Uscito il nuovo numero de “Il Martello del Fucino”

Redazione
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Ultimo numero del giornale “Il Martello del Fucino“. Per scaricare il file pdf CLICCARE QUI

In questo numero:

– Il peggio di tutti noi: paradossi del terremoto di L’Aquila a Fucino.

– Musica per le nostre orecchie.

– San Benedetto dei Marsi, 1915.

– Lettera A.R. sulla discarica Aciam a Gioia dei Marsi

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 San Benedetto dei Marsi, 1915

Il documento che oggi riproduciamo è assai esplicito e necessita di pochi commenti, se non l’avvertenza, utile alla lettura come alla comprensione, che lo stesso ha, quale destinatario – al quale l’estensore più volte si indirizza -, il Regio Commissario civile di Avezzano (una sorta di superprefetto inviato dal Governo nella Marsica all’indomani del sisma del 13 gennaio 1915). E’ stato riportato il testo quanto più fedelmente possibile, conservando alcuni “vezzi” e “usi” presenti nell’autografo dell’autore, che di solito vengono sottoposti a normazione ed eliminati.
Ultimo dettaglio: l’originale del testo è parte di un fondo finito sepolto presso l’Archivio di Stato di L’Aquila in seguito alla scossa del 6 aprile 2009

Cenno di relazione sugli effetti del terremoto a S. Benedetto de’ Marsi

S. Benedetto de’ Marsi, addì 1° febbraio 1915

[…] Col terremoto del 13 gennaio u.s. la frazione di S.Benedetto de’ Marsi fu completamente rasa al suolo. Dopo le prime e sollecite cure prodigate ai più dal medico condotto Cav. Dr. Vincenzo De Sanctis, sull’opera del quale sento doveroso riservarmi speciale rapporto, nella notte dal 15 al 16 detto recaronsi sul posto quattro sanitari, tali dottori Alessandro Cogliati Dezza, da Giulianova; Emidio Tesei, ispettore sanitario delle Ferrovie dello Stato, da Ancona; Giuseppe Dragotti, da Roma e altro di cui non mi è riuscito conoscere il nome, i quali, forniti di discreto materiale di medicazione, prestarono l’opera loro col Dr. De Sanctis medicando numerosi feriti fino alla sera del 16: poi ripartirono. Nel detto dì, con due automobili, giunsero anche otto pompieri di Pesaro diretti dal marchese Mosca, i quali operarono molti salvataggi e rimasero sei giorni: indi ritornarono nel dì 26 con materiale per l’impianto di un ospedale da campo tuttora in costruzione. L’indomani, giorno 17, venne quì, proveniente da Roma una squadra di circa cento giovani operai dell’«Associazione Abruzzo-Molisana» cui facevano parte due studenti di medicina e un infermiere, tutti capitanati dall’Avv. Riccio, figlio di S.E. il Ministro delle Poste e Telegrafi; dall’Avv. Lai, impiegato Ministero della Pubblica Istruzione e dal Prof. Pantaleo, impiegato pure presso il suddetto Dicastero. Costoro procedettero a coadiuvare lavori di scavo, trasporti di morti e di feriti e mi si assicura da più parti che il predetto infermiere, tale Villetti Errico addetto all’ospedale S. Giacomo di Roma siasi distinto per capacità e zelo non comuni: costui si è fermato quì e attualmente è addetto alla locale sezione della Croce Rossa ove continua a prestare opera efficace. Nel dì 18 la squadra di cui sopra si allontanò da S. Benedetto (tranne il Villetti) e l’indomani, giorno 19, sopraggiunsero una sezione della Croce Rossa diretta dal sottotenente medico Dr. Marinelli, temporaneamente in breve congedo, e altra sezione della Croce Bianca, diretta dal barone Parich, impiegato Ministero Poste: entrambe trovansi tuttora quì, ma la Croce Bianca con personale ridotto a soli tre uomini. E’ da rilevarsi che la Croce Bianca non ha compiuto opera sanitaria, ma limitatamente opera di soccorso. Significo infine che sul posto trovasi dal giorno 16 il tenente medico Dr. Ippoliti Arnaldo il quale ha perduto fra le macerie la sua famiglia, già quì domiciliata, ed il quale, con ogni attività, ha prestato e continua a prestare opera sanitaria.
Tale dunque la situazione dei servizi sanitari e di soccorso succedutisi dal giorno del disastro ad oggi.
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Nei riguardi dell’opera militare riferisco quanto appresso. Nel dì 14 gennaio recaronsi sul posto venticinque soldati del 13° fanteria; indi, nel dì 16 altri cinquanta del 18° fanteria; nel 19 una compagnia della R. Guardia di Finanza e nel dì 20 della R. Guardia di Finanza, nonché due compagnie di bersaglieri al comando del tenente colonnello Cav. Giuseppe Barbiani il quale, assunto il comando del presidio militare, si accinse subito alla riorganizzazione dei seguenti servizi:
a) Organizzazione razionale dei lavoro di diseppellimento e inumazione dei cadaveri, sinoggi 859, con relativi accertamenti di identità personale e rilievo dei dati più salienti per l’eventuale riconoscimento avvenire degli sconosciuti;
b) regolarizzazione dei lavori di scavo non autorizzati se non con regolare permesso scritto e presenziati dall’Autorità militare. Tutti i valori ricuperati, anche se dichiarati da interessati di proprietà privata, sono stati ritirati e custoditi, previo regolare rilascio di ricevuta ai depositanti, presso il Comando militare. Si segnala, fra i valori recuperati, la cassaforte, chiusa, della Amministrazione Torlonia;
c) Si è proceduto e compiuto, sino dal 23 gennaio, a regolare censimento dei superstiti di cui i dati sommari sono i seguenti:
Popolazione censita il 30 aprile 1914 come da registro trovato sotto le macerie,
abitanti 4406
Superstiti 2095 dei quali
204 feriti
53 ricoverati
55 militari
151 all’estero
.
Dei 2095 superstiti, 1716 adulti; 23 orfani, di già ricoverati; 61 lattanti; e, 295 bambini inferiori agli anni dieci.
Del censimento si occuparono il tenente di complemento 11° bersaglieri Bonaiuto Avv. Antonino, coadiuvato dal perito agronomo locale sig. Di Genova Giulio, ora investito delle funzioni di ufficiale di stato civile dal sig. Commissario di Pescina;
d) Funziona ufficio provvisorio postale e telegrafico con servizio anche pubblico;
e) E’ stato istituito, e da me poscia regolarizzato, adeguato servizio di sorveglianza sugli uscenti dalla frazione a fine di impedire esportazioni abusive di valori e incette delittuose di orfane e ragazzi;
f) La distribuzione di viveri e soccorsi agli indigenti è regolata con buoni sotto il controllo di maggiorenti superstiti della frazione;
g) E’ iniziata la costruzione di baraccamenti regolari per ricovero abitanti;
h) Si è diseppellito il trasformatore per l’impianto della luce elettrica;
i) Si sta iniziando la costruzione di un forno per il pubblico.
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Ho infine provveduto:
a) Ad avocare a me e ad identificare con militi dell’Arma e della R. Guardia di Finanza i servizi di ronda sulle macerie diretti a impedire rigorosamente scavi abusivi, massime nelle ore notturne;
b) A dare efficace incremento all’iniziativa privata dei superstiti stessi, ritenuti idonei, per la costruzione di nuovi baraccamenti e non pochi si sono già accinti all’opera.
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Le condizioni climatiche sono pessime nel più largo significato della parola per rigidità e umidità. Ho visto di persona donne moribonde per pulmonite doppia, nonostante ogni cura premurosa: parecchi ufficiali e non pochi soldati giacciono ammalati nelle relative tende. Da per tutto enorme fango e ghiaccio: la vera negazione della vita. Tralascio il dettaglio e dirò che un accentuato tanfo di caratteri putrefatti ha infestato l’aria, di quei cadaveri per i quali si continuano ancora inumazioni e seppellimenti. Per la disinfezione dei luoghi, abbastanza estesi perché questa frazione basa su largo territorio, sono pervenuti soltanto ieri 60 quintali di calce, ma siffatto materiale è ben poca cosa alla bisogna poiché, a detta di competenti, ne occorrerebbe ancora un quantitativo di almeno altri duecento quintali. Mi permetto pertanto farne formale richiesta a V.S.Ill.ma nell’interesse della igiene e della salute pubblica.
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Altra deficienza gravissima è quella dell’assoluta mancanza dell’acqua potabile, giacché quella che quì c’è è inquinata e pertanto se n’è dovuto proibire l’uso, tranne che per i bisogni di cucina perché la si fa bollire. Ovunque passo i superstiti pietosamente invocano da me solleciti provvedimenti in proposito ed io fo vivo appello alla prefata V.S.Ill.ma perché, nei limiti del possibile, faccia provvedere all’inconveniente in esame con qualche carro di cisterna o facendo riparare l’acquedotto da persone tecniche.
Mi lusingo di essere esaudito e La Ringrazio.
Con osservanza
Il Delegato di P.S.

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