Lacrime di coccodrillo sulle vie di Fucino

Redazione
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Pericolo acquaplaning

Lacrime di coccodrillo sulle vie di Fucino

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La recente terribile vicenda della morte di Giuseppe Asci, nel luogo della piana, ad Ottomila, dove la strada provinciale 20 (Marruviana per intenderci, ché l’unico intervento che ha subìto è quello della modifica del numero) che corre da Avezzano a San Benedetto interseca le strade (36 e 14) che conducono rispettivamente a Trasacco e Celano (tratto, pare di capire, sempre in ossequio ai grandi interventi, ribattezzato provinciale 19 Ultrafucense), ha provocato, oltre al dolore di amici e familiari, un’ondata diffusa e inaspettata di sdegno.

La Marsica è strana: negli ultimi mesi e sino a pochi giorni or sono abbiamo letto di diverse autovetture finite nel controcollettore che corre parallelo a quella strada, accidenti che in quel punto soprattutto – se non proprio avanti o appena indietro – hanno provocato annegamenti e feriti, e visto salvataggi e rassegnazione. Intorno a quel crocevia, negli ultimi lustri, come bene hanno rammentato le cronache locali, si sono registrate decine di vittime, in massima parte ingenerate (oltre che dalla velocità di alcuni, troppi) dall’improvviso pararsi dello stop a chi provenendo da Trasacco scavalla il ponte. E nulla o ben poco si è fatto, a memoria di chi scrive, per far fronte ad una simile iattura.

E’ un problema di (in)cultura. Le nostre strade sono storicamente assai insicure (sempre intorno a Fucino, il budello che conduce da Cerchio a Pescina è prossimo a franare), e i numerosi morti sulle strade sono sempre stati rubricati nella categoria degli eventi ineluttabili, imperscrutatabili, da velocemente riporre nel gelo della memoria. Fatto privato di chi ha avuto la sfortuna di…

Barbarica è la condotta di molti automobilisti locali, in ciò assecondati dai tanti mezzi pesanti che vengono da fuori a caricare gli ortaggi, che contraddistingue la circolazione automobilistica in mezzo a Fucino, dove pure strade dal fondo infelice (di derivazione torloniana / senonché Torlonia non faceva circolare facilmente) o sporco di terra o bagnato o gelato dovrebbero suggerire il rigoroso rispetto dei limiti di velocità (disattesi dalla quasi totalità degli astanti). Qualche taglio in rilievo dell’asfalto in prossimità degli incroci più pericolosi e poco altro, nel tempo. Un dissuasore luminoso e il proposito di fare qualche multa velocemente finiti in archivio. Acceleratore e via: Fucino è un vero e proprio autodromo, buio, livido stretto e senza luci.

Dicevamo dello sdegno dei giorni scorsi. Sacrosanto, furibondo. Immediatamente è uscito il presidente dell’ente Provincia, che ha la competenza su quella strada, a dire la sua. Questo il primo messaggio facebook di Del Corvo:

Ho saputo dell’ennesima tragedia sulla Marruviana e me ne dispiace moltissimo. Vorrei aggiornarVi sull’iter per la messa in sicurezza della strada: abbiamo recuperato un finanziamento di dieci milioni di Euro (concesso purtroppo al 2002 e mai utilizzato da chi ci ha preceduto) abbiamo fatto il progetto e la gara si è conclusa con l’aggiudicazione provvisoria due mesi fa, purtroppo il secondo classificato ha presentato ricorso al TAR. Siamo in attesa della sentenza del TAR. Vedo nei prossimi giorni cosa fare per accelerare. Chiedo scusa se siamo arrivati tardi ma ce l’abbiamo messa tutta.

Sulla stessa nota garrula si è poi prodotto qualche consigliere provinciale, con arie da chierichetto innocente, quasi basito che qualche suddito osasse rivolgergli delle rimostranze, se non muovergli delle aperte accuse. Tutti ansiosi, cotanti politici, di dimostrare di aver fatto tutto quanto in loro potere. Non è così, e la breve narrazione che segue lo dimostrerà ampiamente, riproponendo un tema a noi caro e che per brevità sintetizzeremo con: la cattiva politica è deleteria anche quando all’apparenza è irrilevante, e può arrivare a distruggerci (ed è nostro compito eleggere, nei posti di comando, persone oneste e capaci in luogo di chi può al limite garantirci un favore o conservarci un’amicizia o un comparaggio).

Per carità. Facciamo salvi gli eventi dell’ultimo decennio (come quell’asfaltata data ad un solo tratto, ecc.), la questione è annosa, (come premesso) culturale, e nessuno poteva pretendere fosse risolta in poco tempo da Antonio Del Corvo. Ma qualcosa non torna.

L’iter processuale della «realizzazione raccordo anulare della SP nr. 22, “Circonfucense” di collegamento Avezzano-San Benedetto dei Marsi» (che ricomprende anche le direttrici centrali della strada provinciale 19 Ultrafucense nei tratti di Celano e Trasacco e la provinciale 20 Marruviana tra Avezzano e San Benedetto) che è oggi sotto la lente di ingrandimento – quello in attesa della definizione del quale, oggi, ci si viene a dire che si metteranno i semafori – nasce con la determinazione dirigenziale del noto ingegner Valter Angelo Specchio del 12 agosto 2010, quando lo stesso, in qualità di Direttore generale della Provincia dell’Aquila, decide di procedere all’affidamento, con bando di gara, dei «servizi di ingegneria e architettura relativi alla progettazione definitiva, esecutiva, direzione lavori e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione del progetto denominato Raccordo anulare della S.P. nr. 22 Circonfucense […] per una spesa presunta di euro 460.609,11». Si opta per la gara ovvero si ricorre, per far redigere il progetto, all’esterno dell’Ente Provincia, «rilevata l’esiguità del personale presente presso l’Ufficio tecnico e l’impossibilità dello stesso di essere distolto dalle normali funzioni nonché la pluralità di competenze richieste per la realizzazione del progetto definitivo-esecutivo, non riscontrabili […] all’interno del citato Ufficio tecnico». E sta bene, la possibilità di ricorrere ad adeguate professionalità esterne è possibile (sebbene risulti piuttosto incredibile che in Provincia non ci sia, compreso lo stesso Specchio, una persona in grado di curare un progetto di tal fatta) anche se poi non ci si deve lamentare che certi nominati politici finiscano isolati all’interno degli enti (cosa in fondo ricercata anche da loro, i nominati politici quali Specchio, che in pochi, con pochi fidi scudieri, possono gestire tutto, nel buono e nel meno buono, lasciando nel limbo la macchina amministrativa che noi tutti paghiamo, accusandola di improduttività). Ma se avete deciso di ricorrere ad un bando (chiamare un amico?) almeno fatelo. Non lo fanno. A marzo 2011, sette mesi dopo, lo stesso ingegner Specchio, recentemente assurto agli onori delle cronache per il disastro delle scuole superiori fuori cratere, revoca la determinazione dell’agosto 2010 e subito dopo, con deliberazione del 13 marzo 2011, è la stessa giunta provinciale a deliberare che «al fine di non perdere il finanziamento concesso all’Ente, di demandare al Direttore Generale l’individuazione del personale che dovrà redigere la progettazione del – Raccordo anulare della S.P. nr. 22 – Circonfucense – di collegamento Avezzano-San Benedetto dei Marsi […] avvalendosi del personale assegnato al Settore Programmazione Progettazione OO.PP. ed Attività per la Ricostruzione». Si riporta dunque la progettazione all’interno dell’ente Provincia, e solo per non perdere i soldi della Regione! Sono stati buttati molti mesi, e non se ne comprende bene la ragione (chiosa la Procura della Repubblica di L’Aquila al riguardo: «appare lecito ritenere che l’Amministrazione Provinciale dell’Aquila fosse dotata […] di personale idoneo ad assolvere sia le specifiche funzioni di progettazione, sia quelle relative alle attività tecnico-amministrative connesse»). Anche perché, si noti, il progetto preliminare – sul quale dovranno lavorare i progettisti – che risale nientemeno che al febbraio 2007 (f-e-b-b-r-a-i-o 2-0-0-7), è stato tranquillamente redatto all’interno dell’ente Provincia.

Ma riportare il progetto sotto l’ingegner Specchio, il quale assume un profilo basso nella procedura, non sortisce l’effetto di velocizzare l’iter. Anzi. Pur considerando la gran massa di lavoro e di pareri da dipanare e acquisire, [saltiamo molti passaggi mooolto delicati], la commissione di gara arriva infine a decidere a chi appaltare i lavori solo nell’ottobre 2012. E’ trascorso un altro anno e mezzo dunque per avere un progetto esecutivo (non così complesso, onestamente), fare il bando (che non siamo riusciti a rintracciare sull’albo pretorio on line della Provincia / ma potrebbe essere per nostra incapacità) ed aggiudicare i lavori. E quel che è peggio è che su tale gara si addensano una gran quantità di dubbi (ivi compresi quelli inerenti alcune clausole contenute negli atti; dubbi manifestati, pare, dalla stessa commissione aggiudicatrice), in un clima per di più avvelenato dalla consapevolezza di essere in presenza dell’indagine sulle scuole superiori. E solo qui sopraggiunge il ricorso che dovrebbe togliere le castagne dal fuoco a qualcuno. Troppo comodo.

Quando alcuni politicanti, adesso, ci dicono che metteranno subito in sicurezza quelle strade, ci viene da pensare che forse potevano esercitare la loro attività (di indirizzo controllo e di sindacato) a tempo debito, e non solo con delle chiacchiere a sangue versato. Quando si impiegano anni per appaltare lavori che, oltre ad essere necessari per la tutela di vite umane, assommano a oltre sette milioni di euro, pensiamo che tante ciance sul “lavoro che manca” potrebbero tranquillamente esserci risparmiate. Almeno questo.

Infine, ad Antonio Del Corvo e agli amici della parrocchietta: nessuna autocritica nell’aver voluto, portato e tollerato l’ingegner Valter Angelo Specchio in quel posto? Dio non voglia, dovesse qualche giudice arrivare a dire che in tutto l’iter di questi lavori vi sono state delle cose da censurare, ed emergesse un’inazione nel primo passaggio (progetto interno-progetto esterno) come nella successiva redazione interna del progetto da mettere a gara, e che tale inazione (magari ingenerata da ragioni poco commendevoli) avesse causato il ritardo anche di un solo giorno, qualcuno potrebbe indurre che certe morti siano oggettivamente da imputare ai comportamenti di alcuni singoli dirigenti e funzionari e da far risalire quindi, oggettivamente, a chi politicamente della scelta di quei soggetti è responsabile. R-e-s-p-o-n-s-a-b-i-l-e. R-E-S-P-O-N-S-A-B-I-L-E.

Da non dormirci la notte, con un simile scrupolo di coscienza (certo, a patto di averla, una coscienza).

Franco Massimo Botticchio

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