Storicamente, il collegamento con Roma ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo dell’Abruzzo interno. La ferrovia nel 1800 ruppe l’isolamento e un secolo dopo l’apertura della A24 ha determinato un nuovo salto di qualità.
Oggi, le condizioni precarie di questi collegamenti, sono invece il nostro limite: un freno che può essere rimosso con interventi relativamente semplici. Non si discute di Alta velocità ma di Alta capacità: da Roma si potrebbe raggiungere Avezzano in 50 minuti, Pescara in meno di due ore. Una opportunità da cui la Marsica rischia di essere tagliata fuori.
Oggi, le condizioni precarie di questi collegamenti, sono invece il nostro limite: un freno che può essere rimosso con interventi relativamente semplici. Non si discute di Alta velocità ma di Alta capacità: da Roma si potrebbe raggiungere Avezzano in 50 minuti, Pescara in meno di due ore. Una opportunità da cui la Marsica rischia di essere tagliata fuori.
Un treno veloce, oltre a risolvere i problemi demografici della Capitale – che per espandersi deve puntare necessariamente verso l’Abruzzo – darebbe un poderoso slancio all’economia marsicana. Tra le due regioni aumenterebbero le relazioni tra poli universitari e ospedalieri, le interazioni tra sistemi aeroportuali e portuali, gli scambi tra industrie e centri di ricerca, i flussi turistici, la circolazione di uomini e merci e la qualità della vita. Non ultimo, l’allentamento della pressione demografica su Roma e l’effetto dirompente dell’emigrazione di ritorno che potrebbe portare al raddoppio della popolazione. Oggi un collegamento veloce, consentirebbe a molti marsicani che vivono a Roma di tornare ad abitare nei paesi d’origine.
Ma il treno veloce Roma-Avezzano-Sulmona-Pescara è un’opportunità che stiamo perdendo. Il Lazio già guardava ai collegamenti con l’Adriatico sulle direttrici Roma-Rieti-Ancona al nord e Frosinone-Sora-Isernia a sud, escludendo l’Abruzzo. Ora si affaccia una nuova alternativa: il treno veloce sull’asse Roma-L’Aquila-Sulmona-Pescara. Investimento previsto: dai 2 ai 3 miliardi di euro. Pubblicamente, al momento, tale ipotesi si dibatte solo sui social network (tra cui segnaliamo la pagina facebook “Il Treno Veloce Roma – L’Aquila – Pescara”).
E’ legittimo che il capoluogo giochi tutte le sue carte per arginare lo spopolamento post terremoto, che unito agli interventi di ricostruzione potrebbe portare, nei prossimi anni, ad avere il 50% del patrimonio edilizio vuoto. Ma tale nuovo tracciato non è da sottovalutare: è certo che, in Abruzzo, a rimanere tagliata fuori è solo la Marsica.
Uno scenario preoccupante per il destino futuro di tutto il nostro territorio. E con questa classe politica locale e regionale – che dibatte al massimo dei favori per l’autostrada di Toto o se gli attuali treni per Roma debbano attestarsi alla stazione Termini o a quella Tiburtina – nella Marsica non c’è da stare per nulla tranquilli.
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