Dissequestro condizionato per l’impianto rifiuti Gea. Proseguono le indagini sull’incendio

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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San Vincenzo Valle Roveto – Continuano le indagini sull’incendio che ha devastato l’impianto della Gea srl, ancora sotto sequestro dell’autorità giudiziaria. Da questo impianto, il 2 luglio scorso, colonne di fumo nero si erano alzate in seguito alla combustione di balle di rifiuti stoccate in uno dei piazzali esterni dell’impianto.

Il Comune di Balsorano aveva subito emesso, in via cautelativa, una ordinanza con cui si annunciavano “provvedimenti urgenti a tutela della incolumità pubblica e privata“, e si invitavano i cittadini a “disattivare gli impianti di areazione forzata e di condizionamento, nonché a tenere chiusi gli infissi esterni, fino al momento in cui non sarà dichiarata cessata l’allerta e non saranno pervenuti i risultati dei rilevamenti dell’area“.

Siamo tornati sul posto per un nuovo sopralluogo a 25 giorni dall’incendio. Le riprese dal drone hanno confermato una notevole diminuzione dei rifiuti stoccati nell’impianto, ma nell’aria si avvertiva ancora un odore acre, simile a quello del giorno dell’incendio: le analisi di arta e Asl, comunque, sembrerebbero scongiurare pericoli per la salute pubblica, non essendo stati evidenziati superamenti elevati dei limiti degli inquinanti.

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L’area, a tutt’oggi, è in una condizione di dissequestro condizionato, in attesa della caratterizzazione dei rifiuti stoccati e della certificazione del corretto conferimento degli stessi a centri di recupero o di smaltimento finale. Non si hanno ancora notizie ufficiali sulla natura del materiale bruciato (dalle nostre immagini sembrerebbe trattarsi di rifiuti prevalentemente di natura plastica, misti a carta ed alluminio). Nessuna versione ufficiale nemmeno sulle cause che hanno generato il rogo, tranne una nota dell’Arta che, nelle sue analisi, evidenziava come il livello del benzene sprigionato dai fumi risultava essere molto alto. Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo di inchiesta da parte Carabinieri del nucleo investigativo della polizia ambientale dell’Aquila coordinati dal pubblico ministero del tribunale di Avezzano Maurizio Maria Cerrato.

La storia – L’impianto nasce nel 2002 come Impianto per la selezione e la cernita dei rifiuti da avviare al recupero: in passato avevamo ricevuto in redazione – per lo più da cicloamatori che percorrevano la statale 82 Avezzano-Sora che corre accanto all’impianto – diverse segnalazioni su centinaia di tonnellate di balle di rifiuti stoccate nelle aree esterne all’impianto.
La struttura è di proprietà della Gea Srl, un’azienda che, da più di venti anni, opera nel settore dei Servizi ambientali in Abruzzo, Lazio e Molise, ed è specializzata nella gestione delle Attività di recupero dei rifiuti industriali e speciali; nella Raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, nella Raccolta differenziata e nel Trasporto dei rifiuti presso i relativi impianti di recupero. Tra i suoi clienti anche diversi Comuni marsicani.

La Gea srl, attuale proprietaria dell’impianto di San Vincenzo Valle Roveto, nasce invece con un capitale sociale di 10mila euro nel luglio 2008, riassorbendo le quote della Csa Coop Servizi Ambiente Società Cooperativa. I proprietari delle quote sociali sono Gabriele Di Stefano (5%) e Francesca Siciliani (95%), avvocato ed ex sindaco del comune di Balsorano. Ad amministrare la società Massimo Martinelli, cuniuge dell’ex sindaco.

Martinelli, imprenditore di origine romana, nel recente passato ha avuto alcuni problemi con la giustizia: nel dicembre 2011 fu arrestato dalla Guardia di finanza di Avezzano per un presunto coinvolgimento nella maxi operazione Gold Plastic, avviata dai finanzieri di Taranto e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, operazione che contava 55 indagati per un presunto traffico illecito di rifiuti speciali esportati dai porti italiani di Napoli, Taranto, La Spezia e Gioia Tauro verso diversi paesi del Sud-est asiatico, tra cui Cina e Vietnam. La posizione di Martinelli – è bene precisare –è poi stata definitivamente archiviata.

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