Aggressione squadrista all’Aran del 16 giugno: presentata interrogazione parlamentare

Redazione
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f-o-carica2.jpgDi seguito pubblichiamo il testo integrale dell’interrogazione parlamentare, presentata ieri al Senato, sui gravi fatti avvenuti il 16 giugno scorso nella sede romana dell’Aran, nella centralissima via del Corso, a poche decine di metri da una stazione dei carabinieri e alla presenza di forze di polizia e rappresentanti sindacali.

Tra i dipendenti aggrediti anche Franco Massimo Botticchio, editore de Il Martello del Fucino e collaboratore di SITe.it

 

 

 

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00290

Atto n. 4-00290
Pubblicato il 8 luglio 2008
Seduta n. 32
FONTANA , NEROZZI , PASSONI – Ai Ministri dell’interno e per la pubblica amministrazione e l’innovazione.

Premesso che:

in data 16 giugno 2008 era calendarizzata, presso la sede dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), una riunione del Comitato paritetico ex decreto legislativo n. 165 del 2001 che aveva, al primo punto all’ordine del giorno, la certificazione dei dati associativi rilevati al 31 dicembre 2006, utili all’accertamento della rappresentatività sindacale nei comparti e nelle aree di contrattazione per il biennio contrattuale 2008-2009;

alla prevista ora di inizio della riunione (ore 10.30) l’irruzione violenta di un gruppo di persone munite di bandiere e vessilli CISAL, unita all’azione del componente dello stesso sindacato CISAL presente nel Comitato, nella sala Nenni, al quarto piano, impediva materialmente, l’inizio della riunione attraverso la consumazione di un’aggressione ai danni del detentore dei fascicoli oggetto della riunione e la consumazione di altre violenze, con dispersione in terra del materiale;

nel medesimo frangente i sedicenti manifestanti trascendevano a vie di fatto nei riguardi della guardia di vigilanza privata a piano terra dell’edificio nonché ai danni dei dottori Milena Garoia (Dirigente Relazioni sindacali ARAN), Giacinto Fiore (UIL), Franco Massimo Botticchio (dipendente ARAN) abilitati a partecipare alla riunione e presenti all’interno della sala Nenni, tutti regolarmente refertati, nel pomeriggio, presso l’ospedale San Giacomo;

i manifestanti occupavano per due ore la sala destinata alla riunione, distruggendo parte del carteggio destinato ai componenti del Comitato (le quattordici confederazioni rappresentative nel pubblico impiego) e asportando atti di pertinenza dell’Agenzia e del Comitato paritetico;

in tarda mattinata una delegazione dei manifestanti, molti dei quali giovanissimi, non romani e del tutto sconosciuti nell’ambiente sindacale, veniva ricevuta presso il Dipartimento della Funzione pubblica e gli occupanti si spostavano di conseguenza verso Palazzo Vidoni;

i componenti il Comitato, alle ore 13.15 dello stesso giorno, decidevano di tenere comunque la riunione, sempre presso l’ARAN, raggiunti immediatamente dal rappresentante CISAL (formalmente abilitato a partecipare, e che peraltro si abbandonava ad ulteriori atteggiamenti plateali e violenti);

inopinatamente, il gruppo dei manifestanti riusciva a tornare sotto la sede dell’ARAN tentando di forzare nuovamente il blocco frapposto all’ingresso del palazzo dalla forza pubblica, quasi riuscendo a penetrare nella sede istituzionale e procurando comunque lesioni ad alcuni appartenenti alle Forze di polizia, repertate presso il nosocomio San Giacomo;

nel pomeriggio detti manifestanti si allontanavano tranquillamente dal luogo delle violenze, senza che le autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico provvedessero ad alcun fermo né, per quanto consta agli interroganti, ad alcuna identificazione delle oltre cento persone partecipanti alle aggressioni,

si chiede di sapere quali iniziative di propria competenza i Ministri in indirizzo intendano porre in essere al fine di:

giungere all’identificazione dei responsabili (a tutti i livelli) che con il loro comportamento commissivo e/o omissivo si sono resi autori del grave atto di aggressione squadristica consumatosi, a più riprese, il 16 giugno 2008, presso un ufficio pubblico sito nel centro di Roma;

accertare se il comportamento delle Forze dell’ordine sia stato, nelle contingenze sopra descritte, consono e appropriato, specie dopo aver verificato sin dalle ore 10:00 l’insufficienza del proprio personale atto a preservare la sede dell’ARAN dalla degenerazione di una manifestazione a conoscenza della Questura;

stabilire se gli standard di sicurezza dell’ARAN risultino idonei alla tutela del personale che vi opera (nonché di tutti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che vi accedono per le trattative);

appurare le ragioni per le quali gli organi di vertice dell’Agenzia hanno provveduto a denunziare i fatti alla Polizia giudiziaria solo due giorni dopo, in modo peraltro assai lacunoso.

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