesto perché il sindaco non avesse stilato un programma delle cose da fare…). Lo stesso personaggio – in questi tempi d’insofferenza verso la politica –, ha affermato «io sono un indipendente, che ritiene però che i partiti non vanno demoliti, ma rifondati», in F. Tronca, Elezioni Avezzano: Di Pangrazio, “Uomo libero, rinnovo il mio impegno per la città”, in «AbruzzoWeb» 9 maggio 2017.

Pronostici? Me ne sono già occupato, mi sono già sbilanciato in uno dei primi post sulle nostre Amministrative (8 maggio 2017). Qualcuno non esagerò nello scrivere: «la sfida impossibile a Gianni Di Pangrazio», in A. Orsini, Elezioni 2017, 50 comuni abruzzesi al voto: la nuova era dell’Aquila e tutte le sfide, in «AbruzzoWeb» 10 gennaio 2017. (Ci indovino in genere? Alle primarie del Pd, avevo previsto la vittoria di Matteo Renzi, ma con circa il 15% in meno delle preferenze). Il sindaco uscente ha iniziato a pensare al secondo mandato non appena insediato e ad agire in maniera adeguata, mentre gli altri concorrenti hanno preso a fabbricare qualcosa per reazione e sono stati costretti a inseguire in terreni a loro poco adatti; la sua vicenda giudiziaria (in corso), gli è stata utile per allontanarsi dalla ribalta per alcuni mesi. Di Pangrazio si trova più di una spanna sopra gli altri come «strategia» anche perché ha cercato costantemente gente affine a lui, mentre chi pesca nella stessa tipologia di voto ha spesso sprecato tempo ed energie per raggiungere partiti, associazioni, sindacati, comitive, gruppi etnici e singoli troppo distanti. Egli ha anche sempre evitato di contrapporsi platealmente a chi è lontano dal suo modo di pensare; un esempio: la Giornata nazionale della bicicletta 2016 e il suo clamoroso fallimento – non è in programma quella del 2017, tra quattro giorni – coincide con la Festa della mamma. («La cifra politica della politica dipangraziana è l’incorporazione», in L.S., I “forni” ed i “fornai” del sindaco di Avezzano, in «IlCapoluogo» 7 gennaio 2016). E poi, il sindaco d’Avezzano è eletto con il contributo decisivo dei commercianti nelle ultime cinque tornate elettorali: cherchez la femme! L’unico esemplare di Homo sapiens sul pianeta Terra che sa come andrà realmente a finire ad Avezzano si chiama Ezio Stati.

Scriverò qualcosa sul risultato nel caso avrò sbagliato il mio pronostico, tanto per pubblicare: «Ho toppato alla grande». (22/22)

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.