Acqua, politica e affari nella marsica del Terzo millennio: Avezzano e il Partito dell’acqua

Redazione
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f-x-peppe-rubinetto-cam.jpgGrazie al controllo di un servizio essenziale come la distribuzione dell’acqua, in Italia vive e prospera una nuova formazione politica transpartitica, che elargisce indennità di carica, consulenze, posti di lavoro; decide appalti e tesse una sua rete clientelare.
Anche nella Marsica si va formando un ceto dirigente che cresce e si moltiplica nei consigli di amministrazione e condiziona i rapporti  nei partiti, negli enti sovracomunali e strumentali.
E’ un nuovo e moderno sistema di potere parallelo a quello dei partiti tradizionali che sfugge al controllo di elettori e utenti: questa nuova formazione trasversale è il Partito dell’acqua.

di Angelo Venti

Oggi l’acqua della sorgente passa prima all’Ato, poi al Consorzio acquedottistico che gestisce la rete e infine – quando esce dal rubinetto – arriva la Ret che emette la bolletta e riscuote il credito.
E’ evidente che in ognuno di questi passaggi – ben tre consigli di amministrazione – subisce aumenti dei costi che si aggiungono a quelli delle perdite, degli sprechi e della cattiva gestione e che finiscono puntualmente sulle nostre bollette.
Non vogliamo angustiarvi con lo stato del servizio che è sotto i vostri occhi, per questo bastano le interminabili polemiche riportate dai quotidiani locali su bollette a forfait o a consumo, sui contatori acquistati e non ancora installati, sugli allacci abusivi, sulle  assunzioni senza bando, sul balletto delle poltrone, sulle indagini della magistratura ecc.
Ma a chi conviene questa situazione?
Ato e Cam sono società a capitale pubblico che possono agire come privati: assunzioni senza bando ed appalti senza gara. I membri degli organismi di controllo vengono nominati dai rappresentanti dei Comuni che subito dopo, come singoli enti, perdono ogni potere d’intervento. Vediamo perché.
Il Cam, che gestisce le reti, è controllato dal centrodestra e il comune di Avezzano, che paga a forfait e conta un gran numero di allacci abusivi, è il maggiore azionista.
E’ evidente che Avezzano (e gli altri comuni che pagano a forfait), hanno interesse a prolungare questo stato di cose e – purtroppo – hanno anche la forza per farlo.
A questo aggiungi qualcuno che si presta al gioco di chi controlla il mazzo delle carte, magari in cambio di posti nei consigli di amministrazione, favorucci nelle assunzioni o negli appalti e il gioco è fatto. Se non bastano affari e posti del Cam non è un problema, si muovono pezzi o si scambiano favori negli altri Enti sovracomunali.
Oppure, si creano nuove società: così è nata la Ret spa, con nuove poltrone per ricollocare pedine, tanto pagano gli utenti.
Come confermano le vicende legate al’ultimo rinnovo del Cda del Cam, siamo al paradosso: i partiti e i consigli comunali non controllano più i loro rappresentanti che in occasione dei rinnovi delle cariche possono votare autonomamente, a volte con logiche non completamente cristalline o in barba non solo ai partiti, ma anche a cittadini ed utenti.
Prospera così il Partito dell’acqua: trasversale, spregiudicato e moderno, senza iscritti e senza elettori, fuori da ogni controllo.
Non è un caso che la nuova legge d’iniziativa popolare (vedi articolo a sinistra) punta proprio a spezzare questo perverso meccanismo e a riportare la gestione dell’acqua sotto il controllo pubblico e democratico.
Ed è per questo che la nostra redazione vi  invita a sostenerla con la vostra firma.

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