Discariche abusive – Circonfucense: cosa è stato smaltito tra Trasacco e Luco?

Redazione
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di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

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Da Collelongo a TrasaccoDomande inquietantiIl fallimento del progetto di bonifica a Collelongo, quindi, è finito con il far aumentare le domande a Trasacco. La prima: L’accumulo di materiale nell’area sulla circonfucense è avvenuto con le necessarie autorizzazioni?Ma non finisce qui. Sono in diversi a temere – sia a Trasacco che a Luco – che i recenti scarichi  possano ora essere invece utilizzati per occultare smaltimenti precedenti. Timori diffusi con cui si giustifica una seconda domanda, ancora più inquietante della prima: Cosa è stato sepolto e smaltito in passato, in quest’area?Ed è la storia di questo sito ad alimentare i sospettiOggetto molti anni fa di attività di estrazione di ghiaia, probabilmente abusiva, su questa zona sono circolate in passato diverse voci – mai verificate – sulla ripetuta realizzazione di strane trincee, prima scavate e poi misteriosamente ricoperte. Certo è che quest’area – come si evince dalla documentazione in possesso di SITe.it – è stata interessata negli anni da molti smaltimenti di cui si ignora la natura, tanto che il terreno (anche prima degli ultimi scarichi) risulta innalzato di diversi metri rispetto al piano di campagna. A documentarlo anche diverse foto satellitari realizzate in epoche successive, come si vede da questa galleria fotografica:Oppure le foto scattate da terra, che testimoniano come gli scarichi di materiale sono proseguiti, a più riprese, nel corso degli anni, innalzando il livello di diversi metri rispetto al piano di campagna originario: Ma di chi è l’area?

L’area in questione è situata in comune di Trasacco a confine con il territorio di Luco, lungo il tracciato della strada circonfucense, a meno di 500 metri dall’imbocco di strada 39 e prospicente i ruderi del Casotto di guardia n. 14.

E’ finita nel mirino dopo il nulla di fatto con cui si è conclusa la Conferenza dei servizi tenutasi a Pescara presso gli uffici del Servizio gestione rifiuti e bonifiche della Regione, relativa alla bonifica della ex cava, trasformata in discarica, “Le grottelle” di Collelongo. Un sito, questo, che negli anni ha inghiottito quasi 17mila tonnellate di rifiuti ammassati senza alcun trattamento e – nel marzo scorso – si è ritrovato al centro di un traffico di rifiuti provenienti dalla Toscana e su cui aleggia il sospetto di un coinvolgimento della camorra.

Da Collelongo a Trasacco

L’impianto di Collelongo è gestito dalla Ditta Tamburro Remo, che aveva proposto la bonifica attraverso la miscelazione dei rifiuti presenti nella cava con terreno vegetale. E infatti da diversi mesi questa ditta stava accumulando – proprio a Trasacco a ridosso della circonfucense – terreno proveniente da sbancamenti. Anzi, è stato lo stesso Remo Tamburro che, in più di una occasione, ha dichiarato che quel materiale di riporto serviva proprio per la bonifica della discarica di “Le grottelle”.

Domande inquietanti

Il fallimento del progetto di bonifica a Collelongo, quindi, è finito con il far aumentare le domande a Trasacco. La prima: L’accumulo di materiale nell’area sulla circonfucense è avvenuto con le necessarie autorizzazioni?

Ma non finisce qui. Sono in diversi a temere – sia a Trasacco che a Luco – che i recenti scarichi  possano ora essere invece utilizzati per occultare smaltimenti precedenti. Timori diffusi con cui si giustifica una seconda domanda, ancora più inquietante della prima: Cosa è stato sepolto e smaltito in passato, in quest’area?

Ed è la storia di questo sito ad alimentare i sospetti

Oggetto molti anni fa di attività di estrazione di ghiaia, probabilmente abusiva, su questa zona sono circolate in passato diverse voci – mai verificate – sulla ripetuta realizzazione di strane trincee, prima scavate e poi misteriosamente ricoperte. Certo è che quest’area – come si evince dalla documentazione in possesso di SITe.it – è stata interessata negli anni da molti smaltimenti di cui si ignora la natura, tanto che il terreno (anche prima degli ultimi scarichi) risulta innalzato di diversi metri rispetto al piano di campagna. A documentarlo anche diverse foto satellitari realizzate in epoche successive, come si vede da questa galleria fotografica:

Oppure le foto scattate da terra, che testimoniano come gli scarichi di materiale sono proseguiti, a più riprese, nel corso degli anni, innalzando il livello di diversi metri rispetto al piano di campagna originario:

particelle catasto webMa di chi è l’area?

Al catasto terreni –foglio 5 del Comune di Trasacco – le sei particelle interessate (n. 34-35-36- 38-39 e 446) – risultano ancora di proprietà di decine di vecchi intestatari. Ma non è detto che il catasto sia aggiornato e che siano essi gli attuali possessori. A sostenere di esserne l’attuale proprietario, infatti, è lo stesso Remo Tamburro e tale affermazione – pronunciata in nostra presenza – dovrebbe essere stata ufficialmente riportata in almeno due verbali.

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