Luco – Una truffa finita male. Troppe carte farlocche: impianto smantellato

Angelo Venti
Angelo Venti
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Questa della Fotovoltaico Luco srl è la storia di una “tentata truffa” finita male, che per essere compresa bene va raccontata dall’inizio.

Due celanesi fanno una “proposta indecente” al Comune che accetta di svolgere il ruolo di “Testadilegno” e che – in cambio di un piatto di lenticchie – consente a dei privati di intascare incentivi pubblici anche senza averne più diritto.
L’impianto – realizzato in località Petogna a Strada 45, potenza di 500 Kw – punta agli incentivi del Quarto conto energia, ma è l’Ente locale a figurare come Soggetto responsabile presso il Gse (Gestore servizi energetici), che eroga gli incentivi. Le società che si intrecciano nella proprietà dell’impianto sono quattro, ma alla fine il 99% delle quote risulta in mano alla MASFIDA, una società anonima svizzera.

A svelare tutto l’inghippo nell’aprile 2013 è site.it con L’affare all’ombra del sole, a cui si aggiunge l’opposizione con accessi agli atti ed esposti alle varie autorità coinvolte. Segue poi una lunga serie di carte farlocche prodotte da Comune e Regione, compresa una strana sparizione di documenti ufficiali dall’Ufficio protocollo del Comune. Ne viene fuori uno spaccato esemplare del funzionamento deviato di alcuni organi istituzionali nei rapporti con certa imprenditoria e di tutto ciò che amministratori e funzionari pubblici non dovrebbero fare. Alla fine, comunque, dopo alterne vicende è il Gse a chiudere la pratica, annullando definitivamente gli incentivi inizialmente accordati. E dopo i fatti di Luco, avvia una serie di controlli e verifiche su altri impianti in Italia, recuperando altre centinaia di milioni di euro…

La storia dell’impianto fotovoltaico di Luco, nella sua evidenza documentale, diventa così un vero e proprio Caso scuola, riassunto nel settembre 2015 da site.it  in “Cortocircuito a Luco: salvati 3 milioni di euro“. L’impianto non esiste più, ma restano ancora sul tappeto una lunga serie di ipotesi di reato per cui si attendono ora gli esiti dalla Procura di Avezzano, che aveva aperto un’inchiesta. Nell’attesa, la ditta ha smontato l’impianto…



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