AVEZZANO – Il «Partito della pagnotta» e il fallimento della «Politica dei due forni»

Angelo Venti
Angelo Venti
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Borgo Via Nuova è ancora senza il suo forno pubblico. Costruito dall’Ente Fucino all’inizio degli anni ’50 contestualmente all’intero borgo rurale, veniva utilizzato a turno da tutti gli abitanti della frazione per la cottura di pane e biscotti e, per diverse generazioni, ha rappresentato il punto di incontro dei residenti. Demolito in modo maldestro nel settembre 2015, malgrado le promesse degli amministratori il forno non è stato più ricostruito.

Ma in questi due anni intorno alle sue macerie è successo di tutto. Amministratori ed ex amministratori che – anche quando si scambiano i ruoli – non danno seguito alle promesse e agli impegni presi con i cittadini finendo per somigliare, è proprio il caso di dire, alla classica fornaia che chiacchiera in libertà. Sul forno hanno detto di tutto: prima di abbatterlo, poi di ristrutturarlo e utilizzarlo addirittura per una “scuola per fornai e pasticcieri artigianali”. Lo hanno prima demolito alla chetichella, ma subito dopo, in coro, hanno promesso di ricostruirlo.

L’unica cosa certa è che oggi, al di là delle chiacchiere, il borgo non ha più il suo forno pubblico: la prova del fallimento della «Politica dei due forni». A quanto pare la collaudata strategia andreottiana [che per portare avanti la politica della Dc si serviva di uno dei due forni che aveva a disposizione, a seconda delle opportunità: il forno di sinistra (socialisti) e il forno di destra (liberali, eventualmente anche i missini)] non ha infatti consentito ai residenti della frazione di tornare a cuocere il pane nel loro forno.

Ed è anche un fatto che l’ex sindaco Gianni Di Pangrazio quel forno lo ha abbattuto e che l’ex assessore Gabriele De Angelis non è riuscito a ristrutturarlo. Come è vero che entrambi, da sindaci, non sono stati in grado di ricostruirlo: anche il « Partito della pagnotta », a quanto pare, è rimasto senza lievito. Stante così la situazione, non è che l’ultima speranza che resta ai residenti è l’Anatra zoppa con l’arrivo di un Commissario prefettizio che metta mano alla ricostruzione del forno?

Quello messo in scena intorno al forno di Borgo Via Nuova – comunque – è uno spettacolo tragicomico che dà la misura di com’è ridotta la vita amministrativa della città e che, per essere apprezzato, proviamo qui di seguito a ricordare nei suoi passaggi salienti.

cartello webIl rifacimento della piazza

Tutto inizia nell’ottobre 2014, quando con la delibera n. 272 la Giunta Di Pangrazio stanzia 70mila euro per la “Sistemazione area comunale a Borgo Via Nuova con viabilità, verde e arredo urbano”.

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Borgo Via Nuova è ancora senza il suo forno pubblico. Costruito dall’Ente Fucino all’inizio degli anni ’50 contestualmente all’intero borgo rurale, veniva utilizzato a turno da tutti gli abitanti della frazione per la cottura di pane e biscotti e, per diverse generazioni, ha rappresentato il punto di incontro dei residenti. Demolito in modo maldestro nel settembre 2015, malgrado le promesse degli amministratori il forno non è stato più ricostruito.Ma in questi due anni intorno alle sue macerie è successo di tutto. Amministratori ed ex amministratori che – anche quando si scambiano i ruoli – non danno seguito alle promesse e agli impegni presi con i cittadini finendo per somigliare, è proprio il caso di dire, alla classica fornaia che chiacchiera in libertà. Sul forno hanno detto di tutto: prima di abbatterlo, poi di ristrutturarlo e utilizzarlo addirittura per una “scuola per fornai e pasticcieri artigianali”. Lo hanno prima demolito alla chetichella, ma subito dopo, in coro, hanno promesso di ricostruirlo.L’unica cosa certa è che oggi, al di là delle chiacchiere, il borgo non ha più il suo forno pubblico: la prova del fallimento della «Politica dei due forni». A quanto pare la collaudata strategia andreottiana [che per portare avanti la politica della Dc si serviva di uno dei due forni che aveva a disposizione, a seconda delle opportunità: il forno di sinistra (socialisti) e il forno di destra (liberali, eventualmente anche i missini)] non ha infatti consentito ai residenti della frazione di tornare a cuocere il pane nel loro forno.Ed è anche un fatto che l’ex sindaco Gianni Di Pangrazio quel forno lo ha abbattuto e che l’ex assessore Gabriele De Angelis non è riuscito a ristrutturarlo. Come è vero che entrambi, da sindaci, non sono stati in grado di ricostruirlo: anche il « Partito della pagnotta », a quanto pare, è rimasto senza lievito. Stante così la situazione, non è che l’ultima speranza che resta ai residenti è l’Anatra zoppa con l’arrivo di un Commissario prefettizio che metta mano alla ricostruzione del forno?Quello messo in scena intorno al forno di Borgo Via Nuova – comunque – è uno spettacolo tragicomico che dà la misura di com’è ridotta la vita amministrativa della città e che, per essere apprezzato, proviamo qui di seguito a ricordare nei suoi passaggi salienti.Il rifacimento della piazzaLa ristrutturazioneL’abbattimentoLa ricostruzioneNasce il comitatoL’inaugurazione: unico assente …il fornoIl balletto dei politici sulle macerieIl Comitato scende in piazzaLa campagna elettoraleLe promesse di De AngelisLe promesse di Di PangrazioLa situazione reale al 28 di ottobre 2017

Nel computo metrico si legge che occorrono per la realizzazione 57.700 euro totali, che 7.200 euro sono destinati per la realizzazione di una fontana mentre 1.308 euro per “Demolizione di forno”. Nel febbraio 2015 si aggiudica i lavori, con un ribasso d’asta del 30,6%, la ditta Elleggi di Avezzano.

La ristrutturazione

E così a marzo, nel borgo scatta l’allarme: 137 abitanti protocollano in Comune una petizione al Sindaco Di Pangrazio in cui si dichiarano contro l’abbattimento del forno: li riceve l’allora assessore ai Lavori pubblici, Gabriele De Angelis, che s’impegna a ristrutturarlo. A maggio si approva così un nuovo computo metrico con diverse modifiche, tra cui l’eliminazione della demolizione del forno.

L’abbattimento

Per gli abitanti di Via Nuova sembra che tutto si sia concluso con un lieto fine, ma il diavolo ci mette la coda: il 29 giugno 2015 si dimette l’assessore De Angelis e il 2 settembre una ruspa e due bulldozer in tutta fretta radono al suolo il forno.

Una demolizione avvenuta con modalità che restano oscure: non si sa chi l’ha ordinata e nemmeno le carte sembrano a posto: manca un’ordinanza di demolizione e soprattutto si scopre che non è il Comune il proprietario dell’area ma, stando alle visure catastali, è la Regione.

La ricostruzione

I firmatari della petizione, furenti, due giorni dopo l’abbattimento tengono a Via Nuova un’assemblea a cui partecipa anche De Angelis. L’ormai ex assessore ribadisce la sua contrarietà all’abbattimento, mentre anche il consigliere di maggioranza, Vincenzo Gallese detto Pissino, dichiara: “certi scempi non sono tollerabili, quel pezzo di storia si doveva ristrutturare”.

Il forno prima dell'abbattimento
Il forno prima dell’abbattimento

Nasce il comitato

La rabbia monta e così, il 10 ottobre, nasce il “Comitato per la ricostruzione del Forno” con presidente Bruno Cusmano, vicepresidente Luca Cicchinelli e Giampiero Martini segretario. Il Sindaco Di Pangrazio li convoca. Non solo: s’impegna a ricostruire il forno, previa presentazione di una richiesta di contributo, di un progetto di ricostruzione completo di preventivo di spesa, documentazione che viene puntualmente depositata al protocollo.

Il comitato è fiducioso e così i lavori della piazza vanno avanti spediti: il 29 ottobre, con Determinazione dirigenziale n. 7195, s’innalza la spesa per la fontana da 7mila a oltre 25mila euro mentre con la Determinazione dirigenziale n. 5169 del giugno 2016 si acquistano persino 4 panchine di arredo.

L’inaugurazione: unico assente …il forno

Si arriva così al fatidico 29 luglio 2016, quando Di Pangrazio inaugura finalmente la piazza davanti a uno sparuto gruppo di residenti ma… del forno non vi è traccia. Anzi, il sindaco fa il suo discorso mettendosi di spalle alle transenne di quel che resta dell’immobile ed evita prudentemente di menzionarlo: il Pacco, per gli allibiti abitanti del borgo, è così servito.

Il balletto dei politici sulle macerie

L’occasione è troppo ghiotta per l’allora opposizione. A coglierla al volo, alcuni giorni dopo, è la dott.ssa Felicia Mazzocchi. E’ proprio lei a pubblicare, in difesa del forno, l’infuocato articolo “Il teatrino del Sindaco Di Pangrazio in Borgo Via Nuova”: articolo che – sia detto per inciso – consigliamo di rileggere oggi, a ruoli amministrativi invertiti.

Il Comitato scende in piazza

Gli abitanti di borgo Via Nuova non si rassegnano e non ci stanno ad essere presi in giro. Così il 22 ottobre 2016 il Comitato per la ricostruzione del forno decide di manifestare davanti alla sede del Comune. Ed è Pierluigi Palladini che oltre a ricordare la storia del forno e riportare la cronaca puntuale della manifestazione di protesta, nel suo articolo si pone una intrigante domanda che resta ancora senza risposta: “c’è da chiedersi come mai tanta fretta e soprattutto se ci sia qualcuno che da qualche parte avesse questa fretta di abbattere il piccolo ed utile manufatto”.

La campagna elettorale

Si arriva così, nel 2017, quando con la campagna elettorale tutta la vicenda assume definitivamente i contorni della sceneggiata napoletana, con i candidati che pur di accaparrarsi i voti dei residenti si lanciano in promesse per la ricostruzione del forno demolito. E sul forno ci si buttano quasi tutti i candidati sindaci e molti dei consiglieri.

Le promesse di De Angelis

In una intervista a Magda Tirabassi che cita la vicenda del forno, così risponde De Angelis: “I cittadini vanno ascoltati e rispettati. L’idea è quella di elaborare un bilancio partecipato per le frazioni …Poi decidere insieme ai residenti cosa voler fare nella zona o meglio quale siano le priorità da scegliere per gli interventi”. E nel suo programma elettorale precisa nero su bianco: “Il forno di Borgo Via Nuova, maldestramente demolito, sarà immediatamente riedificato per farne una struttura al servizio del quartiere ed una scuola di pane e dolci per fornai amatoriali”.

Le promesse di Di Pangrazio

Il 26 marzo 2017 Bruno Cusmano, presidente del Comitato per la ricostruzione del forno, riceve dal Comune questa lettera: “Oggetto: Ricostruzione forno Borgo Via Nuova – Con riferimento all’oggetto ed all’incontro tenuto con il Sindaco si comunica che nel Bilancio 2017, in fase di predisposizione, sono presenti sufficienti fondi per la ricostruzione del forno secondo le indicazioni della Amministrazione”. E l’8 maggio, con l’atto n. 159, Di Pangrazio rilancia: “Oggetto: Delibera di indirizzi al dirigente per la ricostruzione del Forno di Borgo Via Nuova – La Giunta delibera: 1) Di approvare, per motivi di cui alle premesse dell’allegato A, la spesa complessiva di € 60.000”. Alla pag. 19 del suo depliant elettorale sulle “Cose fatte”, al punto 5 si legge “realizzazione piazza Borgo Via Nuova (€ 130.000)”, a fronte degli appena 70mila euro di budget inizialmente destinati con la delibera n. 272/2014.

La situazione reale al 28 di ottobre 2017

Dal “Comitato per la ricostruzione del Forno” ci confermano che, ad oggi, a Borgo Via Nuova il forno non c’è.

 

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