Una piazza che non è una piazza

Giuseppe Pantaleo
Giuseppe Pantaleo
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La campagna elettorale è cominciata con almeno un paio d’anni in anticipo, ad Avezzano. Navigando nel web, si notano da mesi ormai dei post innocui o strani ma che invece hanno a che fare con la strategia di chi sta manovrando per le Amministrative. Non m’interessano più di tanto le schermaglie tra politicanti però mi arrabbio, quando questioni che riguardano i cittadini sono trattate con superficialità e come corpi contundenti. (Sulla carta stampata è diverso).

Un pezzo così esordiva: «Vi ricordate il grande progetto per ridare lustro a piazza del mercato? E i fiumi di parole su quanto sarebbe diventata strategica questa piccola area per il commercio al minuto della mattina e le bancarelle di dolciumi il pomeriggio?». (Che fine ha fatto il mercato a chilometro zero? L’innovativo progetto che non è mai decollato, in «MarsicaLive» 5 novembre 2016).

Il progetto iniziale era in realtà ben più ambizioso, tant’è che spiegavo, a suo tempo: «perché è difficilmente raggiungibile l’obiettivo del sindaco Di Pangrazio, che propone il “ritorno al passato”» – Il Martello del Fucino 15, 2013. In sintesi: l’ambiente di piazza del Mercato era cambiato negli ultimi cinquant’anni a tal punto, da considerarsi pressoché velleitario qualsiasi tentativo di rinverdire i fasti degli anni Cinquanta e Sessanta – del secolo scorso. (Deriva da ciò che molti si sono bevuti anche la pedonalizzazione di via del Mercato: glu glu glu). La questione non è perciò il produttore a chilometro zero anziché lui con altri quindici colleghi in quel posto o la quadruplicazione degli ambulanti – che io non vedo nel passarci. Non ci voleva molto da parte della politica avezzanese – nonostante la sciatteria che la distingue – per capire che tale pensata si sarebbe ben presto arenata. (E inondato i media di comunicati, una volta compreso ciò; invece, muti come pesciolini rossi nell’acquario).

Si tocca invece con sprezzo del ridicolo il tasto delle promesse mancate, adesso. Il sindaco le sparò grosse a suo tempo, ma è ingenerosa oltre che inappropriata la locuzione bolla di sapone. I cinque venditori operano oggi in migliori condizioni igieniche, la piazza (che non è più una piazza) mostra senza dubbio maggior decoro rispetto al tempo in cui era divenuta – nel pomeriggio – un parcheggio; passando d’estate da quelle parti, io noto sparuti spettacolini e concertini che però richiamano centinaia di persone: è un bene, innegabilmente.

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Lavoro come illustratore e grafico; ho scritto finora una quindicina di libri bizzarri riguardanti Avezzano (AQ). Il web è dal 2006, per me, una sorta di magazzino e di laboratorio per le mie pubblicazioni.