Sicurezza sismica / 8 – Il “segreto” sulle scuole è un’arma a doppio taglio

Franco Massimo Botticchio
Franco Massimo Botticchio
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Abbiamo avuto modo di osservare – ed è sfaccettato fenomeno etnografico, sociologico, che meriterebbe approfondito studio – come in tutte le contrade montane abruzzesi scenario, negli scorsi secoli, di disastrosi terremoti, con Amatrice si sia in pochi giorni passati, talvolta nei medesimi luoghi, da «in quelle scuole mai» a «ragioniamo sulla sicurezza delle scuole», persino con le medesime persone a mutare da un sentimento all’altro, a transitare da un comitato all’altro, come nel caso di Sulmona esemplarmente riepilogato su zac7.it : Se i doppi turni fanno più paura del terremoto. Le mamme ci ripensano, senza che questo trasmigrare lo si possa ragionevolmente e logicamente spiegare. Fatto salva l’ipotesi di una riflessione meno emotiva sul tema improvvisamente intervenuta (ma che noi invero non abbiamo afferrata) e sperando che il cambio di indirizzo nella parte maggioritaria dell’opinione pubblica non sia stato ingenerato unicamente dal timore dell’aggravio di trasferimenti container doppi turni che la chiusura di molte strutture avrebbe comportato, è indubbio che tale risultato, prodottosi in pochi giorni, lasci assai perplessi e spaesati.

Se è vero infatti che in molti centri si è innescata una discussione sulla questione dello stato delle scuole e in diversi paesi si sono svolti dei confronti pubblici anche vivaci, i grandi assenti in questo “polverone” sono stati i dati di fatto, i documenti, rimpiazzati da generiche assicurazioni e rassicurazioni propinate e formulate da Autorità apparse tutte piuttosto imbarazzate e dedite, più che ad amministrare ed informare, a dolersi di pretesi “sciacalli” e della ingratitudine della sorte.

Gli unici veri dati ufficiali sulla vulnerabilità sismica – peraltro estrapolati dai testi dei lavori e dei calcoli che ne sono parte sconosciuta ma essenziale – che è stato dato di leggere in questo mese e poco più sono stati quelli riferiti alle scuole dei due centri maggiori interessati alla questione, Avezzano e Sulmona. Dati peraltro spuri, e aggiornati in corso d’opera.

Si resta sinceramente basiti nel constatare come molte amministrazioni comunali, alla fine della fiera, abbiano provveduto a riaprire le proprie scuole, senza spiegare le ragioni del loro esitare all’indomani del sisma del 24 agosto, e senza minimamente condividere tutto quel che di tecnico aveva – spalancando nuovamente i cancelli – spinte a superarle, certe remore.

Senza arrivare a reclamare – in un ceto politico locale il cui livello è a tutti noto – quella formazione specifica nel risk communication attraverso la quale agire in queste circostanze (onde sensibilizzare le popolazioni su determinati pericoli, facilitare la comprensione e l’assimilazione di idee complesse, favorire il dibattito politico e l’adozione delle decisioni più appropriate: siamo, evidentemente, nel campo della science fiction) questo mese trascorso da Amatrice – che viene dopo cento anni di eventi luttuosi e due terremoti recentissimi quali L’Aquila e l’Emilia, è stato contrassegnato, sul versante esaminato, da una grande opacità.

Ancora oggi leggiamo sulle cronache locali che a Celano:

[…] Un altro tema su cui torna Cotturone è quello della sicurezza degli edifici pubblici.
La richiesta è quella di visionare i certificati che attestino i controlli: ”Hanno riportato circa 1200 cittadini tra personale scolastico ed alunni dentro le scuole promettendoci la visione dei certificati a seguito dei controlli, ma non vi è traccia di nulla. Come mai? Una delle assurdità che ad oggi risulta palese” aggiunge, “è quella  dell’edificio Don Minozzi, dove a seguito dei controlli affidati ad un team di tecnici, nominati dal primo cittadino, è stato effettuato il trasferimento degli alunni dell’Ite, proprio per scongiurare eventuali situazioni di pericolo legate al rischio sismico”.

Il segretario [Pd] continua con le domande, con l’intento di porre l’attenzione sulla sicurezza prima che sia troppo tardi: ”una parte di alunni ora si trova nel plesso di Madonna delle Grazie, ma se questa è sicura come mai si sta provvedendo a costruirne una nuova nel campo Bonaldi? Infine perché sul sito del comune non vi è traccia di un piano sicurezza e come mai non si pensi ad informare la cittadinanza sui comportamenti da tenere?” […]

[ Tratto da avezzanoinforma.it: Cotturone, Pd Celano: Focus su scuolabus e sicurezza ]

A Cerchio, sappiamo che vi è chi – genitore – ha formulato una richiesta di accesso agli atti sulla scuola, e non ha ancora ricevuto risposta (ma i propri figli nella struttura in questione non li ha mandati). Come pure ci sembra non abbia avuto alcun cenno il consigliere comunale di opposizione di San Benedetto dei Marsi che pure ha chiesto, nella sua veste, i documenti sulla propria scuola di via Fucino. Peccato, perché se nel primo caso sappiamo che la vulnerabilità sismica non era stata effettuata prima del 24 agosto (cosa gravissima evidentemente; ma non per chi vuole ragionarci, sulle situazioni, e accomodare anche quando non si può) nell’altro e più popoloso centro fucense, pare che ad un primo risultato con un indice di vulnerabilità molto basso – e del quale abbiamo già ampiamente trattato, e per il quale abbiamo già incassato una quantità di contumelie che la metà basta – ne sia succeduto altro, effettuato da altro professionista locale all’uopo incaricato, che ha fornito un esito migliore (attraverso gli stessi dati del primo?), a patto non si utilizzi il piano alto di quelle elementari di via Fucino e si resti a debita distanza dal pilastro della sala termica in fondo. A questo siamo arrivati. Alle leggende. Perché non c’è chiarezza.

Quando una situazione non è chiaramente lumeggiata, il rischio che si corre è quello che al grigio della mancata conoscenza si aggiunga la nebbia ingenerata dalla scarsa proprietà di linguaggio nel riferire tutti noi profani argomenti tecnici, dalle imprecisioni e dalle invenzioni. Solo a quest’ultimo proposito, a titolo esemplificativo, si cita quella da noi udita direttamente l’altro giorno, a Pescina, propalata pare da persone vicine all’attuale sindaco di San Benedetto dei Marsi: chiacchiera a detta della quale il primo cittadino di Pescina – che, come sappiamo, ha chiuso, speriamo definitivamente, le sue scuole medie e che è in attesa dei MUSP – avrebbe chiesto aiuto ed asilo a San Benedetto dei Marsi, cioè di ricoverare i propri studenti presso quella scuola elementare di via Fucino già sovraffollata e sulla cui sicurezza ci siamo permessi fortemente di dubitare (e rimaniamo di quella idea). A ragionarci, costituirebbe una vera e propria contraddizione in termini, un simile passo, che il povero Sindaco di Pescina non si è mai neppure sognato di fare. Ma evidentemente, accreditarlo non è cosa neutra (l’unica ragione logica che possiamo attribuirvi è quella, in tal modo, di far considerare più “sicure” le scuole di San Benedetto: meschina cosa, ed anche sospetta). Invenzioni velenose, diffuse da persone di scarso comprendonio, che non si rendono conto del danno che possono produrre nell’opinione pubblica, sul discernimento dei singoli. Foriere, alla lunga, magari, di danni ancor più gravi, ed irreparabili.

Questo è, nell’anno 2016.

ilmartellodelfucino@gmail.com

 

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