Il Fucino invaso dalle biomasse: i due termovalorizzatori di Avezzano e l’impianto di Collarmele

Redazione
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Mentre l’opinione pubblica era concentrata sulla torcia al plasma e si sviluppava sulla stampa un appassionante dibattito alimentato con false notizie, nel silenzio generale venivano presentati progetti di impianti per la produzione di energia elettrica tramite la termovalorizzazione di biomasse.

La normativa italiana inserisce tra i processi di sfruttamento delle fonti rinnovabili di energia anche la produzione di elettricità da biomasse e ciò avviene anche se la materia prima viene importata dall’estero.

Il primo termovalorizzatore

Il 19 settembre, presso il Ministero delle politiche agricole a Roma, tra Regione, Provincia, comune di Celano, organizzazioni sindacali e le società Sadam, Eridania e Powercrop, viene siglato l’accordo per utilizzare i soldi stanziati per la ricoversione dello zuccherificio di Celano. Nel Nucleo industriale di Avezzano si realizzerà un termovalorizzatore di 32 Megawatt, in cui si bruceranno 270mila tonnellate di biomasse.

Un impianto ben più inquinante della torcia al plasma, che si realizzerà con la benedizione delle organizzazioni agricole. Tra l’altro, nell’accordo, si destinano alla coltivazione di biomasse ben 4.500 ettari (oltre un terzo del Fucino) e si indica il prezzo minimo che sarà corrisposto ai coltivatori: 45 euro per tonnellata prodotta. L’accordo prevede anche una Intesa quadro di filiera agroenergetica con le organizzazioni professionali agricole, intesa discussa tra le parti il 24 luglio, e sottoscritta il 31 agosto (gli stessi giorni in cui la Coldiretti contestava a Luco la Torcia al plasma).

Il Consorzio del nucleo industriale di Avezzano, il 17 settembre, ha deliberato l’assegnazione dell’area alla Powercrop: si tratta di circa dieci ettari di terreni fucensi, davanti la cartiera Burgo. Il cantiere dovrebbe essere aperto nei prossimi mesi e l’entrata in funzione è prevista per il 2010.

Il secondo termovalorizzatore

E’ previsto sempre nel Nucleo industriale, nei pressi della tv araba, alle porte di Avezzano, ed è alimentato a biomasse oleose, forse olio di palma.
La società VCC Energia spa ha presentato l’istanza per l’assegnazione dell’area il 10 agosto 2007 e il 17 settembre il Consorzio del Nucleo industriale ha deliberato l’assegnazione di 32 ettari.
La potenza di questo termovalorizzatore è di 72 Megawatt e produrrà energia elettrica attraverso la combustione di 120mila tonnellate l’anno di biomassa liquida.

Un terzo impianto è progettato a Collarmele.

Il progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stato presentato per la Verifica di compatibilità ambientale alla Regione il 13 marzo 2007. La ditta proponente è la VCC Siracusa srl, capitale sociale 10mila euro, inattiva.

Si prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di biodiesel (della potenzialità di 75mila tonnellate l’anno), ottenuto dalla spremitura di 240mila tonnellate l’anno di semi di colture oleaginose (girasole, colza). E’ integrato anche un termovalorizzatore a biomasse di 35 Megawatt e una centrale fotovoltaica da 5,8 Megawatt.

L’impianto è localizzato nel comune di Collarmele, in un’area pianeggiante di circa 100 ettari, situata presso i confini con San Benedetto dei Marsi e Cerchio. Il termovalorizzatore sarà alimentato con i residui della produzione di biodiesel e 400mila tonnellate l’anno di biomasse. Per il funzionamento è necessario il prelievo dal fiume Giovenco di 2.700 metri cubi l’ora di acqua (restituita a fine ciclo) e un camino alto 60 metri per lo scarico dei fumi.

Nel giudizio 902 del 6/6/2007 sull’impianto proposto, il Comitato regionale CCR-VIA all’unanimità ha “espresso parere di rinvio per le motivazioni seguenti: è necessario approfondire la movimentazione della biomassa che serve ad alimentare la centrale elettrica da 35 MW, proveniente nel raggio di 20 km e le oleaginose per produrre biodiesel con particolare attenzione all’aumento di traffico veicolare sulla viabilità esistente, e il relativo impatto acustico emissivo”.

Dicembre 2007

tratto da: site.it/marsica 2007-12 (scarica il PDF)
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