Maxi inchiesta appalti illuminazione pubblica: la sentenza del Gup

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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di Claudio Abruzzo

Si è tenuta questa mattina l’udienza preliminare davanti al Gup dott.ssa Maria Proia per la maxi inchiesta sugli appalti per l’illuminazione pubblica che ha coinvolto sindaci, professionisti e imprenditori accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta, estorsione, usura, riciclaggio, falso.

Il Gup, nella sentenza, ha dichiarato prescritti alcuni dei reati, e ha disposto il disposto il Non luogo a procedere nei confronti di Salvatore Manfredo  (ex assessore ai lavori pubblici del comune di Castellafiume, accusato di turbata libertà degli incanti in concorso con altre persone) per non aver commesso il fatto, di  Paolo Venditti e di Vittoriano Frigioni, perché gli elementi acquisiti nel corso delle indagini risultavano insufficienti e non idonei a sostenere l’accusa in giudizio. Vittoriano Frigioni, difeso dall’avvocato Stefano Guanciale, era inizialmente indagato per falso in atto pubblico insieme al segretario del comune di Celano Giampiero Attili e agli assessori Elio Morgante, Cesidio Piperni, Gianluca Del Corvo e Ermanno Bonaldi: anche questi ultimi sono stati prosciolti dal reato per intervenuta prescrizione.

“Sono felice di essere stato assolto nel merito perché non ci sono elementi idonei a sostenere l’accusa di falso – commenta Vittoriano Frigioni – secondo cui io e altri assessori di Celano, insieme al segretario comunale, avremmo approvato nel 2011, senza progetto, una delibera di giunta per lavori di illuminazione pubblica per un importo di centomila euro.  Il  provvedimento del Gup ha confermato la totale estraneità della giunta 
comunale a questa brutta vicenda giudiziaria”.

L’indagine, condotta dai Sostituti procuratori della Repubblica Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli, fa riferimento ad episodi collocati temporalmente tra il 2009 e il 2012 in diversi Comuni della Marsica: Avezzano, Cerchio, Trasacco, Collelongo, Villavallelonga, Celano e Ortucchio, e relativi a degli appalti di pubblica illuminazione.

Le indagini della mobile dell’Aquila partirono dalle dichiarazioni dell’imprenditore Angelo Capogna, anche lui rinviato a giudizio, all’epoca dei fatti legale rappresentante della società Seridue srl, poi fallita.

In totale erano 33 gli indagati, molti di loro dovranno ora difendersi nel processo: la prima udienza collegiale si terrà il 10 ottobre 2019 e per diversi dei reati contestati si avvicina la prescrizione.

L’ex assessore del comune di Avezzano, Maurizio Bianchini, che figura nell’elenco dei rinviati a giudizio, ha diffuso un comunicato con cui ribadisce la sua estraneità ai fatti contestati e annuncia l’intenzione di rinunciare fin da ora alla prescrizione. Di seguito il comunicato di Maurizio Bianchini.

COMUNICATO STAMPA

Ex assessore Bianchini rinuncia alla prescrizione
All’esito del decreto che dispone il rinvio a giudizio emesso anche nei miei confronti per l’udienza del 10 ottobre 19 desidero ribadire con fermezza la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono ascritti ( e di non aver mai chiesto al Capogna o ad altri di assumere presso la sua azienda il Sig .Innocenzo Ranieri, all’epoca dei fatti consigliere comunale ed altro soggetto a me totalmente sconosciuto).

L’amarezza riguarda il lasso di tempo che mi separa dalla affermazione della Giustizia che concorrerà soltanto a far maturare la prescrizione. Ho pertanto anticipato al mio di difensore Avv. Roberto Verdecchia la mia ferma decisione di rinunciare alla prescrizione per approdare ad una sentenza di assoluzione nel merito.

Maurizio Bianchini

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