Una guida alla «ricoperta» della Marsica

Redazione
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Una guida alla «ricoperta» della Marsica

Ma se Jean-Jacques Rousseau perde una «u» e diventa Rosseau?

Le intenzioni, per carità, sono ottime, e non si discutono, come pure la professionalità dello stampatore e degli inserzionisti. Ma la «Guida d’oro» in copia gratuita che potrebbe capitarvi a tiro, e che dovrebbe condurci ne «la Marsica a portata di mano» non pare troppo riuscita.

guida-marsica1.jpgI patrocinatori della stampa sono quelli gratificati in pompa magna nell’indice:

 

il Pres. della Regione Abruzzo Dott. Gianni Chiodi, il Pres. della Provincia di L’Aquila Dott. Antonio Del Corvo, il Pres. della Commissione Turismo della provincia di L’Aquila Dott. Gianluca Alfonsi, i Sindaci e le amministrazioni comunali, si augurano che questa guida possa divenire un mezzo per sentirsi sempre più vicini alla propria terra

e nel cui novero spicca, per l’assoluta inconferenza, la presenza dell’Alfonsi, per noi un vero e proprio marchio di garanzia (al contrario). Hanno pagato, dunque, Regione e Provincia (ed è per questo che ci permettiamo di scrivere: nulla da eccepire su tanti prodotti simili a questi, stampati su carta iperpatinata, a corredo di feste patronali; ché essendo realizzati da fedeli-privati con soldi non pubblici, possono ben essere belli, brutti, raffinati, dozzinali, sbagliati e persino impaginati alla cazzo di cane).

La Guida in esame dovrebbe agevolare la fruizione del nostro territorio anche da parte degli stranieri ma se i testi in inglese sono come i passaggi in francese ci preoccuperemmo non poco. Nella citazione a pagina 71, Jean-Jacques Rousseau perde una «u» e diventa Rosseau mentre a pagina 29 un quadro trompe l’oeil diventa «Trompe-Loeil», quasi una enclave transalpina inserita a Collelongo.

Refusi, purtroppo, parecchi. A pagina 65, San Demetrio ne’ Vestini diviene «San Denmetrio Né Vestini» mentre Fagnano Alto si trasforma in «Fagniano Alto». A pagina 45 campeggia la data del «30 Gigno», a pagine 34 un poco comprensibile «Borgovv di Marano», a pagina 67 echeggia la paesana e genuina inflessione dialettale di un: «escurzionistici».

L’idea era quella di dare delle informazioni, con delle immagini, di ogni municipio della nostra disgraziata terra ma qualcosa non è andato per il verso giusto. Per motivi imperscrutabili Opi è inserito nella cartina della Marsica e persino nei numeri utili ma non c’è la pagina relativa a quel paese; e se l’appartenza di Opi alla Marsica potrebbe essere argomento disputato, stesso destino è capitato ad Aielli e Capistrello (temiamo sacrificate per recuperare qualche pagina per le pubblicità e per le foto delle ricette).

Piuttosto male è andata anche a San Benedetto dei Marsi giacché a pagina 49 la foto pubblicata per quell’ubertoso paese si riferisce in realtà a Santo Stefano di Sessanio (che è quanto di più lontano possa esserci). Sempre in questa pagina, gli abitanti di «San Bebedetto dei Marsi» risultano «1.500 circa» che non sono nemmeno lontanamente quelli presenti nell’ubertoso centro fucense (quasi 4.000) né quelli di Santo Stefano di Sessanio (che di residenti ne vanta poco più di cento). Si indovina forse un copia/incolla sfortunato con quelli di Sante Marie, alla pagina successiva.

Tra i comuni del Parco Velino-Sirente (pagina 65) non compare Castel di Ieri ma la geografia creativa non si è fermata a questo e ai casi sopra esposti. Se, infatti, Aielli Capistrello ed Opi non ci sono, pagina 16 è inopinatamente dedicata al paese di «Canistro Inferiore», che annovererebbe tra le proprie frazioni/villaggi «Canistro Superiore», intento scissionista che non è frutto di errore se anche nella mappa delle pagine 76-77 il paese è rubricato così. Roba da rinfocolare diatribe ed odii solo da poco stemperati. C’entrerà qualcosa l’autonomismo paesano di un Angelo Di Paolo?
Anche sulle circoscrizioni territoriali parecchia confusione, suscettibile in astratto di determinare perturbamenti dell’ordine pubblico.

Per Tagliacozzo, nel confronto tra le frazioni indicate nella Guida e quelle desunte dal sito ufficiale del Comune tagliacozzano nella sezione «località e frazioni», ci si accorge che i realizzatori hanno dimenticato: Gallo e Marsia (alla faccia della promozione turistica!) mentre hanno inserito in più Oriente e Sfratati (e ci si potrebbe anche stare) nonché «Altolaterra» (borderline).
Quasi inquietante il caso (caos) di Balsorano. Il sito ufficiale di quel Comune di frazioni ne indica ventitre:

 

Balsorano Nuovo, Balsorano Vecchio, Case Alfonsi, Case Catena, Case Cerroni, Case Cipriani, Case di Norcia, Case Giovannangeli, Case Giovannone, Case Marconi, Case Martinelli, Case Pelagalli, Case Pistola, Casino Villa, Collecastagno, Collepiano, Fossato di Sasso, Fosse, Le Castella, Le Fosse, Noce Grande, Ponte Collepiano, Ridotti.

mentre la Guida, a pagina 14 ne riporta, nella migliore delle ipotesi, dieci:

 

Balsorano Vecchio, Case Marconi, Collecastagno, Collepiano, Fosse Grottella, La Selva, Pagliare, Pelagalli, Ridotti, Tre Ponti.

Pur nella disputata e variabile concezione giuridica e sostanziale di frazione, sembra si tratti di paesi diversi.

I nomi di frazioni a noi sconosciute non mancano, e potrebbe essere colpa nostra non conoscerli ma deve essere un omaggio al già assessore regionale all’agricoltura, Francesco Sciarretta, l’elevazione di strada 37 (e di strada 38) a frazione di Trasacco.

Nel prodotto, il termine del disseccamento del Fucino viene posticipato di dieci anni (pagina 6) mentre a a pagina 53, tra i «luoghi di interesse» di Scurcola Marsicana vi è la voce «Rievocazione Battaglia». Come fidarsi del resto, da parte di chi viene da fuori?

Infelice, soprattutto, la scelta di realizzare l’opuscolo con le pubblicità. Non perché in astratto, non possano e non debbano esserci (dall’agriturismo alla macelleria dagli hotel ai ristotanti) ma perché imbarcare, con tutto il rispetto, agenzie immobiliari, palestra di kick boxing o noleggiatori di slot machine sembra decisamente fuori target. Incomprensibile poi il messaggio pubblicitario a pagina 61, vagamente teosofico, che meriterebbe una trattazione a parte.

Che dire? Simili lavori, senza offesa per nessuno – che qui è evidente la faciloneria di certa politica, sciatta quasi come delle scarpe bianche e nere indossate ai matrimoni – più che avvicinare una potenziale utenza, rischiano di tenerla ben alla larga dalla Marsica, che di problemi e di deterrenze all’accoglienza ne vanta già abbastanza di suo.

Il Martello del Fucino – foglio volante di Fontamara

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