Il Far West dell’eolico Regolamentare il settore

Redazione
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f-x-peppe1.jpgLe associazioni ambientaliste, di agricoltori e di consumatori e il Coordinamento abruzzese per la regolamentazione dell’energia eolica da anni chiedono alla Regione di regolamentare il settore.
L’assenza di una pianificazione regionale, prevista tra l’altro da uno specifico decreto sulle energie rinnovabili, ha portato ad una deregulation che rischia da un lato di intaccare le aree più delicate e selvagge e dall’altro di rallentare e bloccare lo sviluppo di questa fonte energetica a causa dei conflitti che genera a livello locale.
Altro tema delicato è quello delle risorse destinate ai comuni che ospitano gli impianti. “Si deve evitare l’assalto ai piccoli comuni allettati dalle irrisorie somme offerte – sostiene il Wwf – perché da un lato si rischia di svendere il territorio e dall’altro i comuni limitrofi, che pure subiscono impatti, non ottengono nulla”.
Il Wwf ha anche realizzato uno screening dei progetti presentati alla Regione: la maggior parte di essi ricadono in Siti d’nteresse comunitario e Zone di protezione speciale, nessuno ha allegato i monitoraggi ambientali annuali o l’analisi dell’interazione tra impianti contigui.
Nel marzo scorso la Giunta regionale ha approvato lo schema di convenzione con il Dipartimento Pricos dell’Università di Chieti, che dovrà entro sei mesi individuare le aree vietate agli impianti eolici.
Nella convenzione è previsto che si definiscano anche i criteri territoriali, energetici e fluidodinamici che consentano di fissare i requisiti minimi e le condizioni per localizzare e realizzare un impianto eolico.

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