MASSA D’ALBE – Esposto di due consiglieri contro impianto CESCA

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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Non si placano le polemiche sull’impianto di compostaggio della Cesca sas. Due consiglieri della lista “Libera Mente”, Graziella Rubeo e Simone Giffi, hanno indirizzato un esposto a Regione Abruzzo, ARTA, A.S.L. Abruzzo, Comune di Massa D’Albe e – per conoscenza – alla Procura della Repubblica di Avezzano. Nel documento si chiede di “provvedere, con la massima urgenza, alla risoluzione del gravissimo problema ambientale che investe il territorio del Comune di Massa D’Albe”.

Secondo l’esposto molti cittadini, soprattutto quelli residenti in prossimità dell’impianto di compostaggio di proprietà della CESCA sas di Contestabile Domenico, continuerebbero a lamentare la persistenza di intollerabili cattivi odori, tali da causare malesseri e per i quali si è persino dovuti ricorrere alle cure sanitarie.

Già nel 2016 la ditta era stata diffidata dalla Regione dopo che l’Arta aveva rilevato  emissioni di ammoniaca in atmosfera ben otto volte superiori ai limiti di legge: “Purtroppo a nulla sono servite – afferma il consigliere Rubeo – le numerose e reiterate segnalazioni alle autorità competenti, Comune, Corpo Forestale e Regione”.

Lunedì è previsto un incontro tra l’amministratore della Cesca Domenico Contestabile e il sindaco di Massa D’Albe Nazzareno Lucci, per confrontarsi sulle modalità di gestione e sul problema dei cattivi odori prodotti dall’impianto. Si parlerà inoltre dell’istituzione di una commissione ambientale volta al controllo ed alle verifiche del corretto funzionamento dell’impianto, composta da rappresentanti delle associazioni ambientaliste, tecnici e cittadini.

Il problema dell’impianto di compostaggio e’ soprattutto un problema di salute pubblica – continua Graziella Rubeo – Non ci si può limitare a convocare la proprietà e ad istituire una commissione per il semplice monitoraggio, necessitano invece provvedimenti d’urgenza che pongano fine alle torture cui è sottoposta la popolazione. Occorre soprattutto che il gestore dell’impianto venga “diffidato” dal reiterare comportamenti che costituiscono un vero e proprio attentato alla salute. Non si può ignorare che la proprietà ha già disatteso le prescrizioni che gli erano state imposte dalla Regione nel settembre scorso. Non si può temporeggiare su un problema che persiste da ben 4 anni, mentre i cittadini continuano a subire”.

Di recente, oltre alle preoccupazioni per la puzza e per la salute dei cittadini, si sono aggiunti dubbi sulla qualità del compost prodotto e sulla natura stessa dei rifiuti che finiscono nell’impianto: nei mesi scorsi, infatti, le forze dell’ordine hanno fermato degli automezzi all’ingresso dello stabilimento CESCA, riscontrando irregolarità nei formulari dei rifiuti trasportati. Ulteriori dubbi sono sorti anche in riferimento al valore di mercato del compost prodotto, che pare sia venduto per pochi centesimi euro a tonnellata e che, ultimamente, è molto utilizzato come ammendante nei terreni della piana del Fucino.


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