Collarmele – Biometano energy srl: la curiosa compravendita del terreno

Redazione
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di Angelo Venti e Claudio Abruzzo

Sono tante le curiosità e le domande che suscita la compravendita dei terreni su cui a Collarmele dovrebbe sorgere l’impianto per la produzione di biometano. Dopo la radiografia della società proponente e della ragnatela societaria che gli ruota intorno, diverse sorprese emergono anche dai documenti sull’acquisizione di 6 ettari di terreni agricoli. Vediamo quali.

Ricordiamo intanto che l’impianto di cui si parla, della potenza di 0,999 Mw, è stato promosso dalla Biometano energy srl con sede a San Benedetto dei Marsi ed è già stato sostanzialmente approvato dalla Regione Abruzzo. Prevede la produzione di biometano attraverso la trasformazione di 113mila tonnellate l’anno di sottoprodotti agricoli e zootecnici da reperite nella zona. Abbiamo già scritto dei dubbi sul reperimento in zona della materia prima per alimentarlo, della resistenza de tre Comuni coinvolti e della nascita del Comitato di cittadini contro la realizzazione del progetto. Per saperne di più sulla società promotrice e sulla rete di società ad essa collegate CLICCA QUI.

La compravendita dei terreni

Precisiamo, innanzitutto, che le compravendite di cui si parla sono legali. Nell’operazione sono però presenti degli elementi che giornalisticamente è doveroso rilevare.

Le perplessità sono tante e riguardano vari aspetti:

incongruenze tra le quotazioni di mercato dei terreni e il prezzo dichiarato nella compravendita; vistose differenze di prezzo tra le aree dei due lotti; sproporzione tra il prezzo complessivo pattuito tra le parti (285mila euro) e il denaro finora realmente passato di mano (2.500 euro). Infine il ruolo ricoperto da uno degli attori, che di fatto nella compravendita si trova a recitare due parti in commedia.

Ma procediamo per ordine.

I terreni oggetto di compravendita

Si tratta di due lotti di terreni agricoli, entrambi collocati nel fuori Fucino: il lotto più grande è quello interessato dalla costruzione dell’impianto (5,568 ettari di superficie), nelle vicinanze è situato il secondo (0, 565 ettari), relativo al punto di connessione con la rete di gas della Snam, per la consegna del biometano prodotto.

Il punto di allaccio alla rete Snam

Il Preliminare di vendita viene stipulato a Sulmona il 28 dicembre 2017 dal notaio Cesira De Michele. A vendere un terreno di 5.650 mq è Paolo Antidormi di Collarmele, ad acquistare è Biometano energy srl, rappresentata dall’amministratore Patrizia Tarquini. Nell’atto, tra le altre cose, si pattuisce che:

il venditore autorizza l’acquirente a presentare domande e progetto e quanto altro necessario ad ottenere l’autorizzazione per la costruzione di un impianto di connessione biometano alla rete snam-gas – ma il possesso legale e materiale del terreno – verranno dati contestualmente alla stipula dell’atto notarile di vendita”.

Il prezzo di questa prima compravendita viene convenuto a corpo in euro 12.500: il prezzo ad ettaro corrisponde quindi a poco più di 22mila euro. Il pagamento viene così regolato:

2.500 euro vengono versati alla firma del presente preliminare di vendita a titolo di caparra confirmatoria, quanto ad euro 10mila verranno versati alla firma dell’atto definitivo di compravendita”.

Il denaro passato finora di mano, quindi, ammonta a soli 2.500 euro.

L’area dell’impianto

Il relativo Preliminare di vendita viene stilato a Sulmona il 22 marzo 2018. Presso lo studio del notaio Cesira De Michele compaiono le parti: il venditore è Alpalux energy srl, acquirente la Biometano energy srl. A passare di mano è un terreno di 55.680 mq venduto a corpo al prezzo di 272.500 euro: il costo sfiora quindi quasi 49mila euro per ettaro.

Nella compravendita si registrano alcune curiose commistioni tra il venditore Alpalux energy srl e l’acquirente Biometano energy srl: la prima società detiene il 40% delle quote della seconda, inoltre l’amministratore unico della prima è anche uno dei due amministratori della seconda società. Di seguito il grafico della composizione societaria della Biometano energy srl, così come risulta alla Camera di commercio:

Nel Preliminare di vendita dei terreni i due attori precisano anche che:

la Biometano energy srl intende realizzare su detti terreni un impianto per la produzione di biometano – e che l’atto definitivo di vendita – verrà stipulato entro e non oltre 25 mesi dalla data odierna, e cioè 8 marzo 2018”. I contraenti stabiliscono anche che se l’acquirente “non riuscirà ad ottenere l’autorizzazione necessaria a realizzare l’impianto entro 24 mesi, il presente preliminare dovrà intendersi risolto…”.

Infine sulle modalità di pagamento del prezzo pattuito, mettono nero su bianco:

La suddetta somma verrà versata dalla parte acquirente alla venditrice contestualmente alla stipula dell’atto definitivo di compravendita”.

Praticamente ad oggi dei 272.500 euro pattuiti non è passato di mano nemmeno un centesimo …tranne ovviamente quelli delle spese notarili.

Due parti in commedia

Durante la stipula del Preliminare di vendita tra Alpalux energy srl e Biometano energy srl, Patrizia Tarquini rischia di dover recitare due ruoli davanti al notaio.

Infatti oltre ad essere amministratore unico della società venditrice, la Tarquini risulta essere anche uno degli amministratori – insieme all’austriaco Christian Riel – della società acquirente.

Come evitare che nella Passatella di mano del terreno la Tarquini si ritrovi a svolgere contemporaneamente l’imbarazzante ruolo di Padrone e Sotto?

Presto fatto. A rappresentare l’acquirente viene allora chiamato Lucio Testa, che compare quale Procuratore speciale di Christian Riel, con tanto di delega autenticata da un notaio austriaco, corredata di traduzione autentica del Tribunale di Teramo.

Prezzi dei terreni: i conti non tornano

Certamente ognuno può vendere o comprare al prezzo che meglio crede. Rileviamo però alcune incongruenze che saltano agli occhi in merito ai prezzi d’acquisto indicati per i due terreni. Secondo i Certificati di destinazione urbanistica, entrambi i lotti hanno la stessa destinazione agricola.

Leggendo però gli atti – e facendo due conti – salta agli occhi un particolare: il lotto di terreno che dovrà ospitare il punto di scambio con la rete Snam viene indicato un prezzo corrispondente a circa 22mila euro ad ettaro, mentre per il lotto interessato dall’impianto vero e proprio il prezzo pattuito sfiora invece quasi i 49mila euro per ettaro.

In sintesi, alla Alpalux energy srl viene riconosciuto un prezzo ad ettaro più che doppio di quello accordato invece a Paolo Antidormi.

Ma non finisce qui

I prezzi fissati per entrambi i lotti sono in realtà notevolmente più alti di quelli di mercato: si odono ancora gli echi della polemica innescata nell’autunno scorso da Confagricoltura contro l’Istituto centrale per il sostentamento del clero.

In sintesi l’organizzazione agricola accusava l’ente religioso di far lievitare il prezzo dei terreni agricoli del Fucino, pagandoli fino a 40mila euro ad ettaro, a fronte di prezzi di mercato che sarebbero stati invece di 30mila euro ettaro. Qui si parlava – è bene specificarlo – dei terreni ad alta produttività agricola del Fucino, cioè di terreni con un valore molto più alto di quelli del fuori Fucino. E i terreni da destinare all’impianto per la produzione di biometano sono nel fuori Fucino.

Secondo gli agricoltori del posto, infatti – per i terreni ricadenti nella zona interessata dall’impianto a biomasse – la quotazione di mercato non è superiore ai 20mila euro per ogni ettaro.

Proviamo ora a confrontare questi parametri con i prezzi indicati nei due Preliminari di vendita.

La Biometano energy srl avrebbe pagato per il lotto acquistato ad Antidormi poco più del reale prezzo di mercato. Invece per il lotto acquistato all’Alpalux energy srl – dove il terreno è stato pagato 49mila euro a ettaro a fronte di un prezzo di mercato indicato in 20mila euro ad ettaro – sarebbe di almeno 110mila euro la cifra spesa in più.


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