Sette winchester per un massacro – Gianfranco, esci fuori con le mani bene in vista!

Franco Massimo Botticchio
Franco Massimo Botticchio
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Era facilmente pronosticabile: come si dice in molte parti degli Appennini, con la pianta a terra tutti a far legna.

Gianfranco Tedeschi
Gianfranco Tedeschi

Così, dopo che (persino) la Sezione giurisdizionale per l’Abruzzo della Corte dei Conti [ Per scaricare la sentenza CLICCA QUI ] ha condannato il povero abogado Tedeschi a restituire quanto da egli a suo tempo indebitamente percepito per l’opera (e che opera!) prestata quale amministratore del Cam S.p.A. quando rivestiva anche la carica di sindaco di Cerchio, e nel mentre costui forsennatamente si prodigava nella campagna elettorale di Avezzano in favore del candidato De Angelis (del quale, dopo l’inopinata vittoria, ha preso ad occupare quasi stabilmente l’androne municipale), abbiamo cominciato a scorgere segni e segnali inequivoci della rivolta dei servi nei suoi ragguardevoli e poco stimabili contorni e coturni: professionisti miracolati mezze cucchiare finti pezzenti e autentici morti di fame (talvolta sintetizzati e condensati in unico corpo fisico) hanno cominciato a far mostra di non conoscerlo, il Tedeschi, evitandolo come fosse un untore di quelli del Manzoni della Colonna infame.

Non ci ha perciò sorpresi, pochi giorni or sono, la lettura della locandina del principale quotidiano regionale che annunziava non solo «epurazioni nel Pd» ma che queste sarebbero cominciate proprio con Tedeschi.

locandina WEB

Come già sottolineato, per i numerosi precedenti avuti con il tizio, non avremmo particolari motivi per scaldarci; ché, oltretutto, ogni partito o associazione si regola come meglio crede (e noi liberi di non aderirvi, ovvio). Pure, in quella condizione per la quale oggi il nostro Tedeschi ha da restituire alcuni bruscolini, venne messo da una pletora di sindaci del noto partito Pd, in perfetta sinergia (trattasi più propriamente di combutta) con quelli di centrodestra e di tutte le altre sponde marsicane del Cam S.p.A.. Addirittura, i due schieramenti, e lo scrivemmo oltre dieci anni fa, ebbero la sfacciataggine di brigare in Parlamento per consentire, ai sindaci dei comuni sotto i duemila abitanti, di rivestire contemporaneamente la carica di soci controllanti di società gestrici di servizi e quella di amministratori delle stesse società (non ebbero la prontezza di salvaguardare la questione degli emolumenti, che subito dopo altra norma escluse fossero corrisposti, per quanto una consulenza del nostro concittadino Mario Damiani fornita al Cam S.p.A. assicurasse il contrario: ed oggi sul punto è cascato l’asino): ricordiamo in bella vista, sull’emendamento, le firme – non vorremmo sbagliare – dei leader abruzzesi a Monte Citorio. Senza questo passaggio, il sindaco di Cerchio non avrebbe potuto neppure pensare di amministrare il Cam S.p.A., causa incompatibilità.

Attendiamo dunque di conoscere – in qualità di curiosi da piazza – in quale forme si concretizzeranno le annunziate “epurazioni” (termine osceno e che mette i brividi) e soprattutto se riguarderanno anche tutti coloro che – nel noto sistema sfasciatutto che ha sgovernato le nostre sorti nell’ultimo ventennio – hanno retto il sacco, partecipato alla cannibalizzazione, giustificato l’andazzo o solo hanno assistito senza dire nulla (i peggiori questi ultimi). Nella prima ipotesi, lo andiamo dicendo da tempo, si tratterà del goffo tentativo di stornare delle responsabilità collettive per dirottarle verso un capro espiatorio molto comodo e quasi naturale, quale il Tedeschi; nella seconda ipotesi, si rischia seriamente di desertificare i ruoli del noto partito sino ad azzerarlo quasi.

Se Tedeschi, invece di girare ogni povero numero di questo foglio in Procura si fosse attardato cinque minuti a scorrerlo, avrebbe rinvenuto, già molti anni or sono, il suggerimento di lasciar perdere, di staccare la spina, di trasferirsi altrove: quel che poteva apparire provocatorio era in realtà, da allora, l’unico rimedio possibile, abbracciando il quale oggi il Nostro si troverebbe tranquillo in famiglia, in una villetta nei dintorni di Treviso (luogo di fantasia) a compatire i suoi successori al Consorzio acquedottistico. Ci avesse dato retta, oggi potrebbe addirittura atteggiarsi a grande amministratore (cosa che la prova dei fatti ci ha invece consentito di escludere), rimpianto e osannato, al telefono, da coloro che repentinamente, nell’ultimo periodo, gli hanno voltato le spalle, e che non solo lo trattano come un appestato ma faranno di tutto per fargliela pagare. Se non altro perché se tutte le colpe sono e risulteranno ascrivibili al solo Tedeschi, i vecchi sodali potranno continuare indisturbati a fare quel che facevano prima: i servi.

[ Tratto da: Il Martello del Fucino 2017-6SCARICA IL PDF ]

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