COMPOSTAGGIO CESCA – Magliano: 7 giorni di prognosi a una donna per “sospetta intossicazione”

Claudio Abruzzo
Claudio Abruzzo
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Nei giorni scorsi una donna di Magliano si è presentata al pronto soccorso di Avezzano accusando problemi di salute come “tosse e dspnea, edema del volto, diarrea e vomito”. A causarli sarebbe stata la “inalazione di sostanze corpuscolate liberate verosimilmente dall’impianto di compostaggio dall’azienda CESCA sas sito in Massa d’Albe”. Nella diagnosi di dimissione il medico del Pronto soccorso annota: “sospetta intossicazione da inalazioni di polveri di origine industriale liberate nel comune di Massa d’Albe”. La donna è stata infine dimessa con una prognosi di 7 giorni.

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Non si tratterebbe di un caso isolato: in precedenza anche altri cittadini avevano fatto ricorso alle cure ospedaliere, accusando sempre malesseri fisici verosibilmente provocati dall’esposizione quotidiana alle emissioni prodotte, pare, dallo stesso impianto. Sui vari episodi sarebbero state presentate anche querele ed esposti all’autorità giudiziaria.

Molte segnalazioni e lamentele dello stesso tenore sono pervenute anche in redazione. Secondo le testimonianze di residenti nei comuni di Massa D’albe e in particolare Magliano, l’aria spesso diventa irrespirabile in concomitanza di determinate condizioni atmosferiche e causerebbe tutta una serie di malesseri fisici: nausea, disgusto, prurito, lacrimazione oculare e gonfiore del viso.

Non mancano prese di posizione pubbliche da parte di chi subisce direttamente i disagi.

“A seguito della diffida del Servizio Gestione Rifiuti dell’Ottobre 2016 – afferma Velina Armati, presidente del Comitato difesa territorio equo, formatosi nel 2014 e contrario alla realizzazione dell’impianto – la ditta Cesca avrebbe implementato i protocolli di controllo e gestione e modificato solo alcune strutture dello stesso. Purtroppo, dal punto di vista dell’impatto delle molestie odorigene non è cambiato assolutamente nulla, visto che i miei concittadini continuano a lamentare fortemente tali molestie, accusando inoltre malesseri fisici causati dalle esalazioni. Siamo inoltre in attesa della sentenza del Consiglio di Stato ormai da quasi di due anni”.

Dichiara invece Sante Gentile, consigliere di minoranza di Magliano dei Marsi: “Secondo quanto affermato nel ricorso, riteniamo che vi sia stata una singolare interpretazione delle norme di attuazione del Piano Speciale Territoriale di Alba Fucens in base alle quali la riconversione industriale poteva essere autorizzata solo al termine dell’intera attività estrattiva di tutto il piano e una volta ripristinati i territori stessi a livello morfologico-ambientale. Nel caso specifico tutto ciò non è avvenuto e quindi ci si domanda come sia stato possibile autorizzare l’impianto evidentemente in contrasto con le sopracitate norme. Ci chiediamo inoltre a che punto sono le indagini sul caso che perdurano da almeno due anni. Siamo in apprensione per la salute pubblica”.

Il comune di Massa d’Albe, infine, sembra abbia in progetto di istituire una Commissione ambientale per il monitoraggio delle emissioni prodotte dall’impianto di compostaggio.


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